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Home » Attualità » Teatro di Mariupol, il bombardamento è un crimine di guerra? Ecco perché la Russia è difficilmente incriminabile

Teatro di Mariupol, il bombardamento è un crimine di guerra? Ecco perché la Russia è difficilmente incriminabile

Almeno 500 civili presenti nell'edificio. Ai piedi del palazzo c'erano due grandi scritte "bambini" per evitare che il teatro finisse sotto i bombardamenti. Bastano queste informazioni per definire l'attacco un crimine di guerra? Che cosa prevede la Corte penale internazionale dell'Aja e l'articolo 8 dello Statuto di Roma

Remy Morandi
17 Marzo 2022
Il bombardamento al teatro di Mariupol

Il bombardamento al teatro di Mariupol

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Nel teatro di Mariupol c’erano “almeno 500 civili“, denuncia Human Rights Watch. Per il vicesindaco della città, Serhiy Orlov, erano mille o milleduecento le persone che si stavano rifugiando nell’edificio bombardato nella serata di mercoledì 16 marzo. Al momento non ci sono conferme sul bilancio dei morti. Una buona notizia è arrivata dal deputato ucraino Serhiy Taruta: “Il rifugio antiaereo del teatro di Mariupol ha resistito all’attacco e le persone sono sopravvissute”, ha fatto sapere il deputato in un post su Facebook. Davanti e dietro al palazzo – come si vede nelle foto satellitari diffuse dall’azienda americana Maxar Technologies – erano state disegnate due grandi scritte in cirillico, “дети“, ovvero “bambini“, per evitare che il teatro finisse sotto i bombardamenti. E invece, secondo le autorità cittadine di Mariupol, il teatro è stato distrutto da una bomba lanciata da un caccia russo. Il Cremlino nega: secondo il ministero della Difesa di Mosca, è stata una milizia ultranazionalista ucraina, il Battaglione Azov, ad aver distrutto il teatro.

Le immagini satellitari del teatro di Mariupol. Davanti e dietro al palazzo le due scritte “дети”, ovvero “bambini”

Cos’è successo al teatro di Mariupol è dunque ancora tutto da verificare. Ma il fatto che sia stato distrutto un edificio usato come rifugio dai civili ucraini, fa sorgere una domanda: il bombardamento al teatro di Mariupol è un crimine di guerra? E la stessa domanda vale anche per l’ospedale pediatrico di Mariupol, per la strage di civili in fila per il pane a Chernihiv e per tutte quelle altre volte in cui, da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina lo scorso 24 febbraio, a essere presi di mira dai missili e dalle bombe sono i civili. Per il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, Vladimir Putin è un “criminale di guerra”, e per il governo britannico di Boris Johnson, quanto accaduto a Mariupol è “un’evidente violazione del diritto internazionale”. Ma che cos’è un crimine di guerra? E il bombardamento del teatro di Mariupol è una violazione del diritto internazionale?

La Corte penale internazionale dell’Aja ordina alla Russia di fermare l’invasione in Ucraina

Mercoledì 2 marzo 2022 la Corte penale internazionale dell’Aja ha aperto un’indagine per verificare presunti crimini di guerra commessi dalla Federazione Russa nel corso dell’invasione in Ucraina. “C’è una base ragionevole per ritenere che crimini di guerra o contro l’umanità siano stati commessi durante l’invasione russa dell’Ucraina”, ha dichiarato Karim Khan, uno dei giudici istruttori della Corte. Mercoledì 16 marzo, lo stesso Tribunale internazionale dell’Aja ha ordinato alla Russia di fermare la sua invasione dell’Ucraina. Come ha dichiarato in un tweet il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “l’ordinanza della Corte internazionale di giustizia è vincolante ai sensi del diritto internazionale”. E in effetti le sentenze del Tribunale dell’Aja sono vincolanti ai sensi della Carta delle Nazioni Unite e obbligherebbero dunque la Russia a fermare l’invasione. Tuttavia, come riporta il quotidiano inglese The Guardian, la Corte internazionale dell’Aja non ha mezzi d’esecuzione per far rispettare la sua sentenza ed è dunque improbabile che l’ordinanza influenzi le scelte del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.

Tragedy in Mariupol The occupying forces destroyed a theatre that had been a refuge for nearly a thousand inhabitants of Mariupol. It is impossible to assess the scale of this inhuman incident, as the city is currently under bombardment and people are hiding under rubble. pic.twitter.com/T3Y3KbLgBR

— ╬rosenrot🇺🇦╬ (@pidr27) March 17, 2022

Cos’è un crimine di guerra?

