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Home » Lifestyle » Bianca Balti, da top model a intervistatrice, fa luce sulla prima Legge per il clima dell’Unione Europea

Bianca Balti, da top model a intervistatrice, fa luce sulla prima Legge per il clima dell’Unione Europea

Bianca Balti smette i panni da indossatrice di grido e diventa ''climate advocate”. In un'intervista sul suo profilo Instagram con la parlamentare Jytte Guteland, direttamente da Los Angeles dove vive, ci fa conoscere la prima Legge sul Clima dell'Unione Europea che sarà in vigore a giorni. Tra dubbi e certezze la 'neutralità climatica' dovrebbe essere raggiunta nel 2050

Laura De Benedetti
12 Luglio 2021
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Sotto il vestito di Bianca Balti c’e un cuore che batte per la causa dei diritti civili e che ora più che mai ha il colore ‘verde’ della battaglia contro i cambiamenti climatici.

La top model, in realtà, scesa dalla passerella sanremese (2013) o dismessi trucco e abiti sartoriali per le campagne dei maggiori stilisti internazionali, non è nuova all’impegno civile.
Ricordiamo la vendita benefica di suoi abiti, accessori e scarpe di marca per raccogliere fondi per i rifugiati siriani attraverso l’Alto commissariato delle Nazioni Unite (2016). Iniziativa che, non a caso, aveva battezzato ‘A piece of me for the refugees’: “Questa raccolta fondi è ‘un pezzo di me per i rifugiati’, non solo perché si tratta di cose indossate o che mi appartengono, ma perchè sono 10 anni del mio lavoro e mi sembra che, con questa causa nobile per Unhcr, tutto abbia più senso”, aveva dichiarato la celebre modella.

Più in piccolo Bianca Balti aveva fatto sentire la sua voce per la difesa del parco dov’era solita giocare da bambina, nella natia Lodi, dal progetto di abbattimento degli alberi dell’Isola Carolina.

Ora Balti torna da protagonista della scena e per prima, attraverso la propria pagina Instagram, ci porta a conoscere la nuova legge per il clima.
Il suo primo passo ufficiale come ‘climate advocate’ è stata, infatti, a fine giugno, l’intervista fatta, dalla sua casa di Los Angeles, a Jytte Guteland, la parlamentare europea che ha curato la trattativa tra stati e Parlamento europeo ed è poi stata relatrice, lo scorso 24 giugno, di un passaggio storico: la nascita della prima legge sul clima adottata dall’Unione europea. Il provvedimento, poi votato in commissione, farà valere i suoi effetti a giorni, non appena terminato il periodo di pubblicazione sulla Gazzetta europea. Ecco i temi della normativa come li ha spiegati Bianca Balti nella sua intervista in lingua inglese.

Europa la ‘neutralità climatica’, fossil free, entro il 2050

“L’Ue, nata come unione del carbone e dell’acciaio più di 70 anni fa (La Ceca venne fondata il 18 aprile 1951 ndr), diventerà il primo continente a emissioni zero entro il 2050 al più tardi. Con questa legge l’Ue mantiene la sua leadership come la regione con gli obiettivi più ambiziosi per il clima – spiega Guteland, in estrema sintesi – La questione più controversa era l’obiettivo per il 2030: abbiamo concordato di ridurre le emissioni di almeno il 55% rispetto al 1990. Abbiamo un obiettivo intermedio per il 2040 e un bilancio per i gas serra (Carbon budget, misurerà il totale delle emissione nette di gas a effetto serra che potranno essere emesse nel periodo, ndr) che farà in modo di non lasciare l’onere alle generazioni future: le emissioni devono diminuire qui e ora se vogliamo essere all’altezza dell’accordo di Parigi”.

L’obiettivo a lungo termine è la neutralità climatica entro il 2050 “al più tardi – aggiunge Guteland -. Per garantire che ognuno faccia la propria parte, gli Stati membri devono riferire i propri progressi ogni due anni. Un’ultima importante vittoria è che la scienza è ora (come già per la pandemia da coronavirus in atto, fanno notare Balti e Guteland, ndr) al centro della politica dell’Ue. Attraverso il nuovissimo Comitato consultivo scientifico europeo indipendente sui cambiamenti climatici, questa legge vincolante sarà costantemente valutata per assicurarsi che vengano intraprese azioni sufficienti alla luce della scienza più recente”.

