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Home » Attualità » Roma, salvi per ora i suini della Sfattoria degli Ultimi

Roma, salvi per ora i suini della Sfattoria degli Ultimi

Il Tar del Lazio ha sospeso il provvedimento di abbattimento fino al 12 settembre. Presto un confronto tra Asl e i volontari del rifugio

Ludovica Criscitiello
21 Agosto 2022
sfattoria ultimi peste suina

Sfattoria degli Ultimi

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Sono stati giorni difficili per la Sfattoria degli Ultimi. Ma ora forse si è aperto finalmente uno spiraglio per la loro salvezza. Il 19 agosto il Tar del Lazio ha pubblicato un nuovo decreto, dopo il ricorso di molte associazioni animaliste, contro il provvedimento dell’Asl di Roma di abbattere i 130 maiali con l’elettroshock nell’ottica del contrasto alla peste suina africana.  Animali maltrattati e abbandonati che i volontari della Sfattoria hanno salvato prendendosene cura in questi anni. Tra di loro c’è anche Dior il maialino, diventato ormai popolare su Instagram per la sua docilità e simpatia, apparendo più volte per le strade di Roma al guinzaglio della sua padrona, Paola Samaritani, rappresentante della Sfattoria. Nel decreto viene ribadito che l’ordinanza dell’Asl è sospesa fino al 12 settembre, ma si richiede all’Azienda sanitaria di fissare un tavolo con i rappresentanti della Sfattoria per adottare ogni misura precauzionale che eviti l’abbattimento. Un vero e proprio dietrofront dopo l’iniziale decisione di non accogliere a richiesta di sospensiva urgente del provvedimento di abbattimento.

Cos’è successo

La Sfattoria degli Ultimi ospita animali abbandonati o maltrattati

In pratica l’8 agosto l’Asl 1 ha notificato alla Sfattoria la decisione di abbattimento degli animali perché si trovano nella cosiddetta ‘zona rossa’ (ovvero zona infetta in relazione alla peste suina africana) che comprende tutto il territorio romano. L’associazione ha contestato la decisione, sostenendo che essendo animali Dpa (ovvero non destinato alla produzione di alimenti) e quindi da affezione, non possono essere abbattuti secondo legge. Il Tar però, come ha spiegato in un post l’associazione sulla pagina Facebook, “ha rigettato la richiesta di sospensiva urgente e per questo l’ordinanza di abbattimento può diventare esecutiva”. Anche il commissario nominato per l’emergenza, Angelo Ferrari, ha ritenuto non accoglibile la richiesta di non procedere all’abbattimento dei suini in questione perché, secondo quanto riferito dall’Asl, le strutture che ospitano gli animali sono state occupate abusivamente e gli animali non sono tracciati e non ci sono certificazioni di provenienza. Accuse respinte al mittente dalla Sfattoria.

La zona rossa

Attivisti per gli animali protestano fuori dalla Sfattoria degli Ultimi contro la decisione dell’Asl 1

Di cosa si tratta? A maggio di quest’anno, dopo la scoperta di alcuni casi di peste suina nella Capitale, la Commissione Europea ha chiesto all’Italia di prendere provvedimenti. Provvedimenti che si sono tradotti nell’ordinanza, firmata dal Ministero della Salute, di istituire fino al 31 agosto una zona rossa che copre diverse aree, tra cui quella dove si trova la Sfattoria a Nord di Roma (via Arcore, zona Flaminia). Ciò significa che all’interno della zona rossa, si possono applicare tutte le misure di contenimento, compreso l’abbattimento, e sussiste il divieto di esportazione della carne gli stati membri e i paesi terzi.

Il ‘no’ al massacro

Numerosi gli appelli a sostegno della Sfattoria a cominciare dalla petizione su change.org. Ma anche quelle di altre associazioni come Enpa, Leidaa, Lndc e Oipa che avevan annunciato una dura battaglia legale. E gli appelli di supporto misti allo sdegno si sono diffusi anche via social dove centinaia di utenti hanno ‘urlato’ contro la decisione dell’azienda sanitaria. Nel frattempo i volontari della Sfattoria avevano anche iniziato lo sciopero della fame.

