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Cristina, Maura e Francesca, professione vigili del fuoco: "Noi, sempre pronte a spegnere pregiudizi"

di ANTONIA CASINI -
4 marzo 2022
Cristina Maura Francesca (Cappello-Valtriani)

Cristina Maura Francesca (Cappello-Valtriani)

Cristina, Maura e Francesca. Sono tre delle cinque donne che lavorano a Pisa. Guidano i camion, spengono incendi, aiutano le persone. Sono vigili del fuoco, "non vigilesse". Ricordano i loro interventi più duri, il Ponte Morandi per Francesca Giorgi. Cristina Cini non dimenticherà mai, invece, la donna che decise di farla finita durante il suo turno e Maura Beghé il rogo di una casa, all'interno abitava un'intera famiglia.
tre donne vigili del fuoco pisa

Cristina Cini, Francesca Giorgi e Maura Beghé sul camion dei pompieri(foto Cappello/Valtriani)

Perché questa è una delle difficoltà maggiori del loro lavoro, trovarsi a lottare contro il dolore e la sofferenza. "Certo, c'è poi il pregiudizio, dobbiamo sempre dimostrare qualcosa, ma, alla fine, facciamo parte di una squadra. Tutti mettono a disposizione quello che hanno". "Così, da punto debole, ci trasformiamo spesso in riferimento".

Cristina e Maura sono operatrici aeroportuali (Cappello/Valtriani)

Le abbiamo incontrate proprio nella caserma sul viale delle Piagge, dove molti pisani passeggiano nel fine settimana. Maura rammenta quando, una volta, dovendo aiutare una famiglia, si è introdotta nel loro alloggio attraverso una finestra piccola, "i miei colleghi non ci sarebbero passati". "C'è chi non sa usare il computer", ci dice Cristina. Mentre Francesca spiega che lei la famosa "scala italiana" l'ha affrontata senza problemi. "Ma non tutti gli uomini sono all'altezza". "Siamo sempre un po' alla prova, per questo servono concentrazione e tanto impegno. Abbiamo anche molte soddisfazioni, però: una è quando i cittadini ti dicono grazie...".

Francesca conduce mezzi pesanti (Cappello/Valtriani)

Cristina e Maura sono operatrici aeroportuali con formazione specifica per lavorare negli scali: "Lì ci sono tre minuti di tempo per salvare una persona". Francesca conduce mezzi pesanti nel traffico della città. Sul perché siano così poche le donne (circa 200 in Italia)  in questo corpo - i concorsi sono stati aperti negli anni '90 - rispondono che è una questione di conoscenza. Se non hai dimestichezza con questo mestiere non pensi di poterlo svolgere. E allora è necessario un filo che ti conduca alla divisa pesante verde-gialla: il papà pompiere, come per Cini, o il compagno come per Giorgi. Per entrare, bisogna lottare e le prove fisiche sono complesse. "Lo Stato dovrebbe garantire gli asili nelle caserme, come accade per altri corpi. Le mamme sarebbero così più tranquille in caso di trasferte per calamità o fatti importanti". Quando c'è bisogno si parte. "La sera a mio figlio, anziché raccontare favole - afferma Cristina -  riferisco gli interventi svolti nella giornata. Voglio trasmettergli i valori dell'impegno e del sostegno agli altri".