Stalking al femminile. A oltre 70 anni. Succede in un centro anziani in provincia di Grosseto dove ‘carnefice’ e ‘vittima’ si sono conosciuti. Spesso si dice ‘l’amore non ha età’. Stavolta è
la gelosia a non avere limiti anagrafici. Un’insana gelosia a oltre 70 anni per
un uomo sposato che non ne voleva sapere assolutamente nulla di lei che adesso ha 78 anni.
La gelosia malata di una over 70 anni si è trasformata in reato
Ma la donna non ha saputo tenere a freno questa
passione malata tanto che è stata querelata e adesso dovrà affrontare
un procedimento penale per stalking. Proprio perché lei non avrebbe accettato il rifiuto dell’uomo a intraprendere una relazione sentimentale. Sentimenti e carte burocratiche arriveranno dopo l’estate davanti al giudice Sergio Compagnucci del
tribunale di Grosseto. Il pubblico ministero
Valeria Lazzarini ha chiesto il processo per la donna 78enne, per fatti avvenuti fino all’ottobre 2021 ma risalenti indietro nel tempo, già molto prima del periodo Covid.
Il tribunale di Grosseto
Stalking: 'galeotto' fu il lampadario
Tutto nasce (o forse è solo il pretesto) da una richiesta d’aiuto. La donna aveva bisogno di una mano per un
problema al lampadario nella sua abitazione, così chiede aiuto all’uomo conosciuto al centro anziani. Lui va a dare una sistemata e risolve il problema: aggiusta sì il lampadario ma non sa ancora che per lui quello è l’inizio di un incubo. L’uomo, 76 anni, felicemente sposato e con due figli, da quel momento - secondo quanto raccontato nella
querela – si ritrova a dover gestire un sentimento non contraccambiato e una gelosia all’ennesima potenza. Il suo calvario è fatto di telefonate e messaggi di lei a tutte le ore, anche di notte. Ma non solo, anche
appostamenti. Andare al centro anziani per giocare a carte con gli amici diventa impossibile.
L'anziana si era invaghita di un uomo conosciuto al centro anziani
Anzi, lo era già prima perché
la stalker – secondo quanto raccontato dall’uomo – lo aveva messo nel mirino già da tempo,
infastidendolo. Al punto che la presidenza del centro era stata costretta ad allontanarla dalla sala, almeno una volta. Poi la vicenda del lampadario, che aveva fatto scatenare quella che appare alla Procura
una gelosia immotivata, ingiustificabile, fatta anche di messaggi deliranti, di offese e minacce. L’anziana, accecata dalla sua gelosia, si era addirittura convinta che il coetaneo se la facesse con una donna, Antonella la chiamava, e voleva fare di tutto perché questa presunta relazione terminasse. L’anziana
voleva l’uomo tutto per sé ed era disposta a fare qualsiasi cosa per averlo. Così nei tantissimi messaggi inviati, ci sono frasi del tipo “stai bene con quella maglietta” ma anche parole molto più pesanti, oggi tutte inseriti nel
fascicolo in vista del processo. Tra i messaggi più eclatanti “tanto vengo a trovarsi all’obitorio”, forse scritto dopo l’ennesimo rifiuto, oltre a
offese come “deficiente, impotente, sei uno schiavo” per poi concludere con cattivi auspici (minacce vere e proprie) come “speriamo che tu muoia, ammazzati”.
Sentimenti e carte burocratiche arriveranno dopo l’estate all'attenzione del giudice Sergio Compagnucci del tribunale di Grosseto
Per il pensionato, insomma, una situazione non più sostenibile. A nulla era servito cambiare numero di telefono perché la 78enne era riuscita a procurarsi anche quello nuovo. Come? Entrando di nascosto nell’auto del pensionato (forse quando lui era con gli amici al centro anziano) e frugando un po’ fino a trovare un foglietto su cui si era appuntato il nuovo numero. L’uomo ha cambiato più volte numero di cellulare ma senza successo. La
stalker non si è fermata neppure davanti alla pandemia e alle relative restrizioni. Quando il centro anziani era chiuso, l’uomo si ritrovava
al bar per la classica partita a carte. E la stalker si era presentata anche al locale da cui
era stata allontanata. Per tutta risposta la 78enne si è presentata dai carabinieri
querelandolo per lesioni, asserendo di essere stata strattonata per la borsa. La querela è stata immediatamente archiviata perché infondata. Non la denuncia presentata dal pensionato.