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Diabete, un pessimo coinquilino con cui convivere

Il 14 novembre è la giornata mondiale del diabete, malattia sempre più diffusa anche tra i bambini e i giovani

di GIORGIA BORGIOLI -
14 novembre 2023
La Giornata Mondiale del Diabete (WDD) nasce nel 1991 dalla Federazione Internazionale Diabete e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in risposta alla crescente minaccia per la salute rappresentata da questa malattia. La data del 14 novembre venne scelta per celebrare il compleanno Sir Frederick Banting, scopritore dell’insulina insieme a Charles Best nel 1922.  Il cerchio blu, simbolo globale del diabete, rappresenta l’unità della comunità affetta dalla malattia con un’accezione però positiva di salute, in quanto il cerchio rappresenta la vita e il colore blu il cielo sotto il quale vivono i popoli di tutte le nazioni. 

I tipi di diabete

I tipi più diffusi sono tre: il diabete di tipo 1, in aumento tra bambini e adolescenti; di tipo 2, che invece si manifesta dopo i 40 anni ed è la forma più comune, rappresentando il 90% dei casi; e infine il diabete gestazionale, quello che colpisce le donne in gravidanza. 

I falsi miti sulla malattia

Attorno alla tematica del diabete, e come accade per svariate altre malattie, esistono molti falsi miti in circolazione; tra questi, il fatto che mangiare troppi zuccheri ne sia la causa, oppure l’idea che dopo una diagnosi ci si possa dimenticare di mangiare i nostri piatti preferiti. diabete-giornata-malattia E’ vero, mangiare tanti carboidrati aumenta il livello di glucosio nel sangue, ma questo non significa che un diabetico non possa mangiarne. Anche i dolci sono concessi, seppur senza esagerare e preferendo ricette più sane rispetto a quelle classiche con zucchero raffinato e burro. Nonostante i fattori di rischio siano riconducibili nella maggior parte dei casi ad abitudini e stili di vita poco sani e corretti, c’è da dire che alcune forme di diabete sono originate da fattori puramente genetici ereditari, per i quali resta ben poco da fare. 

Pazienti in aumento

Nel mondo, si contano circa 530milioni di adulti con diabete, un numero destinato ad arrivare fino a 640milioni nel 2030. Secondo i dati ISTAT, nel 2020 si stima una prevalenza di diabete pari al 5,9%, vale a dire oltre 3,5 milioni di persone; tra questi, (i dati non sono standardizzati) la prevalenza è mediamente più bassa nelle Regioni del Nord- ovest (5,4%), del Nord-est (5,3%) e del Centro (5,5%9, rispetto a quelle del Sud (7%) e delle Isole (6,7%).

In pandemia raddoppiati i casi di diabete di tipo 2 tra i giovani

Durante la pandemia da Covid-19, i casi di diabete di tipo 2 in età giovanile sembrano essere quasi raddoppiate. A rivelarlo è uno studio americano pubblicato dalla rivista The “Journal of Pediatrics”, nella quale si è indagato le motivazioni legate a questo spropositato aumento di casi. diabete-giornata-malattia Secondo questo studio, svolto sulle cartelle cliniche di 3.113 giovani, i nuovi casi di diabete giovanile di tipo 2 sarebbero aumentati durante la pandemia del 77,2% rispetto ai due anni precedenti; tra i nuovi pazienti diabetici, sarebbero inoltre emerse maggiori complicanze rispetto agli anni precedenti.  Una delle motivazioni che spiega l’impennata di casi, è sicuramente l’aumento di peso dovuto al congelamento delle attività sportive e fisiche durante la pandemia. Oltre a ciò, hanno inciso anche i cambiamenti di comportamenti alimentari, che in molti casi si sono rivelati determinanti per l’insorgenza di disturbi alimentari, ma anche l’aumento di stress psicosociale che ha causato crisi significative della salute mentale dei più giovani. 

Una malattia con cui convivere

Chi ha il diabete, col tempo impara a conviverci. L’attore Tom Hanks, lo scrittore Premio Nobel Ernest Hemingway, il tenore Luciano Pavarotti sono solo alcuni dei nomi che hanno annunciato nel tempo di essere malati di diabete. L’ex centrocampista del Milan e della Nazionale Massimo Ambrosini, ha parlato in un’intervista del diabete di tipo 1 da cui è affetto il figlio di due anni. Ambrosini e la moglie Paola Angelini hanno raccontato il modo in cui hanno scoperto la malattia del figlio, svelata quando il bambino ha iniziato a perdere peso, bere molto e fare tanta pipì: “Un giorno Massimo mi ha fatto notare che Alessandro era dimagrito. Poi quando me l’ha fatto notare anche il babysitter mi ha preso il panico. Ho consultato la pediatra che ci ha consigliato di andare in farmacia per fare il “pungidito”, spiega la moglie Paola. Da lì, il valore molto basso di glicemia e poi la scoperta della malattia. I due coniugi ci hanno poi tenuto sottolineando la dimensione di normalità con cui il bambino affronta le sue giornate, tra disegni, giochi, e la serenità che contraddistingue un bambino di due anni.
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Michael Natter

Malattia e arte

Anche il diabete è divenuto in molti casi forma di resilienza, un modo personale per esprimere la propria sofferenza dandone una forma visibile e artistica. E’ ad esempio il caso di Michael Natter, artista di New York a cui è stato diagnosticato il diabete di tipo 1 all’età di 9 anni; Natter ha deciso di raccontare la sua identità attraverso un autoritratto, cioè un collage fatto dalle strisce con cui quotidianamente monitora il glucosio nel sangue. Oppure il fotografo inglese James Clarke, che ha realizzato ed esposto una serie di autoritratti di persone col diabete comparsi poi anche sul Times. E ancora lo street artist Appleton, il quale ha creato murales, graffiti, collage e sculture, a tema diabete, a New York, Miami e Los Angeles: 40 anni di opere anche molto perturbanti, che ritraggono per lo più siringhe e flaconi di insulina.  Il diabete attraversa le vite di tantissime persone e per questo, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete, le piazze italiane si sono riempite a sostegno delle persone con diabete, con l’obiettivo di stare vicini a tutti colori che ne sono affetti, ma anche di accelerare la ricerca affinché arrivi la cura definitiva del dt1.