I crimini di guerra nel diritto internazionale – ovvero l’insieme di regolamenti che vengono applicati non dai singoli Paesi ma dall’intera comunità internazionale – sono definiti in una serie di documenti, tra cui carte, trattati, convenzioni che solitamente vincolano solo i Paesi che li hanno firmati e ratificati. Il testo più recente che definisce che cos’è un crimine di guerra è l’articolo 8 dello Statuto di Roma, quello che nel 2002 ha istituito la Corte penale internazionale dell’Aja. Sarebbe impossibile riportare qui tutte le fattispecie elencate, ma tra quelli che vengono definiti “crimini di guerra” ci sono tra l’altro: dirigere deliberatamente attacchi contro popolazione civili in quanto tali o contro civili che non prendano direttamente parte alle ostilità; dirigere deliberatamente attacchi contro proprietà civili e cioè proprietà che non siano obiettivi militari; attaccare o bombardare con qualsiasi mezzo, città, villaggi, abitazioni o costruzioni che non siano difesi e che non costituiscano obiettivi militari (Statuto di Roma, Capitolo 2, Articolo 8). E come queste fattispecie ce ne sono moltissime altre ancora.

Perché è difficile considerare il bombardamento al teatro di Mariupol un crimine di guerra?

Se si prende dunque in considerazione la definizione secondo la quale è un crimine di guerra “attaccare o bombardare con qualsiasi mezzo, città, villaggi, abitazioni o costruzioni che non siano difesi e che non costituiscano obiettivi militari”, il bombardamento al teatro di Mariupol si tratterebbe dunque di un crimine di guerra. Qual è il problema allora? Il primo problema è che secondo l’articolo 12 dello Statuto di Roma, la Corte penale internazionale può esercitare la sua giurisdizione solo negli Stati che hanno deciso di aderire allo Statuto. L’Ucraina non ha mai firmato lo Statuto di Roma, e la Russia non l’ha mai ratificato. Tuttavia, bisogna però anche dire che sempre secondo l’art. 12 dello Statuto di Roma, è prevista una procedura speciale che consente a uno Stato che non fa parte dello Statuto di accettare la competenza della Corte penale internazionale relativamente ad alcuni crimini (tra i quali, crimine di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra). Nel 2015 l’Ucraina accettò la giurisdizione del Tribunale, permettendo alla Corte di indagare sui presunti crimini commessi dalla Russia in seguito all’invasione e alla conseguente annessione della Crimea nel 2014. Avendo accettato la giurisdizione della Corte, l’Ucraina ha dato così via libera alla Corte di avviare indagini, qualora ritenga che ci siano i presupposti per farlo. È per questo motivo che mercoledì 2 marzo 2022 la Corte ha aperto l’indagine per verificare presunti crimini di guerra commessi dalla Federazione Russa nel corso dell’invasione in Ucraina.

Vladimir Putin, 69 anni, è presidente della Federazione Russa dal 7 maggio 2012

Perché è difficile incriminare qualcuno?

A complicare il tutto c’è anche il fatto che la Russia non ha mai ratificato lo Statuto di Roma e dunque la Federazione russa non è legalmente obbligata a cooperare con la Corte penale internazionale. Per lo stesso motivo, come ha riferito alla Bbc Philippe Sands Qc, esperto di diritto internazionale della University College London, il Tribunale non può perseguire i leader russi. E come ha dichiarato a Euronews Marti Flacks, direttore dell’Iniziativa per i diritti umani al Centro per gli studi strategici e internazionali di Washington: “L’aspettativa per perseguire qualcuno per crimini di guerra e crimini contro l’umanità è quella di poter dimostrare la responsabilità individuale e il fatto che questa persona esegua degli ordini o sia responsabile di una politica che chiede di commettere questi crimini. E dimostrare questo può essere molto difficile – ha spiegato il direttore Flacks – soprattutto quando non si ha la cooperazione dello Stato da cui quel tipo di persona proviene, cosa che ovviamente non avremo nel caso della Russia”.

Ci sono soluzioni?

