La vita delle star non è soltanto rose e fiori. Troppo facile fermarsi alle apparenze, alle auto di lusso, alle ville, alle vacanze da sogno. “Ora vi dico la verità: non sono felice. Non riesco a dormire. Sono arrabbiata da matti. E sono depressa. Piango ogni giorno”. Queste le parole scioccanti di Britney Spears nell’udienza virtuale tenutasi nel tribunale di Los Angeles. “Ho detto al mondo intero che sto bene e sono felice: è una bugia. Pensavo che dicendolo abbastanza forse sarei diventata felice, ma non volevo ammetterlo. Ero sotto shock. Sono traumatizzata”. Dopo tanti anni, Britney ha trovato il coraggio di uscire allo scoperto. Non era bastato mandare continui messaggi d’aiuto, letti dai più come capricci di un’adolescente sotto l’effetto di droghe e alcool. Il vero problema della popstar affonda le radici nella famiglia, più precisamente nella figura paterna. Infatti nel 2008, quando la
Spears era all’apice del suo successo, il padre, Jamie Spears, ne assunse la tutela legale dopo il crollo nervoso causato dall’asfissiante pressione mediatica sfociato in un inevitabile ricovero in una struttura di salute mentale. Da quel momento Britney non ha avuto più controllo sulla sua vita e ora, dopo essere stata in silenzio per 13 anni, non ci sta più: “Lavoravo sette giorni su sette, niente giorni liberi. Far lavorare qualcuno contro volontà, togliergli tutto (carte di credito, contanti, telefono, passaporto) e metterlo controllato da altre persone. Vivevano tutti con me, le infermiere, la security 24 ore su 24. Mi guardavano mentre mi cambiavo ogni giorno, nuda. Non avevo privacy. In California l’unica cosa simile è chiamata traffico sessuale.” Il padre era arrivato ad avere un controllo totale sulla sua vita, tanto da impedirle di avere figli: “Questa tutela mi sta facendo molto più male che bene. Merito di avere una vita. Tutto ciò che mi succedeva doveva essere approvato da mio padre. Non posso sposarmi o avere un figlio. Ho una spirale, così non resto incinta. Volevo toglierla, per provare ad avere un altro bambino, ma mio padre e il suo team non me l’hanno permesso” e poi ancora sulle cure a cui veniva obbligata: “Mi ha tolto le medicine normali che prendevo da cinque anni. Mi hanno dato il litio, un medicinale molto molto potente. Mi sentivo ubriaca, avevo paura”. Infine l’appello della cantante: “Merito
una vita. Lavoro da quando ho 8 anni. Ora voglio una famiglia, sono stanca di sentirmi sola”. Sono anni che sui social tra i fan della bionda di Mccomb, piccola cittadina nello stato del Mississippi, dilaga l’hastagh #freebritney per sensibilizzare il pubblico alla violenza e allo sfruttamento di cui la popstar è vittima da ormai 13 anni. Ora però i tempi sembrano cambiati, Britney ha trovato il coraggio per ribellarsi al giogo del padre per riconquistarsi la sua vita.