Balti: “Il 2050 sarà troppo tardi?”

Bianca Balti si dice entusiasta per l’obiettivo raggiunto e con un “atteggiamento mentale positivo” nei confronti della lotta al clima, ma, nel porre domande alla sua interlocutrice, non risparmia i dubbi sull’efficacia della norma.

“La nuova legge è stata formalizzata ma è possibile che la sua concretizzazione sia ostacolata da cambiamenti politici?” – chiede la top model.
“Non ci sarà possibilità di tornare indietro – spiega Jytte Guteland – perché è una regolamentazione. Certo, la politica può sempre cambiare, ma c’è una grande trasformazione in atto e l’Unione Europea ha bisogno di questa transizione perché i rapporti scientifici mostrano ogni anno dati sempre più drammatici. Prometto che questa legge continuerà”.

“Come può la legge regolare ogni settore?”, chiede Balti
“E’ un work in progress. Ci sono obiettivi per il 2030, per il 2040. L’Ue controllerà come funzionano i diversi settori e ognuno dei 27 membri dovrà fare rapporto su come sta procedendo. L’elemento nuovo nel sistema europeo è dato anche dalla commissione scientifica indipendente, composta da scienziati e esperti e non da politici, che influenzerà la politica. Ciascun settore sarà spinto a fare di più da questa legge”.

“Il 2050 sarà troppo tardi? Le mie figlie saranno trentenni” – rimarca la top model.

“Oggi ci sono persone che devono abbandonare le loro terre a causa dei cambiamenti climatici, sappiamo che siamo in ritardo, che dobbiamo salvare il pianeta ma la natura è un sistema resiliente che ci aiuterà”.

“E’ importante iniziare da qualcosa, voglio essere positiva – sottolinea Balti -. Ho creato una linea di abiti ‘maternity friendly’ e so che abbiamo la possibilità di seguire le regole e la responsabilità di farlo. Comunque il settore della moda, in cui lavoro, cosa può fare?

“Non dobbiamo pensare in negativo ma a come cambiare. E’ importante che l’industria tessile lo faccia. L’economia è circolare per cui è importante che ci siamo sempre più persone impegnate, che ci siano sempre sempre più manager, anche nel mondo della moda, impegnati a cambiare metodi di lavoro”.

“Vivo a Los Angeles e sono contena che il presidente degli Stati Uniti Biden si sia impegnato a ripristinare gli accordi di Parigi”, dichiara la topo model.

“Biden sta dando una svolta decisiva. In molti Paesi dicono: non abbiamo i mezzi, i fondi necessari e non abbiamo responsabilità storiche sui cambiamenti climatici. Ma la svolta che sta compiendo gli Stati Uniti aiuterà”.

“L’Ue in altri campi non ha rispettato le proprie regole: cosa accadrà se gli stati non rispetteranno questa legge sul clima?” incalza Bianca Balti

“Sì è accaduto, c’è sempre nella Ue il problema di qualche paese che non obbedisce. Ma ci sono regole interne al mercato e credo che questo cambierà tutto dall’interno. Volevo delle sanzioni, volevo essere chiara che gli Stati devono obbedire. Ma queste sono le fondamenta, poi sarà possibile fornire degli strumenti”.

John Lennon, Imagine: “You may say I’m a dreamer”

“Cambiare è difficile ma è sempre importante – aggiunge la modella – Spesso la legge è indietro rispetto ai cambiamenti della società, ho figlie di 14 e 6 anni che sono molto attente a questi temi. Come diceva John Lennon “puoi dire che sono un sognatore, ma non sono il solo”. E poi, in fondo, chi si rende conto per primo del cambiamento, può anche fare più affari”.