 

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  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
Sono stati giorni difficili per la Sfattoria degli Ultimi. Ma ora forse si è aperto finalmente uno spiraglio per la loro salvezza. Il 19 agosto il Tar del Lazio ha pubblicato un nuovo decreto, dopo il ricorso di molte associazioni animaliste, contro il provvedimento dell'Asl di Roma di abbattere i 130 maiali con l'elettroshock nell’ottica del contrasto alla peste suina africana.  Animali maltrattati e abbandonati che i volontari della Sfattoria hanno salvato prendendosene cura in questi anni. Tra di loro c’è anche Dior il maialino, diventato ormai popolare su Instagram per la sua docilità e simpatia, apparendo più volte per le strade di Roma al guinzaglio della sua padrona, Paola Samaritani, rappresentante della Sfattoria. Nel decreto viene ribadito che l'ordinanza dell'Asl è sospesa fino al 12 settembre, ma si richiede all'Azienda sanitaria di fissare un tavolo con i rappresentanti della Sfattoria per adottare ogni misura precauzionale che eviti l'abbattimento. Un vero e proprio dietrofront dopo l'iniziale decisione di non accogliere a richiesta di sospensiva urgente del provvedimento di abbattimento.

Cos’è successo

La Sfattoria degli Ultimi ospita animali abbandonati o maltrattati
In pratica l’8 agosto l’Asl 1 ha notificato alla Sfattoria la decisione di abbattimento degli animali perché si trovano nella cosiddetta ‘zona rossa’ (ovvero zona infetta in relazione alla peste suina africana) che comprende tutto il territorio romano. L’associazione ha contestato la decisione, sostenendo che essendo animali Dpa (ovvero non destinato alla produzione di alimenti) e quindi da affezione, non possono essere abbattuti secondo legge. Il Tar però, come ha spiegato in un post l’associazione sulla pagina Facebook, "ha rigettato la richiesta di sospensiva urgente e per questo l’ordinanza di abbattimento può diventare esecutiva". Anche il commissario nominato per l’emergenza, Angelo Ferrari, ha ritenuto non accoglibile la richiesta di non procedere all’abbattimento dei suini in questione perché, secondo quanto riferito dall’Asl, le strutture che ospitano gli animali sono state occupate abusivamente e gli animali non sono tracciati e non ci sono certificazioni di provenienza. Accuse respinte al mittente dalla Sfattoria.

La zona rossa

Attivisti per gli animali protestano fuori dalla Sfattoria degli Ultimi contro la decisione dell'Asl 1
Di cosa si tratta? A maggio di quest’anno, dopo la scoperta di alcuni casi di peste suina nella Capitale, la Commissione Europea ha chiesto all’Italia di prendere provvedimenti. Provvedimenti che si sono tradotti nell’ordinanza, firmata dal Ministero della Salute, di istituire fino al 31 agosto una zona rossa che copre diverse aree, tra cui quella dove si trova la Sfattoria a Nord di Roma (via Arcore, zona Flaminia). Ciò significa che all’interno della zona rossa, si possono applicare tutte le misure di contenimento, compreso l’abbattimento, e sussiste il divieto di esportazione della carne gli stati membri e i paesi terzi.

Il ‘no’ al massacro

Numerosi gli appelli a sostegno della Sfattoria a cominciare dalla petizione su change.org. Ma anche quelle di altre associazioni come Enpa, Leidaa, Lndc e Oipa che avevan annunciato una dura battaglia legale. E gli appelli di supporto misti allo sdegno si sono diffusi anche via social dove centinaia di utenti hanno ‘urlato’ contro la decisione dell’azienda sanitaria. Nel frattempo i volontari della Sfattoria avevano anche iniziato lo sciopero della fame.  
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