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Roma, studentessa di 16 anni insultata dalla professoressa: "Copriti la pancia. Che stai sulla Salaria?"

di REMY MORANDI -
15 febbraio 2022
Ragazza ombelico

Ragazza ombelico

"Ma che stai sulla Salaria?". Al liceo scientifico Righi di Roma è esplosa una bufera per le parole usate da una professoressa nei confronti di una studentessa di 16 anni. La ragazza era stata redarguita perché stava girando un video su TikTok indossando una maglietta ritenuta troppo corta dalla prof, che appunto le si è rivolta dicendole "Stai sulla Salaria?", riferendosi a una strada a Roma frequentata da prostitute. Immediata la reazione dei compagni della ragazza e degli studenti del liceo che hanno così deciso: "Andremo a scuola con gonna e short per protestare contro la prof che ha offeso la nostra amica. Romperemo il dress code".

Liceo Righi di Roma, che cosa è successo tra la prof e la studentessa

A spiegare meglio com'è andata la vicenda, anticipata stamani da Repubblica, è la preside del liceo Righi di Roma, Cinzia Giacomobono: "Io non ero presente - tiene a precisare all'Ansa - ma sicuramente non è giusto da parte di un educatore far riferimento a certe situazioni. Le parole sono state fuori luogo, non le giustifico ma non credo che la professoressa abbia voluto intenzionalmente offenderla. Ho detto alla ragazza che se la docente ha sbagliato chiederà scusa. Ma non è una questione di dress code. È stata più di una questione legata ad un video messo in rete, tra le altre cose la professoressa in questione si occupa proprio di cyber bullismo". La preside Giacomobono ha incontrato sia la prof che la studentessa. Quest'ultima, continua a raccontare la preside, "mi ha mostrato il suo dispiacere, per la situazione in cui si è trovata coinvolta. Oggi ho avuto modo di parlare anche con l'insegnante che mi ha raccontato la sua versione: doveva fare una supplenza, perché il docente titolare era assente. Nel frattempo, mentre raggiungeva la classe, vede la ragazza intenta a fare un video con il cellulare e si era alzata la maglietta per lasciare scoperta la pancia. Quindi stava facendo questo ballo provocante davanti al cellulare. La professoressa è intervenuta cercando di fare un rimprovero a lei ma soprattutto per il video", ha sottolineato la preside. "Facciamo tanto per far capire agli studenti che tutto quello che mettono in Rete in qualche modo gli si potrebbe ritorcere contro", avrebbe detto la professoressa alla preside. Giacomobono infatti tiene a precisare che è l'atto stesso del video ad aver "colpito" la docente, non il dress code in sé.  E in merito alla frase "Stai sulla Salaria?" la preside ha sottolineato che "Sono certa che la professoressa non volesse essere così offensiva nei confronti della ragazza. Le è uscita una frase infelice".

La storia su Instagram del collettivo studentesco Ludus: "Domani la protesta contro il dress code"

La protesta degli studenti: "Domani vestiamoci contro il dress code"

La protesta degli studenti è scattata immediatamente. "È una mia cara amica - dice un ragazzo all'Ansa -. Abbiamo entrambi 16 anni. L'abbiamo costretta a parlare con la preside. Di solito queste cose le scivolano addosso ma questa volta era arrabbiatissima. Stava solo facendo un TikTok durante un'ora di buco. Le si è scoperta solo un po' la pancia. Sei una docente, in più donna, sai che certe cose fanno male - sottolinea il ragazzo -. Domani tutti noi alunni ci vestiremo in modo da rompere il dress code della scuola. Chi in pantaloncini, chi in gonna. Da noi il dress code è definito ancora come nell'Ottocento: abbigliamento consono", conclude lo studente. Il 'Collettivo Ludus' del liceo Righi di Roma ha organizzato su Instagram le proteste di domani. Nelle storie si invitano le studentesse e gli studenti a vestirsi contro il dress code. Poi il collettivo informa che ci sarà uno sciopero nella prima ora delle lezioni e si terrà a scuola un'assemblea straordinaria contro la violenza di genere. Infine, nell'ultima storia pubblicata dal collettivo si ricorda agli studenti di vestirsi contro il dress code e portare cartelloni sul tema. "Succede spesso che le ragazze vengono riprese per il proprio abbigliamento: pantaloncini e gonne corte. Spesso vengono dati giudizi dagli insegnanti, succede spesso, è successo anche a me - così dice all'Ansa Syria, una studentessa ed esponente del movimento studentesco romano 'La Lupa' -. Ma quello che è accaduto al Righi trovo che sia di una gravità inaudita per le parole utilizzate. È assurdo che un'insegnante possa giudicare e commentare l'abbigliamento di una ragazza, in più con parole scandalose. Oggettificare il suo corpo in questo modo, legittimando dei commenti che vengono fatti spesso sul corpo di noi ragazze... Dobbiamo dare una risposta forte e collettiva. La scuola ha un ruolo di confronto ma anche di cura e relazione, impariamo a prenderci cura gli uni degli altri. E da parte di un professore/professoressa - conclude la ragazza - non è accettabile che venga utilizzato un linguaggio rappresentativo di una mentalità chiusa, patriarcale e maoista".