Sindaco Borghi le sveliamo un segreto: le battute sessiste non fanno più ridere

"In un reparto donne belle, giovani e aitanti, nell'altro danno solo catorci" è la frase detta da Sauro Borghi, sindaco di San Prospero (provincia di Modena), e che secondo lui sarebbe stata male interpretata

di CHIARA CARAVELLI -
28 novembre 2023
sindaco sauro borghi

sindaco sauro borghi

"Lui ha preso due donne belle, giovani e aitanti, mentre a lui danno solo dei catorci". Queste le parole pronunciate dal sindaco dem del comune di San Prospero (piccolo paese in provincia di Modena), Sauro Borghi (Pd), durante l’incontro ‘Nuovi servizi per nuovi bisogni’ organizzato il 20 novembre nell’auditorium Volmer Fregni.

La battuta sessista del sindaco

L’evento, al quale hanno partecipato diversi professionisti, era stato promosso dall’Ausl di Modena per presentare ai cittadini l’offerta sanitaria sul territorio. Sul palco, il primario di Chirurgia dell’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola, Stefano Sassi, stava spiegando alla platea le nuove assunzioni, visto che sono due le figure professionali che si uniranno al suo reparto. È in quel momento che, rivolgendosi al direttore di Ortopedia, Borghi pronuncia la frase sessista. Tradotto: a Chirurgia vanno "due professioniste belle, giovani e aitanti", mentre nel reparto di Ortopedia ci sono solo medici maschi "catorci". Dopo alcune risatine generali, Sassi sta al gioco e ribatte: "Sì, perché gli ortopedici sono tutti uomini brutti".

L'imbarazzo del partito e non solo

Le parole del primo cittadino di San Prospero non sono assolutamente passate inosservate, tanto che la segretaria provinciale di ‘Noi Moderati’, Manuela Spaggiari, ha preso una posizione netta: "A Roma come a Modena – le sue parole – il Partito democratico scende in piazza a difesa della libertà delle donne, contro il sessismo e la violenza fisica e verbale che tante di noi subiscono. Battaglie che come donna, ovviamente, condivido e che mi vedono sempre in prima fila. Dispiace davvero notare, e non è la prima volta, che il Pd tollera comportamenti scorretti da parte dei suoi rappresentanti. Mi chiedo cosa sarebbe successo se a pronunciare quella frase fosse stato un esponente del centrodestra".

Patrizia Belloi, portavoce della Conferenza delle donne dem di Modena

Le critiche però sono arrivate anche dallo stesso Partito democratico: "Caro sindaco Borghi – scrive Patrizia Belloi, portavoce della Conferenza delle donne dem di Modena – le facciamo questo appello. Quando e se le torna la fregola irrefrenabile di esternare una battuta sessista mentre riveste il ruolo affidatole dai cittadini, per favore, si taccia. Non ci metta in imbarazzo e chieda scusa prima ancora che siamo noi a chiederle di farlo".

Un cambiamento è necessario

Le parole di Borghi sono la dimostrazione di come il dibattito di questi giorni, innescato dalle parole di Elena Cecchettin, sia più che mai necessario. A pochi giorni dal 25 novembre, un episodio del genere deve fare riflettere tutti, soprattutto chi fino a poco tempo fa non percepiva – o continua a non percepire – il sessismo dietro frasi come quelle del primo cittadino di San Prospero. La violenza di genere parte delle parole e del messaggio che veicolano, anche se chi le pronuncia è in “buona fede”. Il punto più basso della famosa piramide della cultura dello stupro è composto proprio da atteggiamenti sessisti e battute da spogliatoio, viste dalla maggior parte della società come innocue e goliardiche (aggettivo che nessuno in Italia utilizza se non per descrivere le battute sessiste). Il sindaco Borghi pare si sia reso conto più dell'imbarazzo suscitato - giustamente - che della gravità delle sue parole. Ovviamente, come quasi sempre accade (il quasi è solo per essere buoni), la replica è la seguente: "Battuta male interpretata, chiedo scusa".  Come se certe parole abbiano bisogno di essere interpretate. Guarda caso ad essere in mala fede è sempre chi ascolta, mai chi parla. Quanto sarebbe molto più costruttivo - per gli uomini soprattutto, alla luce di quanto detto in questi giorni - ammettere semplicemente l'errore? In un incontro pubblico, la più alta carica istituzionale presente in quel momento non può permettersi un commento del genere. "La parole – interviene Giuditta Pini, ex deputata Pd, ora nella Direzione nazionale – sono pietre. Pronunciando frasi sessiste che non possono considerarsi battute, Borghi non si rende conto di essere imbarazzante e fuori dal tempo. La cosa che rende tutto questo inaccettabile è che sia del Partito Democratico. Ora la domanda è: questo sindaco può parlare a nome di una comunità come quella del nostro partito, che da anni si batte contro sessismo e misoginia?".

Oggi c'è più attenzione (per fortuna)

Il focus, però, rimane un altro. Chi era seduto in platea, si è reso conto di quanto è successo? La frase del sindaco ha fatto ridere, sorridere, o qualcuno ha storto il naso? La nota positiva, che per i più ottimisti assomiglia sempre più alla luce in fondo al tunnel, è che, fino a poco tempo fa, quel commento sarebbe passato inosservato. Fino a poco tempo fa, avremmo assistito a uno sgradevole quadretto: un gruppetto di uomini potenti impegnati a fare battute sessiste sul palco, con la complicità del pubblico e, a malincuore, delle donne. Parlare della cultura patriarcale e del sistema in cui tutte e tutti siamo immersi, serve proprio a questo: riconoscere le situazioni e guardarle da un’altra prospettiva. E, magari, la prossima volta qualcuno interromperà l'ennesimo uomo che si sente legittimato a parlare delle donne per il loro aspetto fisico, pensando di fare loro un complimento.