Da Firenze in Kenya per costruire scuole nei villaggi

La storia di Chiara Cuminatto, giovane insegnante di italiano: "Sette mesi fa il primo mattone, ora abbiamo tre aule"

di PIER FRANCESCO NESTI -
13 gennaio 2024
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Chiara Cuminatto, di Campi Bisenzio (Firenze), insegnante per gli adulti di italiano, storia e geografia, ha due grandi passioni: la scuola, ovvero il suo lavoro, e i viaggi. E, quando viaggia, si concentra in modo particolare sui rapporti umani e le relazioni. Unendo tutto ciò, è nato un sogno in Kenya, che gradualmente si sta realizzando. Di cosa si tratta ce lo racconta lei stessa a pochi giorni dal suo rientro dall'Africa.

Il viaggio in Kenya

Qui, infatti, ha deciso di realizzare una scuola per i bambini di un villaggio del Kenya. Grazie anche all'aiuto di tanti amici che hanno risposto in modo positivo a una sottoscrizione che lei ha aperto. Un'idea nata circa un anno e mezzo fa e che oggi sta diventando realtà: grazie ai soldi raccolti, poco più di mille euro, ha fatto sì che due muratori e due aiutanti venissero pagati per il lavoro svolto. Basti pensare che la paga giornaliera di un muratore esperto si aggira sui 5 euro. kenya-firenze-scuole-cuminatto "Non sono mai partita con associazioni o organizzazioni – racconta Chiara -, sono una persona che cerca di cogliere le opportunità che di volta in volta si presentano sul mio cammino. Insomma, prendo e vado, cercando di vivere tutto quello che è al di fuori del contesto turistico. E in ogni viaggio cerco sempre di visitare una scuola del paese in cui mi trovo". Così come fra i suoi obiettivi c'è quello di 'rompere il meccanismo' per cui "i bianchi sono tutti ricchi e possiamo sfruttare i soldi che lanciano in aria: questo è un aspetto che mi preme molto e lo stesso vale per questa scuola, che non deve arrivare 'dal cielo', ma deve nascere un passo alla volta intrecciando fatiche e riflessioni".

Nel villaggio di Baolala non c'erano scuole

Tutto è iniziato un anno e mezzo fa quando il suo impegno educativo l’ha condotta in Kenya, dove ha conosciuto una realtà a cui è rimasta particolarmente legata decidendo, grazie all’incontro con alcune persone, una su tutte Rael, la preside di una scuola del posto, di portare avanti il suo progetto. La zona è quella di Baolala, poche case sparse in mezzo ai campi, dove i bambini non hanno alcuna possibilità di raggiungere, se non a piedi, le scuole più vicine. "Le persone di cui ero ospite, a Gede, mi hanno accompagnata dalla preside della scuola e lei mi ha chiesto addirittura di fare una lezione ai bambini, all'incirca tutti di 8-9 anni. Si è creata una bella amicizia, siamo rimasti in contatto e da lì è nata l'idea di creare tutti insieme una scuola in quella che è davvero una zona isolata. Sette mesi fa abbiamo messo il primo mattone e a novembre, dopo che le prime due aule erano state realizzate, i primi undici bambini hanno iniziato le lezioni nella nuova scuola con un paio di insegnanti". kenya-firenze-scuole-cuminatto

Prossimo passo: portare l'acqua

I lavori sono proseguiti speditamente e "a dicembre sono tornata in Kenya per dare una mano anche dal punto di vista pratico. Naturalmente c'è ancora molto da fare, anche perché in quella zona non c'è acqua. Il prossimo step, quindi, sarà quello di realizzare un impianto per la raccolta dell'acqua piovana, necessaria per i bagni ma anche per l'uso quotidiano, e un piccolo orto da cui ricavare il cibo per questi bambini che spesso riescono a mettere insieme a malapena un pasto al giorno". Intanto le aule sono diventate quasi tre – ma potrebbero diventare addirittura sei - e a conclusione dei lavori potranno ospitare 120 bambini: "Oltre all'insieme e all'amicizia delle persone che si stanno adoperando per tagliare il traguardo, vorrei che questa scuola dimostrasse anche l'unione fra Italia e Kenya. L'obiettivo è quello di creare un posto che sia di sostegno ai bambini e all'istruzione, ma anche che sia unione di due Paesi, due culture, due modi di fare arricchendosi a vicenda. Senza fare le parti dell'altro, ma facendo ognuno la propria meglio di prima. Con qualcosa di inaspettato in più".