Non Una di Meno, assemblea nazionale a Firenze: "L'università non vuole ospitarci"

Unifi risponde: "L'iniziativa non rispetta le linee guida". Non Una di Meno pone un quesito: "La violenza non ha valore scientifico-culturale?"

di TERESA SCARCELLA -
14 settembre 2023
Non una di Meno

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"Lo stupro di gruppo a Palermo, gli abusi in famiglia per anni ai danni di due sorelline a Caivano, il femminicidio di Marisa Leo: sono solo alcuni degli avvenimenti delle ultime settimane che segnalano il fenomeno diffuso, strutturale, drammatico della violenza maschile contro le donne". Inizia così una nota di Non Una di Meno Firenze che oggi ci contatta per denunciare un'ingiustizia che l'associazione avrebbe subito. Il "No" ricevuto dall'Unfi alla richiesta di organizzare l'assemblea nazionale, in programma nel capoluogo toscano per il 7 e 8 ottobre, negli spazi dell'ateneo.

La nota dell'associazione di Firenze

"Da mesi è stata inoltrata la richiesta di poter svolgere il raduno nazionale negli spazi dell’ateneo alla Rettrice Alessandra Petrucci. In molte altre città, a Torino, Roma, Bologna, è proprio nell’università che queste assemblee si sono sempre svolte.
 
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È infatti il luogo per eccellenza della sensibilizzazione, dello sviluppo del pensiero critico, della cittadinanza attiva, e del miglioramento delle condizioni sociali ed economiche delle donne. Eppure, la risposta della Rettrice è stata netta: il rifiuto. La motivazione? Che l’evento “non presenta sufficienti riferimenti accademici e scientifici” e rincara la dose sostenendo “la mancanza di requisiti di rilevanza scientifico-culturale”. La domanda sorge allora spontanea. Per l’ateneo e per la Rettrice Petrucci, la violenza maschile contro le donne, la piaga dei femminicidi, la cultura dello stupro, i dati allarmanti che in ogni regione d’Italia e attraverso ogni condizione sociale segnalano la pervasività del fenomeno, non presentano sufficiente carattere scientifico? E poi ancora: "L’impossibilità di utilizzare gli spazi dell’università decreta l’impossibilità per noi di svolgere l’assemblea nazionale nei luoghi che sarebbero deputati, ovvero l’università, e dunque di alimentare quel processo di cambiamento sociale che è ancora così necessario. Per questo sentiamo l’esigenza di denunciare pubblicamente il rifiuto, pur sollecitata attraverso diversi canali e diversi dei suoi organi amministrativi. Di fronte a questa denuncia, chiediamo che l’Università e la Rettrice Petrucci spieghino pubblicamente come sia possibile che la violenza non possieda sufficiente rilevanza scientifico-culturale, e se così non fosse, che ritratti il suo rifiuto, dandoci finalmente la possibilità di utilizzare gli spazi per il raduno nazionale".

La risposta di Unifi

Non si fa attendere la risposta del polo universitario fiorentino, che spiega con poche parole le motivazioni del rifiuto:
"La concessione di spazi a iniziative promosse da enti e soggetti esterni deve seguire le linee guida che gli organi di governo di Unifi hanno deliberato da tempo. La richiesta per l’assemblea del Movimento non rientra in questi criteri.
Pertanto è pretestuoso e fuorviante mettere in dubbio per questo motivo l’impegno civile, culturale e scientifico dell’Università di Firenze per combattere la violenza di genere".

La battaglia di Non Una di Meno

L'associazione, viva e attiva su tutto il territorio nazionale, porta avanti fin dalla sua nascita le battaglie contro la violenza (fisica, psicologica, economica...) sulle donne, contro la cultura dello stupro, contro il patriarcato e tutto ciò che esso comporta. In questi mesi, dopo i casi di cronaca sopra elencati, queste battaglie sono state portate nelle piazze con una frequenza più costante del solito, alla luce dell'evidente emergenza che i tanti femminicidi, gli stupri, evidenziano. Qualche giorno fa, per fare un esempio, proprio nel capoluogo toscano l'associazione ha tappezzato le vie del centro con le storie e le testimonianze di alcune ragazze vittime di abusi, prendendole dal profilo social dell'attivista Carolina Capria. Anche in quell'occasione Luce gli ha dedicato un articolo. A Pisa, ieri, c'è stata la passeggiata arrabbiata contro il patriarcato. Così come è accaduto nelle scorse settimane anche in altre città italiane, tra cui Palermo. L'iniziativa dal titolo tipicamente siciliano, appunto, 'Ti rissi no!', che significa "Ti ho detto di no" ha attraversato il centro pisano partendo da piazza Dante.
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"Ti rissi no" nelle piazze d'Italia (Instagram)

"Abbiamo bisogno una volta per tutte di educazione sessuale e affettiva nelle scuole di ogni ordine e grado - hanno ribadito le attiviste - Abbiamo bisogno urgente che la narrazione attorno a questi eventi non si limiti al penoso voyerismo morboso che non rende nessuna giustizia a chi la violenza l’ha subita, anzi, alimenta la cultura dello stupro".