“Molti pensano che il cambiamento sia una legge in Parlamento invece riguarda anche la svolta nella società e nei valori. Per questo è importante la svolta di Biden. In questo caso penso che l’Ue parli in maniera costante del nuovo cambiamento verso il clima, ora c’è la legge del clima, e c’è anche l’impegno dei giovani verso il clima. Sono tutti fattori che aiutano, per cui sono ottimista.
So che le nuove generazioni hanno già coinvolto molte madri, ci sono i ‘Friday for future’, molte compagnie sentono il cambiamento e hanno già cominciato a intervenire ed è importante che l’Unione europa guidi questo cambiamento. La terra deve cambiare adesso non si può aspettare altri 10 anni. Come te ho questa passione, condivido questo sogno”.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Sotto il vestito di Bianca Balti c’e un cuore che batte per la causa dei diritti civili e che ora più che mai ha il colore ‘verde’ della battaglia contro i cambiamenti climatici.
La top model, in realtà, scesa dalla passerella sanremese (2013) o dismessi trucco e abiti sartoriali per le campagne dei maggiori stilisti internazionali, non è nuova all’impegno civile. Ricordiamo la vendita benefica di suoi abiti, accessori e scarpe di marca per raccogliere fondi per i rifugiati siriani attraverso l’Alto commissariato delle Nazioni Unite (2016). Iniziativa che, non a caso, aveva battezzato ‘A piece of me for the refugees’: “Questa raccolta fondi è ‘un pezzo di me per i rifugiati’, non solo perché si tratta di cose indossate o che mi appartengono, ma perchè sono 10 anni del mio lavoro e mi sembra che, con questa causa nobile per Unhcr, tutto abbia più senso”, aveva dichiarato la celebre modella. Più in piccolo Bianca Balti aveva fatto sentire la sua voce per la difesa del parco dov’era solita giocare da bambina, nella natia Lodi, dal progetto di abbattimento degli alberi dell’Isola Carolina. Ora Balti torna da protagonista della scena e per prima, attraverso la propria pagina Instagram, ci porta a conoscere la nuova legge per il clima. Il suo primo passo ufficiale come ‘climate advocate’ è stata, infatti, a fine giugno, l’intervista fatta, dalla sua casa di Los Angeles, a Jytte Guteland, la parlamentare europea che ha curato la trattativa tra stati e Parlamento europeo ed è poi stata relatrice, lo scorso 24 giugno, di un passaggio storico: la nascita della prima legge sul clima adottata dall’Unione europea. Il provvedimento, poi votato in commissione, farà valere i suoi effetti a giorni, non appena terminato il periodo di pubblicazione sulla Gazzetta europea. Ecco i temi della normativa come li ha spiegati Bianca Balti nella sua intervista in lingua inglese.

Europa la ‘neutralità climatica’, fossil free, entro il 2050

“L’Ue, nata come unione del carbone e dell’acciaio più di 70 anni fa (La Ceca venne fondata il 18 aprile 1951 ndr), diventerà il primo continente a emissioni zero entro il 2050 al più tardi. Con questa legge l’Ue mantiene la sua leadership come la regione con gli obiettivi più ambiziosi per il clima - spiega Guteland, in estrema sintesi - La questione più controversa era l’obiettivo per il 2030: abbiamo concordato di ridurre le emissioni di almeno il 55% rispetto al 1990. Abbiamo un obiettivo intermedio per il 2040 e un bilancio per i gas serra (Carbon budget, misurerà il totale delle emissione nette di gas a effetto serra che potranno essere emesse nel periodo, ndr) che farà in modo di non lasciare l’onere alle generazioni future: le emissioni devono diminuire qui e ora se vogliamo essere all’altezza dell’accordo di Parigi”. L’obiettivo a lungo termine è la neutralità climatica entro il 2050 “al più tardi - aggiunge Guteland -. Per garantire che ognuno faccia la propria parte, gli Stati membri devono riferire i propri progressi ogni due anni. Un’ultima importante vittoria è che la scienza è ora (come già per la pandemia da coronavirus in atto, fanno notare Balti e Guteland, ndr) al centro della politica dell’Ue. Attraverso il nuovissimo Comitato consultivo scientifico europeo indipendente sui cambiamenti climatici, questa legge vincolante sarà costantemente valutata per assicurarsi che vengano intraprese azioni sufficienti alla luce della scienza più recente”.

Balti: “Il 2050 sarà troppo tardi?”

