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Home » Attualità » Rihanna paladina della giustizia, la cantante dona 15 milioni per il clima

Rihanna paladina della giustizia, la cantante dona 15 milioni per il clima

La donazione della cantante sarà devoluta alle comunità più povere e le fasce più deboli della popolazione che più di tutti hanno subito gli effetti dei cambiamenti climatici

Luca Marchetti
27 Gennaio 2022
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Altro che solo cantante e modella. Rihanna è anche filantropa e difenditrice del clima e dell’ambiente. La showgirl e imprenditrice delle Barbados, 33 anni, ha infatti deciso di donare 15 milioni di dollari ai Paesi più colpiti dall’impatto del cambiamento climatico. La donazione, che sarà devoluta dalla sua Fondazione, la Clara Lionel Foundation, mira in particolare a sostenere le comunità più povere e le fasce più deboli della popolazione che più di tutti hanno subito gli effetti dei disastri climatici.

Rihanna, 33 anni (Foto tratta dal suo profilo Instagram)

“I disastri climatici, che stanno crescendo di frequenza e intensità, non hanno un impatto uguale su tutte le comunità”, sostiene Rihanna. Infatti, secondo la popstar originaria delle isole caraibiche delle Barbardos, “sulle comunità di colore e le nazioni isolane (a cui andranno i 15 milioni di dollari, ndr) il cambiamento climatico ha un impatto maggiore”.

La donazione di 15 milioni di dollari, a cui ha aderito anche il co-fondatore di Twitter Jack Dorsey, sarà destinata in particolare a diciotto organizzazioni che lavorano negli Stati Uniti e in sette nazioni caraibiche per la giustizia climatica. E sarà quindi devoluta a donne, comunità Lgbt+ e leader di colore e indigeni, in quanto queste comunità, secondo Riri e secondo la sua Clara Lionel Foundation – fondazione creata nel 2012 in onore dei suoi nonni Clara e Lionel Braithwaite – , sono quelle più esposte agli effetti e ai rischi del cambiamento climatico. “I finanziatori devono costruire partnership con le organizzazioni di base, sforzandosi di comprendere ciò che è necessario per ottenere la giustizia climatica nelle proprie comunità”, ha spiegato Justine Lucas, direttrice esecutiva della Clara Lionel Foundation.

 

 

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Un post condiviso da Rihanna🔵 (@rihannaofficlal)

Non è la prima volta, comunque, che Rihanna si trasforma in paladina della giustizia e compie opere di beneficenza. Anzi, il suo passato ne è costellato. Nel 2006, ad esempio, Riri istituì la fondazione Believe con lo scopo di aiutare i bambini malati di cancro. Quattro anni dopo la cantante incise “Redempion Song“, cover di Bob Marley, devolvendo i profitti alle associazioni che nel 2010 aiutavano gli abitanti di Haiti sopravvissuti al terremoto. E sempre con lo scopo di aiutare la popolazione dell’isola caraibica, incise nello stesso anno il brano “Stranded (Haiti Mon Amour)” insieme a Bono, cantante degli U2, e a Jay-Z. La canzone raccolse in poco tempo oltre cinquantasette milioni di dollari di profitti, poi devoluti in beneficenza. Tra le altre attività benefiche di Rihanna che vanno ricordate, nel 2014 la popstar decise di diventare ambassador dell’azienda di cosmetici MAC per un progetto di sostegno alla lotta contro l’Aids. Il risultato di questa attività fu il lancio di due cosmetici, il cui ricavato totale fu donato alla MAC AIDS Foundation per aiutare concretamente in tutto il mondo le persone affette da Hiv/Aids.

Bono Jay-Z e Rihanna hanno inciso una canzone per aiutare gli abitanti di Haiti colpiti dal terremoto del 2011

Non poteva poi mancare il suo aiuto nella lotta alla pandemia da Covid-19. E così nel marzo del 2020 Rihanna ha fatto una donazione da 5 milioni di dollari agli operatori sanitari della città di New York e un’altra donazione da 700mila dollari in ventilatori polmonari da destinare al suo Paese d’origine, le Barbados. Finita qui? Niente affatto. Perché nell’aprile del 2020, poi, Rihanna ha ulteriormente donato insieme al co-fondatore di Twitter Jack Dorsey oltre 4 milioni di dollari per fornire supporto a delle nuove associazioni nate in seguito ai vari lockdown che si occupano di difesa delle persone e dei bambini vittime di violenza domestica.

Rihanna, cantante o paladina della giustizia?

Rihanna ha donato 5 milioni agli operatori sanitari della città di New York

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Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
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