La recensione che non ti aspetti: "Ho mangiato vicino a gay e a un ragazzo disabile"

Un cliente fa una recensione negativa della pizzeria: "Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay e un ragazzo in carrozzina". La titolare: "Non tornare più"

di TERESA SCARCELLA -
12 gennaio 2024
E' ormai evidente che oggi si faccia un abuso della sacrosanta libertà di espressione, nella quale troppo spesso si tende a infilare il libero insulto. Complici anche i mezzi di comunicazione a nostra disposizione che hanno decisamente sfondato i confini della libertà. Questa volta la mancanza di rispetto non passa per i social, ma per una recensione. Avete capito bene. E' accaduto ad una pizzeria in provincia di Lodi, Le Vignole. I titolari si sono visti arrivare una brutta recensione su Google, una stella. E fin qui. A corredo del voto, però, c'era anche la spiegazione che, a leggerla, misura più chi l'ha lasciata che chi l'ha ricevuta. E di cui, diciamolo, non solo il ristorante avrebbe fatto volentieri a meno.

La recensione di cattivo gusto

"Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay, non mi sono accorto subito perché sono stati composti, e un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà - scrive il cliente - mi spiaceva, ma non mi sono sentito a mio agio. Peccato - aggiunge - perché la pizza era eccellente e il dolce ottimo, ma non andrò più". Il pasto, quindi, che il gentiluomo dice essere stato ottimo, gli sarebbe stato rovinato dai vicini. Ovvero: una coppia di omosessuali e poi un ragazzo disabile. Poverino. Dei primi, dice, non si è accorto subito perché, pensate un po', "sono stati composti". Incredibilmente, a quanto pare, non devono aver urlato a tutta la sala il loro orientamento sessuale, non devono neppure averci provato con lui con sguardi ammiccanti o pacche sul culo, e né tantomeno si saranno lasciati andare ad effusioni spinte sul tavolo. Il cliente avrà pensato: "mmm...che strano". Ma da grande osservatore qual è, evidentemente, non gli è sfuggito nulla. Ad un certo punto della cena, la coppia forse si sarà lasciata andare a qualche carezza o bacio di troppo, tradendosi. E lui li avrà beccati subito. Troppo sveglio. Come se non bastasse, poi, c'era anche un ragazzino in carrozzina. Questa effettivamente è più difficile da non vedere. Ma a urtare la sua grande e palese sensibilità è stato il modo di mangiare del giovane. Aveva delle difficoltà. Il nobil d'animo si è dispiaciuto, avrà provato anche un pizzico di compassione, però era tutto troppo da reggere per lui. Così ha ceduto al disagio e non si è potuto godere appieno quella pizza che era pure buona, ma avrebbe dovuto mangiarla ad occhi chiusi per apprezzarla. E quindi nulla. Come ha tenuto a precisare alla fine della recensione, non tornerà più in quel locale per lui mal frequentato. Che si sappia. E ora in effetti lo sanno tutti. Molti di più di quelli che lui aveva forse previsto. Perché la titolare della pizzeria non solo ha risposto alla sua recensione, facendogli notare (senza l'ironia usata da noi nel pezzo) quello che evidentemente deve essere sfuggito anche a un attento osservatore come lui, ovvero la sua maleducazione, ma ha deciso anche di metterla a nudo sui social, di fronte ad una platea più grande.
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I titolari della pizzeria Le Vignole (Facebook)

La risposta della titolare della pizzeria

"Egregio cliente - scrive la titolare con estrema generosità - apprezziamo il suo impegno per valutare il nostro servizio attraverso la sua recensione, nonostante questo ci tenevo a farle presente che il nostro locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai nostri ospiti sono l'educazione e il rispetto verso ognuno. Le sue parole di disprezzo verso ospiti che, non mi sembra vi abbiano importunato, mi sembra una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole. Ci tengo inoltre a sottolineare che non è passato inosservato il suo sguardo infastidito anche verso il ragazzino in carrozzina. Detto ciò, a fronte di queste bassezze umane e di pessimo gusto, credo il nostro locale non faccia per lei. Non selezioniamo i clienti in base ai loro gusti sessuali e men che meno la disabilità. Le chiedo, gentilmente, di non tornare da noi, a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati". Da giudicante a giudicato in un click. Da infastidito a fastidioso è un attimo. Ora (ma anche prima) è lui il cliente indesiderato, il compagno di tavolo che non si vorrebbe mai trovare.