Il massimo della pena previsto dalla Corte dell’Aja è l’ergastolo. Ma come abbiamo visto, è difficile dimostrare la responsabilità personale di un crimine di guerra. Tuttavia, ci sono alcune (difficili) soluzioni. Come ha scritto James Hookway in un articolo de The Wall Street Journal, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin potrebbe essere consegnato alla Corte penale internazionale qualora dovesse perdere il suo potere. Nel caso di un cambio di regime in Russia potrebbe anche venire istituito un tribunale internazionale ad hoc, come quello che si tenne a Norimberga per preocessare i vertici nazisti alla fine della Seconda guerra mondiale. Al momento però, sembrano tutte soluzioni di difficile realizzazione.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Nel teatro di Mariupol c'erano "almeno 500 civili", denuncia Human Rights Watch. Per il vicesindaco della città, Serhiy Orlov, erano mille o milleduecento le persone che si stavano rifugiando nell'edificio bombardato nella serata di mercoledì 16 marzo. Al momento non ci sono conferme sul bilancio dei morti. Una buona notizia è arrivata dal deputato ucraino Serhiy Taruta: "Il rifugio antiaereo del teatro di Mariupol ha resistito all'attacco e le persone sono sopravvissute", ha fatto sapere il deputato in un post su Facebook. Davanti e dietro al palazzo - come si vede nelle foto satellitari diffuse dall'azienda americana Maxar Technologies - erano state disegnate due grandi scritte in cirillico, "дети", ovvero "bambini", per evitare che il teatro finisse sotto i bombardamenti. E invece, secondo le autorità cittadine di Mariupol, il teatro è stato distrutto da una bomba lanciata da un caccia russo. Il Cremlino nega: secondo il ministero della Difesa di Mosca, è stata una milizia ultranazionalista ucraina, il Battaglione Azov, ad aver distrutto il teatro.
Le immagini satellitari del teatro di Mariupol. Davanti e dietro al palazzo le due scritte "дети", ovvero "bambini"
Cos'è successo al teatro di Mariupol è dunque ancora tutto da verificare. Ma il fatto che sia stato distrutto un edificio usato come rifugio dai civili ucraini, fa sorgere una domanda: il bombardamento al teatro di Mariupol è un crimine di guerra? E la stessa domanda vale anche per l'ospedale pediatrico di Mariupol, per la strage di civili in fila per il pane a Chernihiv e per tutte quelle altre volte in cui, da quando è iniziata l'invasione russa in Ucraina lo scorso 24 febbraio, a essere presi di mira dai missili e dalle bombe sono i civili. Per il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, Vladimir Putin è un "criminale di guerra", e per il governo britannico di Boris Johnson, quanto accaduto a Mariupol è "un'evidente violazione del diritto internazionale". Ma che cos'è un crimine di guerra? E il bombardamento del teatro di Mariupol è una violazione del diritto internazionale?

La Corte penale internazionale dell'Aja ordina alla Russia di fermare l'invasione in Ucraina

Mercoledì 2 marzo 2022 la Corte penale internazionale dell'Aja ha aperto un'indagine per verificare presunti crimini di guerra commessi dalla Federazione Russa nel corso dell'invasione in Ucraina. "C'è una base ragionevole per ritenere che crimini di guerra o contro l'umanità siano stati commessi durante l'invasione russa dell'Ucraina", ha dichiarato Karim Khan, uno dei giudici istruttori della Corte. Mercoledì 16 marzo, lo stesso Tribunale internazionale dell'Aja ha ordinato alla Russia di fermare la sua invasione dell'Ucraina. Come ha dichiarato in un tweet il presidente ucraino Volodymyr Zelensky "l'ordinanza della Corte internazionale di giustizia è vincolante ai sensi del diritto internazionale". E in effetti le sentenze del Tribunale dell'Aja sono vincolanti ai sensi della Carta delle Nazioni Unite e obbligherebbero dunque la Russia a fermare l'invasione. Tuttavia, come riporta il quotidiano inglese The Guardian, la Corte internazionale dell'Aja non ha mezzi d'esecuzione per far rispettare la sua sentenza ed è dunque improbabile che l'ordinanza influenzi le scelte del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.

Tragedy in Mariupol The occupying forces destroyed a theatre that had been a refuge for nearly a thousand inhabitants of Mariupol. It is impossible to assess the scale of this inhuman incident, as the city is currently under bombardment and people are hiding under rubble. pic.twitter.com/T3Y3KbLgBR

— ╬rosenrot🇺🇦╬ (@pidr27) March 17, 2022

Cos'è un crimine di guerra?

