Cintura di castità nel Medioevo: siamo ancora schiavi del pregiudizio

Tra letteratura ‘distorta’ e falsi miti legati a uno strumento propagandato come risalente addirittura ai tempi delle crociate, in tema di astinenza sessuale ci sono parecchie credenza dure a morire

di ALESSANDRO ANTICO -
24 agosto 2024
Monica Vitti, nel film "La cintura di castità" (1967)

Monica Vitti, nel film "La cintura di castità" (1967)

Quanti pregiudizi sul Medioevo si leggono ancora ai giorni nostri? Moltissimi. In materia di sesso, poi, la letteratura “distorta” abbonda.

Il falso mito della cintura di castità

A cominciare dalla terribile “cintura di castità” che si dice venisse imposta alle donne, per esempio, dai Crociati che partivano per il loro pellegrinaggio (di guerra) Oltremare. Nulla di più falso, invece, dal momento che la cintura di castità compare nel 1800. Ci sono alcuni motivi logici e anche diversi studi recenti che tendono a escludere che questo strumento sia stato utilizzato realmente, soprattutto nel Medioevo.

Il primo rilievo è legato all’igiene personale. Benché la classica cintura di metallo prevedesse piccole aperture per consentire i bisogni fisiologici, va detto che, in seguito a eventuali ferite e infezioni, la morte di chi la indossava sarebbe sopraggiunta molto rapidamente. Che senso avrebbe avuto, dunque, condannare a morte certa la donna che aspettava a casa il ritorno del proprio uomo?

Una cintura di castità
Una cintura di castità

Si può aggiungere, poi, che prima di partire i cavalieri si accoppiavano con le proprie mogli magari con la speranza di trovare un bambino al loro ritorno. È evidente che la presenza di una cintura di ferro avrebbe poi impedito il parto. Senza tener conto, inoltre, del fatto che ogni tipo di serratura medievale poteva essere scassinata da un fabbro in pochi secondi…

Ciò che sostiene ulteriormente la falsità dell’utilizzo della cintura di castità nel Medioevo è l’assenza di autentiche cinture databili a quel periodo. Di oggetti dell’epoca conservati ancora oggi ve ne sono molti e di genere più vario, ma guarda caso da nessuna parte esiste una cintura di castità risalente ai tempi di Dante Alighieri o Giovanna d’Arco.

Medioevo: sesso? No grazie!

L’idea dell’astinenza sessuale, casomai, è antichissima. Lo stesso termine latino cingulum castitatis (che si traduce appunto come cintura di castità) compare a partire dal VI secolo in alcuni testi di Papa Gregorio Magno, Alcuino di York, San Bernardo di Chiaravalle e anche Giovanni Boccaccio.

Ma in tutti questi casi esso è inteso come simbolo di purezza teologica, un valore virtuale e non un oggetto materiale da usare come dissuasore dell’attività erotica e sessuale che, anzi, nel Medioevo era largamente e gioiosamente praticata. Basti pensare ai Fabliaux francesi in lingua d’oil, o alle stesse novelle dello stesso Boccaccio. Ben lontani dal concepire il sesso come peccato, bensì come uno dei rarissimi lieti momenti di una vita certamente difficile e faticosa…