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Tawy, il giovane indigeno in marcia dodici ore attraverso la foresta con il padre sulle spalle

di LUCIA LAPI -
17 gennaio 2022
vaccino -foto virale

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Tawy ha camminato dodici ore attraverso la foresta portando suo padre Wahu sulle spalle per raggiungere un sito di vaccinazione. Si ore di cammino nella selva brasiliana con il papà sulle spalle, e altre sei per tornare nel proprio villaggio: è l’impresa attribuita a Tawy Zoé, un giovane indigeno, per permettere al proprio genitore di vaccinarsi con la prima dose contro il Covid, secondo quanto raccontato dal medico Erik Jennings.
Tawy ha camminato dodici ore attraverso la foresta portando suo padre Wahu sulle spalle per raggiungere un sito di vaccinazione

Tawy ha camminato dodici ore attraverso la foresta portando suo padre Wahu sulle spalle per raggiungere un sito di vaccinazione (foto tratta dal profilo Instagram di Erik Jennings)

Il quale sul proprio profilo Instagram ha pubblicato una foto di padre e figlio che sta facendo il giro del mondo. “È lo scatto più significativo del 2021”, ha scritto Jennings, che ha diffuso la foto di Tawi Zoé e del padre Wahu.
Le capanne sono state installate in aree aperte per ridurre il rischio di infezione

Le capanne sono state installate in aree aperte per ridurre il rischio di infezione (foto tratta dal profilo Instagram di Erik Jennings)

Secondo Bbc World, la zona in cui vivono i due è lo stato di Pará, nel nord del Brasile, in una zona di foresta considerata altamente protetta per il proprio valore ecologico. Jennings ha spiegato al quotidiano spagnolo El Mundo di essersi occupato della vaccinazione della popolazione dell’area. “È arrivato il 2022 e nessun caso di Covid-19 è stato registrato nella popolazione di Zoé”, ha aggiunto il medico su Instagram.

La storia

Caricare il proprio padre sulla schiena e camminare nella foresta per sei ore fino al sito di vaccinazione più vicino, affinché anche l’anziano di famiglia possa essere protetto dalla pandemia da coronavirus. E poi tornare a casa dopo l’iniezione. Dodici ore di cammino in tutto in un territorio impervio. È successo nell’Amazzonia brasiliana e la foto che ritrae il 24enne Tawy con il padre Wahu (67 anni) sul dorso ha fatto il giro del mondo, diventando virale attraverso la rete. Lo scatto—a opera del medico Erik Jennings Simões e pubblicato qualche giorno fa sul suo profilo Instagram: “È il momento più commovente e sorprendente del 2021 - il suo commento - , oltre che il simbolo della complicata situazione logistica in una delle zone più remote del mondo".
Erik Jennings e un indigeno della camunità Zoé

Erik Jennings e un indigeno della camunità Zoé, (foto tratta dal profilo Instagram di Erik Jennings)

I due protagonisti di questa storia di straordinaria quotidianità hanno appena ricevuto una dose di vaccino e si preparano per il ritorno, altre sei ore di cammino “attraverso una foresta di colline, ruscelli massi e ostacoli naturali di qualsiasi tipo. Ma siamo nel 2022 — scrive ancora Erik Jennings — e ancora nessun caso di Covid-19 è stato riscontrato nella comunità indigena degli Zoé". La tribù conta circa 325 membri che vivono in relativo isolamento, sparsi in decine di villaggi su un’area paragonabile a 1,2 milioni di campi da calcio, nello stato settentrionale di Pará. I dati ufficiali dicono che 853 indigeni sono morti di coronavirus, ma i gruppi per i diritti degli indigeni dicono che il numero è molto più alto. Nessun caso di Covid-19 è stato registrato nella popolazione di Zoé. Un’indagine di Apib, un’associazione senza scopo di lucro brasiliana, sostiene che 1.000 indigeni siano morti solo tra marzo 2020 e marzo 2021.

Lo scatto

Erik Jennings Simões, il medico che ha scattato la foto un anno fa ma ha deciso di pubblicarla solo ora, ha spiegato che Wahu non vedeva quasi nulla e camminava con difficoltà a causa di problemi urinari cronici: "È stata una dimostrazione molto bella della bella relazione tra loro", riporta il sito BBC News Brasil. La risale al gennaio del 2021, proprio all’inizio della campagna di vaccinazione in Brasile, uno dei paesi più colpiti al mondo dalla pandemia. Ma Simões l’ha condivisa su Instagram solo il 1° gennaio di quest’anno, per inviare un “messaggio positivo all’inizio del nuovo anno“.
Erik Jennings, il medico autore dello scatto

Erik Jennings, il medico autore dello scatto, (foto tratta dal profilo Instagram di Erik Jennings)

Gli indigeni, all’epoca, erano stati considerati un gruppo prioritario. E il gruppo di sanitari incaricato di seguire gli Zoé si è trovato di fronte a una bella sfida: sarebbe stato impossibile andare in ogni villaggio, poiché ci sarebbero volute settimane per vaccinare tutti, a causa della dispersione. La strategia adottata, allora, è consistita nell’allestimento di capanne nella foresta, coordinando le ondate di somministrazione nelle varie comunità via radio. Lo scorso settembre, tuttavia, Wahu è morto per ragioni che ancora non chiare. Tawy è rimasto in famiglia e di recente si è fatto somministrare la sua terza dose di vaccino. “Nella nostra condotta, cerchiamo di adottare pratiche che rispettano e tengono conto della cultura e della conoscenza del popolo Zoé», ha ricordato Simões, 52 anni, da venti impegnato nella cura dei popoli della foresta.