I crimini di guerra nel diritto internazionale - ovvero l'insieme di regolamenti che vengono applicati non dai singoli Paesi ma dall'intera comunità internazionale - sono definiti in una serie di documenti, tra cui carte, trattati, convenzioni che solitamente vincolano solo i Paesi che li hanno firmati e ratificati. Il testo più recente che definisce che cos'è un crimine di guerra è l'articolo 8 dello Statuto di Roma, quello che nel 2002 ha istituito la Corte penale internazionale dell'Aja. Sarebbe impossibile riportare qui tutte le fattispecie elencate, ma tra quelli che vengono definiti "crimini di guerra" ci sono tra l'altro: dirigere deliberatamente attacchi contro popolazione civili in quanto tali o contro civili che non prendano direttamente parte alle ostilità; dirigere deliberatamente attacchi contro proprietà civili e cioè proprietà che non siano obiettivi militari; attaccare o bombardare con qualsiasi mezzo, città, villaggi, abitazioni o costruzioni che non siano difesi e che non costituiscano obiettivi militari (Statuto di Roma, Capitolo 2, Articolo 8). E come queste fattispecie ce ne sono moltissime altre ancora.

Perché è difficile considerare il bombardamento al teatro di Mariupol un crimine di guerra?

Se si prende dunque in considerazione la definizione secondo la quale è un crimine di guerra "attaccare o bombardare con qualsiasi mezzo, città, villaggi, abitazioni o costruzioni che non siano difesi e che non costituiscano obiettivi militari", il bombardamento al teatro di Mariupol si tratterebbe dunque di un crimine di guerra. Qual è il problema allora? Il primo problema è che secondo l'articolo 12 dello Statuto di Roma, la Corte penale internazionale può esercitare la sua giurisdizione solo negli Stati che hanno deciso di aderire allo Statuto. L'Ucraina non ha mai firmato lo Statuto di Roma, e la Russia non l'ha mai ratificato. Tuttavia, bisogna però anche dire che sempre secondo l'art. 12 dello Statuto di Roma, è prevista una procedura speciale che consente a uno Stato che non fa parte dello Statuto di accettare la competenza della Corte penale internazionale relativamente ad alcuni crimini (tra i quali, crimine di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra). Nel 2015 l'Ucraina accettò la giurisdizione del Tribunale, permettendo alla Corte di indagare sui presunti crimini commessi dalla Russia in seguito all'invasione e alla conseguente annessione della Crimea nel 2014. Avendo accettato la giurisdizione della Corte, l'Ucraina ha dato così via libera alla Corte di avviare indagini, qualora ritenga che ci siano i presupposti per farlo. È per questo motivo che mercoledì 2 marzo 2022 la Corte ha aperto l'indagine per verificare presunti crimini di guerra commessi dalla Federazione Russa nel corso dell'invasione in Ucraina.
Vladimir Putin, 69 anni, è presidente della Federazione Russa dal 7 maggio 2012

Perché è difficile incriminare qualcuno?

A complicare il tutto c'è anche il fatto che la Russia non ha mai ratificato lo Statuto di Roma e dunque la Federazione russa non è legalmente obbligata a cooperare con la Corte penale internazionale. Per lo stesso motivo, come ha riferito alla Bbc Philippe Sands Qc, esperto di diritto internazionale della University College London, il Tribunale non può perseguire i leader russi. E come ha dichiarato a Euronews Marti Flacks, direttore dell'Iniziativa per i diritti umani al Centro per gli studi strategici e internazionali di Washington: "L'aspettativa per perseguire qualcuno per crimini di guerra e crimini contro l'umanità è quella di poter dimostrare la responsabilità individuale e il fatto che questa persona esegua degli ordini o sia responsabile di una politica che chiede di commettere questi crimini. E dimostrare questo può essere molto difficile - ha spiegato il direttore Flacks - soprattutto quando non si ha la cooperazione dello Stato da cui quel tipo di persona proviene, cosa che ovviamente non avremo nel caso della Russia".

Ci sono soluzioni?

Il massimo della pena previsto dalla Corte dell'Aja è l'ergastolo. Ma come abbiamo visto, è difficile dimostrare la responsabilità personale di un crimine di guerra. Tuttavia, ci sono alcune (difficili) soluzioni. Come ha scritto James Hookway in un articolo de The Wall Street Journal, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin potrebbe essere consegnato alla Corte penale internazionale qualora dovesse perdere il suo potere. Nel caso di un cambio di regime in Russia potrebbe anche venire istituito un tribunale internazionale ad hoc, come quello che si tenne a Norimberga per preocessare i vertici nazisti alla fine della Seconda guerra mondiale. Al momento però, sembrano tutte soluzioni di difficile realizzazione.
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