Chirurgia estetica sempre più "attraente" per le nuove generazioni: il 50% vuole cambiare

Il paziente medio del chirurgo estetico è una ragazza di 30 anni. Grande insicurezza tra le giovanissime: "A volte non uscirei di casa"

di MAURIZIO COSTANZO -
2 settembre 2023
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Più della metà dei giovani tra i 15 e i 26 anni si dice favorevole alla chirurgia estetica e vede la scelta di una donna di rifarsi il seno come una scelta di libertà intrapresa ‘per piacere di più a se stessa’. Sono i dati emersi dall’indagine Yoodata/Polytech Italia presentata oggi in videoconferenza. Il 79% delle donne intervistate si sente ‘più libera di decidere ciò che voglio, se mostrarmi, se cambiare oppure no il corpo’. Il 70% delle boomer, il 58% della Gen X e il 51% della Gen Y si dichiara non interessata ai canoni estetici, visti come una ‘una gabbia creata per le donne’. Mentre il 51% della ragazze della Gen Z si dice preoccupata per i canoni estetici che sente come una gabbia.

Il 56% delle giovani non si piace o vorrebbe cambiare qualcosa

Il 53% delle intervistate – come rende noto l’agenzia Dire - sostiene di piacersi com'è e che non cambierebbe niente del proprio corpo, al contrario il 47% non è contenta (il 58% delle boomer, il 55% della Gen X e il 56% della Gen Z). La Gen Y appare la meno soddisfatta: il 56% non si piace e cambierebbe qualcosa. "A volte sono così insicura del mio aspetto che non uscirei di casa", ha detto invece il 48% delle ragazzine e delle ragazze della Gen Z.
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Chirurgia estetica sempre più attraente, soprattutto tra i giovani

“Per la prima volta questa indagine fotografa in modo accurato la percezione del corpo e ci fa capire meglio le valenze che ha nella post-modernità. Il corpo non è più qualcosa di sacro da accettare per com’è: con lo sviluppo tecnologico e della medicina, il corpo è diventato uno strumento, un mezzo con cui noi realizziamo il nostro progetto di vita. È solo un contenitore", ha commentato Alessandro Amadori, partner e direttore scientifico Yoodata che ha curato la ricerca. "Un oggetto di cui siamo proprietari e liberi organizzatori - continua - E questo è solo l’inizio: di qui a qualche decennio lo stesso concetto di corpo verrà ibridato. Oggi il corpo femminile viene gestito dalla donna in modo molto più consapevole rispetto al passato. Ma proprio la generazione che ha sdoganato l’uso e l’esibizione del corpo, afferma di essere sempre più esposta a rischi e a soffrire di pressioni sociali”. Infatti, se da una parte i ragazzi e le ragazze della Gen Z (dai 15 ai 26 anni di età) sono coloro che, più di altri, ritengono che le donne che espongono il proprio corpo sui media tradizionali e sui social siano vittime ed oggetto sessuale, dall'altra sono anche la generazione che mostra una maggiore accettazione e confidenza con il bisturi estetico, che ritengono un modo come un altro per modificare il proprio aspetto per ‘piacere più a se stessa’, alla pari dei tatuaggi.

Roy de Vita: "La paziente tipo della chirurgia estetica è una 30enne già bella"

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Roy de Vita, primario U.O.C chirurgia plastica Istituto Tumori di Roma, Regina Elena

“Nel corso degli anni la chirurgia plastica è cambiata - ha sottolineato Roy de Vita, primario U.O.C chirurgia plastica Istituto Tumori di Roma, Regina Elena - negli anni 80 la paziente tipo era una donna over 50 non bella, oggi è una 30enne giovane e bella. Ma vuole migliorare il suo asset di bellezza. Anche l’approccio al mestiere è cambiato: oggi c’è molto più interesse al guadagno economico e molta più superficialità”. Secondo il sondaggio, l’atteggiamento nei confronti di un "ritocchino" è fatto di diverse emozioni, positive e negative insieme, ed è diverso tra uomini, che non sono poi così tanto nemici della chirurgia, e donne e tra le diverse generazioni. Si ‘dispiace’ il 43% degli uomini e il 29% non è d'accordo con la scelta. Il 27% invece è a favore, il 27% ha delle aspettative, il 24% è sorpreso, il 12% allegro e l’11% addirittura euforico. Il 17% reagisce invece con ansia/paura e il 12 % con rabbia e nervosismo. Il 35% delle donne intervistate mostra un sentimento di approvazione per la chirurgia estetica, il 32% si dice dispiaciuta da una tale scelta, il 30% prova paura/ansia, al 22% da fastidio. Il 19% si sente sorpresa, il 15% più allegra, l’8% prova rabbia e, al contrario, il 6% si sente euforica. Sensibili differenze di pensiero per la Gen Z che mostra maggiore confidenza: per il 53% della Gen Z la chirurgia estetica ha soprattutto un'accezione positiva, idem per il 51% dei rappresentanti della Gen Y, mentre ha un valore negativo per il 58% dei soggetti della Gen X e per il 60% dei boomer fino a 70 anni di età. Tra tutti gli interventi chirurgici, il 59% degli italiani conosce quello di ‘rifacimento del seno’, così come hanno dichiarato tutte le generazioni (oltre il 90%, sia gli uomini che le donne). Seguono la rinoplastica (24%), i ritocchi alle labbra (17%), al viso (17%), la liposuzione (9%), gli ‘iniettabili’ contro le rughe (7%), per i glutei (7%) e blefaroplastica (2%).

In Italia come viene vista una donna che si rifà il seno?

Più benevoli i giovani, critici gli anziani. Il 50% delle donne non dà giudizi positivi né negativi, idem il 45% degli uomini. A fronte di risposte multiple però, il 65% del campione ritiene che questo intervento sia ‘un lusso per pochi’, il 58% che si tratti di ‘donne insicure’, il 50% ‘superficiali’. Per il 50% invece si tratta di una scelta di ‘libertà’, per il 29% ‘fiducia in sé’, per il 25% sia sintomo di ‘sottomissione’ addirittura, per il 21% un intervento ‘democratico e per tutti’ e, ancora per il 21%, indice di serietà.
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Tra gli interventi chirurgici più conosciuti c'è quello al seno

Differenze di giudizi tra i sessi: il 60% degli uomini lo ritiene ‘un lusso per pochi’, il 54% indice di ‘superficialità’ e per il 52% di ‘libertà’. Il 70% delle donne lo ritiene ‘un lusso per pochi’, indice di ‘ insicurezza’ per il 57% e per il 47% di ‘superficialità’. La Gen Z fa ancora una volta eccezione: l’operazione è indice di libertà per il 64% dei giovani e delle giovani dai 15 ai 26 anni di età, idem per il 53% e per il 51% delle Gen X e Y, rispettivamente. I più critici i boomer, solo il 35% lo ritiene accezione di libertà.