Tra il 2019 e il 2021 sono stati 24 i casi di matrimoni forzati in Italia, ma questi numeri "sono solo la punta dell'iceberg di un problema che fa fatica a emergere". L'associazione Non c'è pace senza giustizia, sostenuta da The Circle Italia onlus, il 10 dicembre nella giornata dei diritti umani ha presentatato Spose Bambine: Indagine sui matrimoni minorili in Italia (qui il rapporto completo) a cui la senatrice e leader di +Europa Emma Bonino ha deciso di dedicare una conferenza stampa a Palazzo Madama, grazie al sì della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati.
Apre la senatrice Bonino: "Le donne sono sempre di qualcuno: dei padri, delle famiglie, delle tribù, dei paesi e invece Io sono mia!"
I matrimoni minorili sono un problema di genere, "all'origine di questo fenomeno vi è infatti una concezione sociale della donna come inferiore a quello dell'uomo, che si esprime in una inaccettabile tendenza al controllo del comportamento femminile: del corpo della donna, della sua sessualità e della sua funzione riproduttiva", scrive in una lettera la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati richiamando "le istituzioni tutte alla responsabilità" e a mettere in campo formazione e educazione per superare stereotipi, pregiudizi e norme sociali archaiche. Dopo aver letto la lettera della presidente, la senatrice Emma Bonino precisa: "Se lo chiamiamo senza edulcorazioni, il matrimonio giovanile e forzato è in realtà un autorizzazione allo stupro", sottolineando che "non è tanto un problema normativo, ma la presa di consapevolezza del fenomeno è dura a pentrare". E per provare a spiegare quanto, Bonino richiama una slogan: "Io sono mia. Quando ero piccola questo slogan faceva molto scalpore: nessuno riusciva a capire, salvo le donne ovviamente", perché, continua: "le donne in generale e le bambine in particolare sono sempre di qualcuno: del padre, della famiglia, del fidanzato, della tribù, del paese, non sono mai loro". E invece: "Io sono mia!"."Il matrimonio minorile non è un reato contro la famiglia, ma una violazione dei diritti umani: servono dati"
Fino al 2019 in Italia non avevamo il reato di matrimonio forzato, che è stato introdotto con la legge 69/2019 del codice rosso. "Rimane però una lacuna, identificata anche dall'ex garante per l'infanzia Filomena Albano: ed è il fatto che l'aggravante della minore età rappresenti solo un'aggravante e non un reato autonomo. Quindi non esiste nell'ordinamento italiano il reato autonomo di matrimonio forzato", spiega l'associazione Non c'è pace senza Giustizia, che aggiunge: "Il matrimonio forzato ricade all'interno dei cosiddetti reati contro la famiglia e non nelle violazioni dei diritti dell'individuo e in particolare della donna e della bambina, come invece dovrebbe essere per identificarlo e contrastarlo al meglio". Per quanto riguarda invece il matrimonio minorile, la legge italiana lo prevede a partire dai 16 anni. L'articolo 84 del codice civile stabilisce che i minori di età non possono contrarre matrimonio, prevedendo una deroga per i minori che abbiano compiuto i 16 anni per i quali il matrimonio può essere autorizzato dal tribunale per i minorenni solo per "gravi motivi":- per il riconoscimento del figlio già nato o che sta per nascere, quando viene mostrato un comportamento equilibrato e responsabile;
- quando i nubendi già convivono e hanno un lavoro e un figlio;
- quando la convivenza more uxorio è caratterizzata da un serio legame affettivo, in presenza dei presupposti di maturità psico-fisica del minore;
- quando il minore è esposto alle conseguenze negative che la convivenza more uxorio può comportare in un piccolo ambiente provinciale, dove tutti si conoscono e dove ancora hanno importanza i valori della famiglia legittimamente costituita
- quando il matrimonio è necessario per far superare al minore pericolose esperienze vissute nella famiglia di origine