Bianca Balti si dice entusiasta per l’obiettivo raggiunto e con un “atteggiamento mentale positivo” nei confronti della lotta al clima, ma, nel porre domande alla sua interlocutrice, non risparmia i dubbi sull’efficacia della norma. “La nuova legge è stata formalizzata ma è possibile che la sua concretizzazione sia ostacolata da cambiamenti politici?” - chiede la top model. “Non ci sarà possibilità di tornare indietro – spiega Jytte Guteland – perché è una regolamentazione. Certo, la politica può sempre cambiare, ma c’è una grande trasformazione in atto e l’Unione Europea ha bisogno di questa transizione perché i rapporti scientifici mostrano ogni anno dati sempre più drammatici. Prometto che questa legge continuerà”. “Come può la legge regolare ogni settore?”, chiede Balti “E’ un work in progress. Ci sono obiettivi per il 2030, per il 2040. L’Ue controllerà come funzionano i diversi settori e ognuno dei 27 membri dovrà fare rapporto su come sta procedendo. L’elemento nuovo nel sistema europeo è dato anche dalla commissione scientifica indipendente, composta da scienziati e esperti e non da politici, che influenzerà la politica. Ciascun settore sarà spinto a fare di più da questa legge”. “Il 2050 sarà troppo tardi? Le mie figlie saranno trentenni” - rimarca la top model. “Oggi ci sono persone che devono abbandonare le loro terre a causa dei cambiamenti climatici, sappiamo che siamo in ritardo, che dobbiamo salvare il pianeta ma la natura è un sistema resiliente che ci aiuterà”. “E’ importante iniziare da qualcosa, voglio essere positiva – sottolinea Balti -. Ho creato una linea di abiti ‘maternity friendly’ e so che abbiamo la possibilità di seguire le regole e la responsabilità di farlo. Comunque il settore della moda, in cui lavoro, cosa può fare? “Non dobbiamo pensare in negativo ma a come cambiare. E’ importante che l’industria tessile lo faccia. L’economia è circolare per cui è importante che ci siamo sempre più persone impegnate, che ci siano sempre sempre più manager, anche nel mondo della moda, impegnati a cambiare metodi di lavoro”. “Vivo a Los Angeles e sono contena che il presidente degli Stati Uniti Biden si sia impegnato a ripristinare gli accordi di Parigi”, dichiara la topo model. “Biden sta dando una svolta decisiva. In molti Paesi dicono: non abbiamo i mezzi, i fondi necessari e non abbiamo responsabilità storiche sui cambiamenti climatici. Ma la svolta che sta compiendo gli Stati Uniti aiuterà”. “L’Ue in altri campi non ha rispettato le proprie regole: cosa accadrà se gli stati non rispetteranno questa legge sul clima?” incalza Bianca Balti “Sì è accaduto, c’è sempre nella Ue il problema di qualche paese che non obbedisce. Ma ci sono regole interne al mercato e credo che questo cambierà tutto dall’interno. Volevo delle sanzioni, volevo essere chiara che gli Stati devono obbedire. Ma queste sono le fondamenta, poi sarà possibile fornire degli strumenti”.

John Lennon, Imagine: “You may say I’m a dreamer”

“Cambiare è difficile ma è sempre importante – aggiunge la modella - Spesso la legge è indietro rispetto ai cambiamenti della società, ho figlie di 14 e 6 anni che sono molto attente a questi temi. Come diceva John Lennon “puoi dire che sono un sognatore, ma non sono il solo”. E poi, in fondo, chi si rende conto per primo del cambiamento, può anche fare più affari”. “Molti pensano che il cambiamento sia una legge in Parlamento invece riguarda anche la svolta nella società e nei valori. Per questo è importante la svolta di Biden. In questo caso penso che l’Ue parli in maniera costante del nuovo cambiamento verso il clima, ora c’è la legge del clima, e c’è anche l’impegno dei giovani verso il clima. Sono tutti fattori che aiutano, per cui sono ottimista. So che le nuove generazioni hanno già coinvolto molte madri, ci sono i ‘Friday for future’, molte compagnie sentono il cambiamento e hanno già cominciato a intervenire ed è importante che l’Unione europa guidi questo cambiamento. La terra deve cambiare adesso non si può aspettare altri 10 anni. Come te ho questa passione, condivido questo sogno”.
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