Trova un bimbo abbandonato nel deserto e lo porta con sé a Lampedusa

A compiere il gesto di estrema solidarietà è stato un ragazzo non ancora maggiorenne: "Non potevo lasciarlo morire"

di MAURIZIO COSTANZO -
18 settembre 2023
bambino solo deserto

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Una scena che ha commosso tutti, quella accaduta in queste ore a Lampedusa. Un ragazzino, non ancora maggiorenne, è stato visto arrivare dal mare tendendo per mano un bambino piccolo, di circa 3 anni. Sbarcati a molo Favarolo sull'isola, ha consegnato il bimbo ai soccorritori: anche se si tenevano per mano non erano fratelli, come si sarebbe potuto immaginare. "L'ho trovato nel deserto - ha raccontato il giovane migrante nordafricano ai volontari della Croce Rossa e alla polizia -. Era solo, abbandonato, e allora l'ho portato con me per salvarlo, ma non è un mio familiare e non so come occuparmene".

Solo nel deserto: "L'ho portato con me per salvarlo"

Nessuno dunque conosce né il nome, né la nazionalità del bambino che, attualmente, si trova all'hotspot di contrada Imbriacola e per il quale si cercherà adesso un affidamento familiare. Quel che è peggio è che il bimbo senza identità, non piange, non parla né sorride. Si è chiuso in un silenzio che parla più di tante parole. Nessuno sa da dove proviene, dove era la sua casa, qual era la sua famiglia, chi erano i suoi genitori.
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Un giovane di nemmeno 18 anni ha salvato il bambino portandolo con sé nella traversata dal Nord Africa a Lampedusa

Al suo arrivo nel centro migranti dell'isola siciliana, il ragazzo che ha salvato il bimbo dal deserto ha spiegato ai mediatori che neppure lui conosce l'identità del piccolo. "Non potevo lasciarlo morire – ha raccontato - così ho deciso di portarlo con me sul barcone e abbiamo fatto il viaggio insieme”.

Il bambino senza identità

Ma neppure con lui il bimbo ha profferito mai parola. Appena sbarcati, se ne stanno occupando con amore la Croce Rossa Italiana e Save the children, volontari e psicologi, che stanno provando in tutti i modi a farlo aprire. Ma finora, purtroppo, non ci sono riusciti. Nessuno può sapere o immaginare quali traumi abbia potuto subire il bimbo senza nome. Ovviamente a Lampedusa è subito scattata la gara di solidarietà per prendere il piccolo in affido, almeno fino a quando non verrà trovata una famiglia che lo adotti. Ora spetta però al Tribunale dei minori di Palermo decidere nelle prossime ore cosa fare di quello che è stato già ribattezzato come il 'bambino del deserto'. I giudici, come previsto dalla legge, devono verificare in queste ore se ci sono parenti sul territorio e, in subordine, se ci sono da parte di "soggetti idonei" delle richieste concrete di affido da prendere concretamente in considerazione. Solo a quel punto il Tribunale provvederà a nominare un tutore e il bambino potrà essere inserito in una struttura adeguata per la sua età. Il tribunale dovrà poi ratificare le misure di accoglienza, e se sarà necessario "anche un intervento urgente di presa in carico da parte della Neuropsichiatria infantile".

Il supporto psicologico

Il bambino intanto si trova all'hotspot nella zona riservata ai più piccoli e alle mamme sole. Gli psicologi non lo lasciano mai da solo, neppure un attimo, gli operatori di Save the children non lo abbandonano mai, gli sono sempre vicino. Ma il piccolo non parla, non piange neppure, e nemmeno interagisce molto con gli altri bimbi.
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Il bimbo, ora affidato alle cure degli operatori dell'hotspot di Lampedusa, sarà in seguito affidato al servizio di neuropsichiatria infantile: al momento non parla, non piange e né ride, non comunica in alcun modo con l'esterno

"È come se vivesse in un mondo solo suo e non volesse lasciarlo", dicono chi si sta occupando di lui. "Noi ci stiamo attivando per dare a questo bambino nel giro di poche ore la massima protezione - spiega la Procuratrice dei minori di Palermo, Claudia Caramanna -. Stiamo lavorando per inserirlo in una struttura idonea e stiamo vedendo se c'è qualcuno che vuole prendere in affido. Il piccolo ha un fortissimo stress emotivo, non riesce a verbalizzare. La sua attenzione è attirata solo dalle figure femminili, ma non riesce a interagire - spiega la magistrata a cui è stato affidato il caso del bimbo -. Lo stress è talmente forte che occorre intervenire immediatamente". Successivamente sarà dato in carico al servizio di Neuropsichiatria infantile "per prenderlo in carico subito" e fare in modo che gli venga data "una stabilità per un maggiore equilibrio". Secondo Caramanna "ha necessità che si attivino subito misure di protezione. Noi abbiamo avuto finora solo l'informativa di Save the children, aspettiamo altri dati". Intanto il bambino del del deserto che non ride, non piange e non interagisce con nessuno, continua a rimanere tenacemente chiuso nel suo silenzio.