Uganda, la legge anti-gay ri-approvata dal Parlamento

Da tempo nel paese africano il governo sta lavorando a una norma per "punire" l'omosessualità. Contrari anche i colossi economici

di BARBARA BERTI
3 maggio 2023
Proteste nel paese africano contro la norma per 'punire' l'omosessualità (Instagram)

Proteste nel paese africano contro la norma per 'punire' l'omosessualità (Instagram)

In Uganda legge anti-gay, nella nuova versione, è stata approvata dal Parlamento. Da tempo nel paese africano il governo sta lavorando a una norma per ‘punire’ l’omosessualità’, già considerata illegale dai tempi delle colonie. Un mese fa il Parlamento aveva deliberato un disegno di legge molto ‘duro’ facendo esplodere le proteste internazionali di attivisti e governi. Per esempio, Volker Turk, l'Alto commissario dell'Onu per i Diritti Umani, aveva dichiarato: "L'approvazione di questa norma discriminatoria, tra le peggiori nel suo genere nel mondo, è un fatto molto preoccupante” A fronte del clamore scatenato dalla precedente proposta, il 26 aprile il presidente Yoweri Museveni aveva chiesto ai parlamentari di “riesaminare” il testo. In particolare aveva di precisare che il “fatto di essere omosessuale” non è un reato, ma che lo sono soltanto i rapporti tra persone dello stesso sesso. La nuova versione del testo, quindi, prevede che “una persona presunta o sospettata di essere omosessuale, che non abbia commesso un atto sessuale con un'altra persona dello stesso sesso, non commette il reato di omosessualità”.
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Il Parlamento dell'Uganda

Nonostante le modifiche, tuttavia, nel ddl rimangono pesanti sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso e la “promozione” dell'omosessualità. Nel paese africano - va ricordato - l'omosessualità è illegale e gli “atti di omosessualità” restano punibili con l'ergastolo, come da sanzione risalente al periodo coloniale britannico. I parlamentari hanno anche mantenuto, contro il parere del capo dello Stato, una norma che prevede il reato di “omosessualità aggravata” per il quale i recidivi potrebbero essere condannati a morte, anche se la pena capitale nel Paese non viene applicata da anni. Una disposizione sulla “promozione” dell'omosessualità riguarda le organizzazioni che difendono i diritti dei gay. Secondo il testo, infatti, chiunque - individuo o organizzazione - “promuove consapevolmente l'omosessualità” può ricevere una condanna fino a 20 anni di carcere. In caso di un'organizzazione, rischia dieci anni d'interdizione. Adesso quindi la norma tornerà al presidente per l’eventuale approvazione definitiva.
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Il presidente Yoweri Museveni (Instagram)

I colossi economici contro la norma anti-gay

Tra coloro che avevano alzato la voce contro la norma ci sono anche Google, Microsoft, Price Waterhouse. Questi colossi economici, parlando con la voce comune della “Open for Business Coalition” avevano gettato il loro peso nel dibattito sul nuovo disegno di legge anti-Lgbtq+. La "Open for Business Coalition" è una coalizione di aziende internazionali specificamente dedicata alla promozione dei diritti Lgbt. Ne fanno parte aziende leader globali, perlopiù basate negli Stati Uniti (Google e Microsoft in primis) e nel Regno Unito (tra le tante, Unilever e Pricewater Cooper House). Forte di nomi del genere, la colazione ha segnalato che una legge del genere lederebbe l’economia ugandese, perché porterebbe a una riduzione di investimenti diretti esteri da parte delle aziende, nonché del flusso turistico.
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Proteste nel paese africano contro la legge anti-gay (Instagram)

La responsabile ugandese della coalizione, Yvonne Muthoni, aveva dichiarato che le aziende sarebbero messe “in una situazione impossibile” da un aspetto in particolare della legge, che richiede alle società di denunciare quali suoi dipendenti facciano parte della comunità Lgbt+. “O violano la legge in Uganda o vanno contro gli standard internazionali di responsabilità d’impresa e le leggi sui diritti umani sancite dai paesi in cui sono basate” aveva detto la responsabile. La discriminazione anti-Lgbt ha costi economici significativi secondo quanto sostiene la "Open for Business Coalition". Da uno studio condotto nel 2019, emerge che il Kenya (dove il sesso omosessuale è illegale con condanne che possono arrivare a 14 anni di reclusione) perde annualmente l'equivalente fino all'1,7% del suo Pil. “Open for Business” si è già espressa contro le misure anti-Lgbt in paesi come l'Ungheria dove ha criticato duramente un piano del 2021 per vietare la diffusione di contenuti Lgbt nelle scuole.