Generale Vannacci: "Donne vittime del patriarcato? È colpa degli uomini deboli"

Il generale, finito al centro delle polemiche per il libro omofobo e xenofobo "Il mondo al contrario", è stato nominato Capo di stato maggiore del Comfoter

di REDAZIONE
4 dicembre 2023
Vannacci capo di stato maggiore comando forze operative terrestri

Vannacci capo di stato maggiore comando forze operative terrestri

Roberto Vannacci è stato nominato Capo di stato maggiore del Comfoter, il comando delle forze operative terrestri dell’esercito italiano. Un incarico "prestigiosissimo", come lui stesso sottolinea, che fa storcere il naso a molte persone che considerano la nomina un ingiusto premio per una personalità controversa. A rivelare il nuovo incarico è stata La Gazzetta di Lucca e fonti della Difesa hanno precisato che non si tratta di una promozione ma di un ritorno alla normalità, dopo che in agosto il generale era stato sollevato dal comando dell'Istituto geografico militare per le polemiche scoppiate a causa del suo libro, "Il mondo al contrario". Il nuovo ruolo di Vannacci è di natura operativa e non di comando.
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Dopo essere stato rimosso dalla guida dell'Istituto Geografico militare, il generale è stato nominato capo di stato maggiore del Comfoter

Promozione o no indubbiamente la notizia torna a far parlare del 55enne, finito nell'occhio del ciclone appena qualche mese fa per le sue prese di posizione, messe nero su bianco nel volume, contro omosessuali, ambientalisti, femministe, immigrati clandestini, famiglie arcobaleno e chi più ne ha più ne metta.

La nomina a Capo di stato maggiore del Comfoter

L'opposizione è insorta al grido: "scandaloso premiarlo". Immediata la replica del ministro della Difesa: "Non è stato né promosso né retrocesso", spiega Guido Crosetto, che definisce "strumentali" le polemiche. Ma Vannacci cosa pensa di questo nuovo incarico? L'ufficiale si dice soddisfatto: "È un ruolo prestigiosissimo, che assumo e porterò avanti con la passione di sempre". E afferma di essere contento di "continuare a fare il soldato" e di non aver temuto di dover smettere neanche quando era stato rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare. In più "Non mi precludo nulla" fa sapere il generale in merito a una sua possibile candidatura alle elezioni europee con la Lega. Il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini twitta a stretto giro: "Complimenti e buon lavoro al generale Vannacci, leale e coraggioso servitore dell'Italia e degli italiani".

Vannacci contrario al termine femminicidio

Il controverso parà torna quindi ad avere una 'poltrona', dopo oltre tre mesi dalle accuse di aver veicolato messaggi omofobi e xenofobi nel suo libro. Ma nonostante le critiche e le rinnovate polemiche Vannacci non ha alcuna intenzione di tacere, e ci tiene a dire cosa pensa di uno degli argomento più caldi e delicati del momento. Prendendo spunto dal minuto di rumore e non di silenzio per il femminicidio di Giulia Cecchettin, il generale dichiara: "Prima di tutto non mi piace chiamarlo femminicidio. Perché chiamare l’omicidio di una donna in modo diverso? C’è in qualsiasi omicidio una matrice precisa". "Si parla da anni di femminicidi, eppure le donne continuano a venire uccise – aggiunge –. Mi sembra più importante evidenziare che siamo tutti uguali davanti alla violenza".
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Per Vannacci è sbagliato parlare di femminicidi perché ogni omicidio ha una matrice precisa alla base, non solo quelli dettati dall'odio di genere

Come davanti alla legge, verrebbe da dire, peccato che solo quest'anno siano oltre 107 le donne uccise per mano di uomini che dicevano di amarle, o da ex mariti/fidanzati o ancora da familiari. Morte per aver rivendicato il proprio diritto all'autodeterminazione, o per essersi ribellate alla loro violenza, alla loro volontà possessiva, di controllo. Ecco questo, lo dicono i dati e gli esperti, al contrario non accade. Un uomo non viene (praticamente mai) ucciso perché la propria fidanzata o moglie non vuole che lui frequenti gli amici, perché vuole lasciarla o ancora perché vuole cambiare città per studio o lavoro, "abbandonandola".

Patriarcato, "Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne"

"Il paradosso è che pensare che la responsabilità di quella che chiamiamo cultura patriarcale sia di uomini forti e prevaricatori: è il contrario" sentenzia l'ex parà che, non contento, prosegue: "Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne. Noi educhiamo uomini deboli, non uomini forti". Su cosa si basa questa forza o questa debolezza? Per il generale "Quelli che ammazzano le donne sono uomini che non sanno stare da soli, che sono dipendenti da loro e che, quando temono di venire abbandonati, perdono la testa. Altro che maschi patriarcali: sono mollaccioni smidollati che abbiamo prodotto noi”. Quindi alla base del fenomeno della violenza di genere c'è sì un retaggio culturale ma non legato al millenario privilegio maschile, bensì proprio alla debolezza dell'uomo, alla sua mancanza di dominio su istinti e necessità.  Quelli della donna non contano, nemmeno per Vannacci. Sia che si parli di machi o di bamboccioni, rimangono comunque vittime della volontà dell'altro sesso, quello che anche 'smidollato' rimane il più forte, quello che decide di vita e morte altrui. E allora "dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi, maschi e femmine, che la vita è una lotta e che per andare avanti bisogna avere fiducia nella possibilità di rialzarsi". Una reazione dunque, perché invece a prevenire non ci si pensa mai. Le persone devono imparare a rialzarsi perché - e queste parole lo dimostrano - non c'è l'impegno a fare in modo che certi atti, certe vicende, non accadano nemmeno, non vengano compiute.
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Il generale Vannacci, 55 anni, ad agosto è finito al centro della bufera per il suo libro autopubblicato "Il mondo la contrario". Ora dà colpa agli 'uomini deboli' che uccidono le donne

"Molti uomini che ammazzano le compagne, dopo si suicidano: che significa secondo voi? - prosegue il 55enne -. Uomini e donne si ammazzano perché perdono il lavoro; ragazze e ragazzi si suicidano perché vengono bocciati. Il punto non è che i maschi vogliono possedere una donna: è che dipendono da lei".  quindi sta a lei non lasciarlo per evitare che il maschio debole non soccomba alle sue emozioni negative? "Se perdi una compagna, non ne cerchi un'altra ma ti ammazzi. Se perdi un lavoro, non t’industri per cercarne uno: aspetti il reddito di cittadinanza. Penso che serva l’educazione – conclude il nuovo Capo di stato maggiore del Comfoter –. Serve a essere persone forti, che i diritti se li devono guadagnare". Vada pure a dirlo alle oltre cento vittime di femminicidio: loro quel diritto l'hanno pagato col sangue. Senza nemmeno ottenerlo. Ma forse non sono state abbastanza forti...