Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

La rinascita di Piero Pelù: “In Maledetto cuore canto il bisogno degli altri”

Il rocker toscano ha pubblicato il nuovo singolo che anticipa l’uscita del disco “Deserti” (il 7 giugno) e il tour di concerti che partirà il 29 giugno. Intanto cura la depressione, legata anche allo scioglimento dei Litfiba

26 aprile 2024

Un ritorno alle scene – mai abbandonate veramente, tra un post e un’apparizione televisiva, concerti solidali e qualche show dei colleghi – che sa tanto di rinascita, personale e artistica. Esce oggi il nuovo singolo di Piero Pelù, “Maledetto cuore”, che anticipa l’album “Deserti” (7 giugno) e segue la prima canzone del disco, “Novichok”. 

E a fine giugno (il 29 per la precisione), finalmente ripartiranno anche i concerti, con la prima data a Spilimbergo, in Friuli Venezia Giulia. Nel frattempo ci sarà anche un passaggio al concertone del Primo Maggio a Roma, dove porterà il suo rock e la sua grinta di ragazzaccio.

Insomma un ritorno alla grande, dopo un lungo periodo di stop forzato che lo stesso Pelù ha raccontato essere stato provocato da alcuni problemi di salute, sia fisica che psicologica.

Piero Pelù
Piero Pelù

La depressione

Abbiamo bisogno degli altri per non perderci in quei buchi neri con cui sto facendo i conti”, dice infatti in un’intervista al Corriere della Sera, tornando sul tema della depressione di cui ha ammesso di soffrire in un post di qualche settimana fa. Il 62enne spiega di aver “cercato un aiuto professionale”, che si sta ancora curando “e sono riuscito ad aprire delle belle porte”. Ma oltre all’aiuto di professionisti medici, alla necessità che canta in “Maledetto cuore”, quando dice “ho bisogno di te”, risponde con la sua amata musica, reimmergendosi nei live e nell’abbraccio del suo pubblico.

Pelù pubblica il nuovo singolo "Maledetto cuore"
Pelù pubblica il nuovo singolo "Maledetto cuore"

La fine dei Litfiba 

Parte del suo malessere, in effetti, era dovuto proprio a quell’abbandono dei palchi legato allo scioglimento della sua storica band: “Alle preoccupazioni per la salute, si sono sommati i pensieri legati alla fine dei Litfiba – ammette nell’intervista –. Il mio essere Litfiba nel profondo, me lo sono pure tatuato sulla pancia a fine tour, ha sperato che gli ego si calmassero e che, nonostante gli annunci, non sarebbe stato l’ultimo tour. E invece... Non si cambia la testa della gente”, continua Piero Pelù riferendosi alle spaccature interne, ai dissapori tra i componenti del gruppo, che hanno portato al termine di quell’avventura iniziata a Firenze nell'autunno del 1980.

“E dire che siamo persone mature, non una boyband – aggiunge parlando degli ex colleghi –. C’è chi vuole rimanere ancorato al passato, vedi anche il momento storico che stiamo vivendo oggi (lui non ha mai nascosto l’antipatia per il governo di destra e per la deriva conservatrice a cui sta andando incontro il nostro Paese, ndr) e chi invece cerca di mantenere viva la parola libertà, che nel caso di un artista significa sperimentare”.

Il ritorno alle radici per guarire

Piero Pelù e Federico Ghigo Renzulli
Piero Pelù e Federico Ghigo Renzulli

Che la sua vita sia inestricabilmente legata a quella della band è quasi scontato, lo dice lui stesso. Tant’è che, passata la fase più acuta di malinconia mista a pensieri negativi e a rimpianti, anche la fase di guarigione di Pelù è partita da lì, dalla cantina in via dei Bardi 32 a Firenze, dove aveva iniziato coi Litifba. “Non ci suonavo dal 1988, mi è sembrato di tornare agli inizi e non solo per l’umidità che c’era che mi ha spaccato le ossa. Ho ritrovato un contatto con le radici”, precisa nell’intervista al Corriere. Da lì riparte, da quelle radici rock, sperimentali, libere e allo stesso tempo più consapevoli di allora, ma con la stessa voglia di divertirsi nel fare quello che più ama al mondo: musica. 

L’acufene 

Nel frattempo però, oltre alla depressione che sta continuando a curare e che ci auguriamo tutti possa presto superare, tornando sui palchi dei suoi concerti, a mettere uno stop ai suoi live la scorsa estate ci si è messo anche un disturbo dell’udito. Acufene, per la precisione. A causa della quale ha dovuto cancellare un tour e fermare la lavorazione dell’album “Deserti”, la cui uscita è slittata quasi di un anno. “È stato un incidente sul lavoro – spiega Pelù – Ero in studio di registrazione e ho subìto uno choc acustico” che l’ha portato addirittura a perdere momentaneamente i sensi.

Un errore tecnico, dice, “A quello si sono sommati i miei di errori: non ho fatto subito i controlli e ho trascurato il problema. Il danno è irreversibile, ho recuperato un po’ ma da questi chock non si guarisce – chiosa il cantante fiorentino –. Posso accerchiare il problema con la tecnologia” e così sarà per i prossimi, attesissimi, appuntamenti. Perché lo show deve andare avanti, e il rock di Piero Pelù non si ferma.