Rosa Cenere, a Bologna il progetto artistico per non dimenticare l’omocausto

La mostra, allestita in Salaborsa, verrà inaugurata giovedì 27 giugno e sarà visitabile fino al 20 luglio

di MARCO PILI -
26 giugno 2024
Omocausto, una strage troppo poco indagata

Omocausto, una strage troppo poco indagata

Nel decimo anniversario del progetto artistico curato da PeopAll del Cassero LGBTQIA+ Center di Bologna, l’esposizione “Rosa Cenere” sarà visitabile dal 27 giugno all’interno dello spazio espositivo Le Scuderie di Salaborsa, principale biblioteca pubblica del capoluogo emiliano.

Il progetto, nato nel 2014, punta a indagare e rappresentare la realtà storica dell’omocausto, cioè la segregazione e la persecuzione delle persone Lgbtqia+ all'interno dei campi di concentramento nazifascisti.

L’omocausto

Gli uomini omosessuali, costantemente sottoposti a violenze, malnutrizione, soprusi e, molte volte, uccisi, venivano individuati all’interno dei luoghi di prigionia tramite un triangolo rosa appuntato sulle divise, il quale aveva lo scopo di differenziarli dagli altri prigionieri. È su questo elemento che ruotano i progetti grafici esposti, unitamente al colore nero che veniva associato alle persone definite “asociali”. Una connotazione attribuita alle persone lesbiche, non paragonate agli uomini omosessuali in quanto un articolo del Codice civile tedesco, il Paragrafo 175, criminalizzava unicamente l'omosessualità maschile. La norma, abrogata definitivamente nel 1994, ha comportato l’uccisione di migliaia di persone gay nel corso della Seconda guerra mondiale.

La mostra “Rosa Cenere” 

La mostra, visitabile in autonomia, è composta dalle 17 tavole del progetto originale, alle quali se ne aggiungono otto nuove realizzate da nove artisti e artiste dedicate alla storia di sette persone. Tra loro spicca il racconto delle vicissitudini di Lucy Salani, unica donna transessuale italiana sopravvissuta al campo di concentramento di Dachau e scomparsa il 22 marzo 2023. A lei sono dedicate due grafiche realizzate da Ada Morandin e Ren Arman.

Per gli ideatori di PeopAll, “Rosa Cenere nasce dalla volontà di raccontare la memoria che, durante gli anni, ha rischiato di perdersi nelle pieghe di un silenzio imposto dalla vergogna nel mostrare le cicatrici che l’orrore nazifascista aveva impresso sui corpi dei deportati e delle deportate omosessuali”. La mostra, dunque, si presenta in seguito ad un attento lavoro di studio e di ricerca che, nel corso dell’inaugurazione, vedrà la presentazione di un nuovo catalogo, creato in occasione del decennale, che accompagna il lavoro di ricerca grafica con una selezione di testi originali delle curatrici e dei curatori della mostra.

Il Cassero LGBTQIA+ center

Il progetto è stato curato da PeopAll, laboratorio politico del Cassero Lgbtqia+ Center, un progetto nato con la volontà di formare attivisti e attiviste consapevoli e capaci di relazionarsi col panorama Lgbtqia+ locale e nazionale. Il gruppo di lavoro è parte del Cassero center di Bologna, fondato nel 1982 e da sempre in continua espansione. Ad oggi, ricopre il ruolo di comitato provinciale Arcigay di Bologna.

Il gruppo PeopAll, nello specifico, si occupa di organizzare iniziative politiche e di piazza, al fine di sensibilizzare la comunità e la cittadinanza verso un cambiamento sociale e culturale orientato ai valori di accoglienza, uguaglianza e lotta alle discriminazioni di ogni tipo.