Quando lo sport si mette a servizio dei più piccoli. Di bambini con malattie gravi o croniche, in particolare. È così che la sfida diventa ancora più impegnativa e allo stesso tempo fondamentale. Si è chiusa il 15 novembre la XSPORT Challenge 2023, iniziativa benefica diventata internazionale che coinvolge un team di atleti italiani, che si sono messi in gioco per gareggiare in competizioni ciclistiche a sostegno della Onlus Dynamo Camp.
A capitanare la squadra azzurra il campione olimpico Jury Chechi e dal ciclista Massimiliano Lelli che mercoledì hanno raggiunto i responsabili della onlus per consegnare l'assegno di oltre 10mila euro, raccolti per sostenere le attività di terapia ricreativa rivolte ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 17 anni. "Abbiamo portato a termine queste quattro tappe con la finale al Mondiale di Glasgow e abbiamo ricavato una somma che oggi doniamo a Dynamo Camp per il terzo anno consecutivo. Siamo molto contenti di contribuire, anche con una somma di piccola entità”.
La Terapia Ricreativa
Quest'ultima, situata in mezzo al verde di un'oasi Wwf a Limestre, in provincia di Pistoia, è diventata un modello di fondazione per il sociale, in quanto offre gratuitamente programmi ricreativi a bambini e adolescenti malati gravi o cronici, coinvolgendo anche le loro famiglie. I programmi sono strutturati secondo il modello della Terapia Ricreativa Dynamo, che propone momenti di svago e di divertimento, ma ha soprattutto il fine di stimolare le capacità dei bambini rafforzando, al contempo, la fiducia in loro stessi.“L’attività sportiva e in generale quella all’aria aperta è importante per tante ragioni. Una fra tutte è perché comunque si parla di bambini che normalmente non hanno un accesso facilitato a questo tipo di attività o che hanno periodi in cui per loro è molto difficile fare sport", sottolinea Vito Nigro, direttore operativo. "Qui al camp uno dei due filoni, e uno è proprio quello sportivo: abbiamo l’arrampicata, il tiro con l’arco, la piscina, i giochi con i cani. Di conseguenza, attraverso queste attività, i bambini vanno oltre quelle che sono le loro aspettative. Per dirti, l’arrampicata è un po’ il simbolo della terapia ricreativa che è il nostro metodo. Per cui fare cose che per condizione mai avresti pensato di fare ti porta a fare un ragionamento ulteriore: quante altre cose pensavo di non poter fare e invece posso? Grazie all’attività sportiva e alle sfide che poniamo loro in quest’ambito questa cosa avviene e tanti fanno esperienze mai ipotizzate prima”. Per tutto il team della onlus, in questo ambizioso compito di far superare i propri limiti a questi ragazzi, avere un supporto non solo simbolico da parte di un’azienda come Pharmaguida e di grandi campioni pronti a mettersi in gioco per contribuire alla causa è importantissimo. “Con le sfide riusciamo a fare tanto. Jury parlava di piccola entità: in realtà non c’è una piccola o una grande somma, la cosa importante per noi è crederci, si può donare anche poco ma è fondamentale credere nel progetto, farne parte. A noi fa piacere anche la donazione di chi non ci conosce, però il nostro metodo è improntato nel coinvolgere le persone. Si parla di sfide, di quelle coi ragazzi ma in questo caso va al di là: il continuo mettersi a confronto, essere coinvolti, vuol dire fare parte del progetto”.Visualizza questo post su Instagram