La sopravvivenza dell'umanità è a rischio: l'allarme del Nobel per la fisica sull'IA

Geoffrey Hinton esprime preoccupazione per l’evoluzione incontrollata dell’intelligenza artificiale. Il rischio di perdere il controllo sulle tecnologie emergenti mette in discussione il ruolo dell’umanità. È necessario stabilire limiti etici prima che sia troppo tardi.

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
17 ottobre 2024
Intelligenza artificiale

L'allarme del premio Nobel per la Fisica sui rischi dell'Intelligenza artificiale

Quella a cui l’umanità si trova di fronte è una delle sue sfide più grandi: comprendere come non farsi sovrastare dall’Intelligenza artificiale (IA). Un tema di cui si dibatte ancora troppo poco, ma che già preoccupa chi della materia si occupa da tempo. Tra loro c’è Geoffrey Hinton, premio Nobel per la fisica, che si è lasciato andare a esternazioni punteggiate da una preoccupazione profonda, quasi viscerale. Sia ben chiaro: il suo timore va ben oltre la tecnica e la scienza. Quella che pone, piuttosto, è una questione di sopravvivenza. Nella sua opinione, il rischio che l’IA ci sfugga di mano è evidente, come lo è quello che l’umanità possa non essere più protagonista della propria storia.

I timori di Hinton: gli esseri umani saranno in grado di governare l’IA?

Prima di additarlo come complottista, è bene mettere in chiaro che quelle di Hinton sono parole di un testimone privilegiato che ha visto, dall’interno, crescere una creatura con potenzialità inimmaginabili. Uno sviluppo rapidissimo, alimentato da miliardi di dati e algoritmi sempre più complessi. Una risorsa per la medicina, l’ambiente e le tecnologie avanzate, ma anche un rischio. La preoccupazione del fisico è che gli esseri umani non siano in grado di governare pienamente il corso degli eventi e finiscano per esserne schiacciati. Quella del Nobel per la fisica è la considerazione di un uomo preoccupato dal dover fare i conti con tecnologie capaci di ordire una rivolta, sottraendoci la supremazia che abbiamo sempre dato per scontata.

Controllare la corsa sfrenata 

Interpretarla come una lettura da scenari apocalittici tipici dei film di fantascienza sarebbe superficiale e fuorviante. L'intelligenza artificiale non è un esercito di robot che si ribella al suo creatore. È, piuttosto, un sistema complesso che, una volta innescato, potrebbe prendere decisioni, manipolare informazioni e influenzare la realtà in modi che oggi non possiamo neanche immaginare. Alla luce di ciò, appare chiaro come Hinton non sia contro l'innovazione, quanto, piuttosto, a favore di una maggiore attenzione sulle dinamiche di controllo etico che la governano. Chi decide cosa può e non può fare l'IA? Chi stabilisce i limiti? E, soprattutto, come possiamo garantire che tali limiti vengano rispettati? La velocità con cui l'IA si evolve sembra superare la nostra capacità di comprendere pienamente le sue implicazioni. E in questa corsa sfrenata verso il futuro, rischiamo di dimenticare che l'umanità non è solo un insieme di dati e algoritmi, ma una complessa rete di emozioni, valori e principi.

Quando arriva il momento di fermarsi? 

Non a caso, Hinton, tormentato da questi interrogativi, ha deciso di abbandonare Google, il gigante tecnologico che ha contribuito a far crescere. La consapevolezza che, a un certo punto, è necessario fermarsi, riflettere e agire con prudenza ha prevalso. Un segnale d’allarme che invita tutte e tutti a guardare oltre l’entusiasmo per l’innovazione e a chiedersi cosa stiamo realmente costruendo. Se quello che vogliamo è un futuro in cui l’uomo resterà al centro del mondo, è in quella direzione che dobbiamo guardare. Di sicuro, non potremo fermare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma ciò che potremo fare è guidarla prima che sia troppo tardi.

Ignorare le conseguenze delle nostre azioni e andare avanti senza pensare alle ripercussioni a lungo termine sarebbe rischiosissimo. Serve, piuttosto, essere umili di fronte al potere della tecnologia e riconoscere che, nonostante tutto, l'essere umano rimane fragile, vulnerabile, e che la sua sopravvivenza dipende dalla capacità di adattarsi e prendere decisioni difficili che saprà dimostrare. E questa, forse, è la sfida più grande: saremo abbastanza saggi da capire quando sarà il momento di fermarci, da stabilire dei limiti anche quando il progresso sembrerà irresistibile?

L’umanità è capace di grandi invenzioni, ma anche di grandi errori. La scelta è nelle nostre mani.