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Una donna porta la croce: venerdì Santo un segnale contro i femminicidi

Per la prima volta nell’ultimo tratto del percorso di Villa Musone non sarà il Vescovo il protagonista della passione di Gesù Cristo. "Il tema dominante sarà la lotta alla violenza contro le donne"

di SILVIA SANTINI -
25 marzo 2024
Per la prima volta nell’ultimo tratto del percorso di Villa Musone non sarà il Vescovo il protagonista della passione di Cristo

Per la prima volta nell’ultimo tratto del percorso di Villa Musone non sarà il Vescovo il protagonista della passione di Cristo

Ancona, 26 marzo 2024 – Venerdì Santo non sarà il vescovo di Loreto, come da tradizione, a portare la Croce nell’ultimo tratto del percorso della Via Crucis. Lo farà invece, per la prima volta in assoluto, una donna.

È così che "La Morte del Giusto", storica rappresentazione della Passione di Cristo, quest’anno viene dedicata a tutte le donne vittime di femminicidio e soprusi. "Quest’anno il tema dominante è quello del femminicidio – spiega Gino Principi, presidente del Centro turistico giovanile Val Musone – unitamente ad una riflessione dedicata ai bimbi vittime di tutte le guerre, senza distinzioni. Infatti, accanto alla ragazza che si caricherà sulle spalle la Croce nel tratto finale, ci sarà anche un bambino. Saranno espresse importanti considerazioni di natura teologica su questi temi, citando i Vangeli e San Tommaso D’Aquino".

Di nuovo la sacra rappresentazione di Villa Musone dimostra il suo perfetto equilibrio tra narrazione evangelica e attualità: da un lato ricostruzione storica fedele, dall’altro elementi di modernità per calare il messaggio devozionale nel presente attraverso gli espedienti dello speaker, narratore esterno delle scene, e del coro che, come nelle antiche tragedie greche, puntualizza i passaggi più salienti, e i cruciferi, simbolo delle tante sofferenze del mondo. Fattori che la rendono un unicum nello sconfinato panorama dei riti della Settimana Santa.

Non per altro, la Morte del Giusto è rientrata nel gruppo delle 32 sacre rappresentazioni italiane che ambiscono al riconoscimento di Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

Nelle Marche, sono solo cinque: oltre a Loreto, ci sono Tolentino, Cantiano, Sassoferrato e Apecchio. Intanto, in attesa del pronunciamento che dovrebbe arrivare a fine anno, venerdì va in scena l’edizione numero 47, con l’intera frazione lauretana che per mesi ha lavorato al suo allestimento tra attori, costumisti, attrezzisti, volontari per la sicurezza. Ideata nel 1978 dal viceparroco dell’epoca, padre Valentino Lanfranchi, che la mise in scena nei locali parrocchiali con alcuni ragazzi del suo gruppo, la Passione Vivente di Villa Musone viene realizzata già da molti anni grazie all’impegno del Ctg e fa parte del circuito Europassione per l’Italia.

Oggi è universalmente riconosciuta come una delle più suggestive delle Marche per complessità delle ambientazioni, realismo dei costumi e i suoi quasi 400 figuranti in movimento, che dall’area retrostante la tensostruttura salgono fino al Golgota allestito nella collina ai piedi della Santa Casa: processo al Sinedrio, presentazione a Pilato, condanna di Gesù, Calvario e Crocifissione, per concludersi poi con la riflessione moderna su quelli che sono i ‘calvari’ dell’Umanità odierna. Circa tre ore di grandissimo impatto scenico e sincera devozione, cui partecipano spettatori e fedeli da ogni parte d’Italia.