Dieci Comandamenti in classe: scatta l’obbligo per le scuole pubbliche della Louisiana

Dovranno essere esposti chiaramente in ogni aula, dalle elementari all’Università. La decisione del governatore repubblicano

21 giugno 2024
Dieci Comandamenti in classe in Lousiana

Dieci Comandamenti in classe in Lousiana

“Non uccidere”, “Non avrai altro Dio all'infuori di me” e “Onora il padre e la madre”. E poi tutti gli altri, in rigoroso ordine, non sparsi come riportati qui: i 10 Comandamenti devono essere esposti, ben leggibili e chiari (inequivocabili) in ogni classe di ogni scuola pubblica, dalle elementari all'Università. Non è uno scherzo, e non stiamo parlando di un secolo fa. 

Lo ha recentemente deciso il governatore repubblicano della Louisiana, Jeff Landry, che ha firmato la legge mercoledì 19 giugno, ottenendo così il discutibile primato negli Usa di aver introdotto un simile provvedimento prima di tutti gli altri Stati, bruciando sul tempo anche il governatore del Texas, che pure ci aveva provato.

Il disegno di legge 71, approvato dai legislatori il mese scorso, prevede che in ogni classe delle scuole che ricevono finanziamenti statali entro il 2025 siano esposti i precetti alla base del Cristianesimo, “i documenti fondamentali del nostro governo statale e nazionale”, e non, ad esempio, “Studia con costanza ed applicazione ogni giorno”, un invito apparentemente più appropriato al contesto. 

Nella legge è stata specificata la dicitura esatta che deve essere stampata sugli espositori in classe e sottolinea che il testo sacro dei Dieci Comandamenti, in “caratteri grandi e facilmente leggibili”, deve essere il fulcro del grande poster o del documento incorniciato affisso sul muro. 

Ci dovrà essere inoltre una “nota di contesto” di quattro paragrafi che descriverà come i comandamenti siano stati “una parte importante dell'istruzione pubblica americana per quasi tre secoli”. Prima di firmare la legge, Landry l’ha definita “una delle sue preferite”.

Il governatore della Louisiana Jeff Landry
Il governatore della Louisiana Jeff Landry

I gruppi per i diritti civili: “Coercizione religiosa incostituzionale”

La legge è stata contestata dai gruppi per i diritti civili, che puntano sulla separazione tra Chiesa e Stato sancita nel primo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti. Ovvero la cosiddetta ‘clausola istitutiva’, che garantisce la terzietà della legge rispetto al culto della religione con queste parole: “Il Congresso non promulgherà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione”. Quindi, se da una parte viene garantito – giustamente – che ciascuno eserciti liberamente il culto che vuole, allo stesso tempo però nessuna religione deve essere riconosciuta come ufficiale.

Secondo i gruppi per le libertà civili – che hanno promesso di impugnare la legge in tribunale – affiggere ovunque i comandamenti cristiani si avvicina molto a questo tipo di situazione, dato che conferisce alla religione cristiana la preminenza sulle altre e impone a tutti un insieme di azioni da fare o non fare che non riguardano però l’intera popolazione. Per essere equi, andrebbero esposti anche i precetti di tutti gli altri culti, e anche così si lederebbero i diritti di chi è agnostico o ateo. Per non parlare dei satanisti.

L'American Civil Liberties Union, l'American Civil Liberties Union of Louisiana, l'Americans United for Separation of Church and State e la Freedom from Religion Foundation hanno già detto che la legge viola un precedente di lunga data della Corte Suprema e il Primo Emendamento, e che si tradurrebbe in una “coercizione religiosa incostituzionale degli studenti”.

“Il Primo Emendamento dichiara che tutti noi possiamo decidere da soli quali credenze religiose, se ci sono, sostenere e praticare, senza pressioni da parte del governo. I politici non hanno alcun diritto di imporre la loro dottrina religiosa preferita agli studenti e alle famiglie nelle scuole pubbliche”, hanno detto gli oppositori in una dichiarazione congiunta riportata da Cnn.

La precedente pronuncia della Corte Suprema

Già nel 1980 la Corte Suprema degli Stati Uniti si è espressa sul tema, annullando una legge simile del Kentucky che richiedeva che il documento con i Dieci Comandamenti fosse esposto nelle scuole elementari e superiori. All'epoca il provvedimento non passò, per 5 voti a 4, perché “non aveva uno scopo legislativo secolare” ed era “di natura chiaramente religiosa”. Anche perché, osservò la Corte, i precetti non fanno riferimento solo a divieti ‘trasversali’, come appunto “non rubare” o “non uccidere”, ma anche all'adorazione dei Dio o il rispetto del giorno del Signore, che di laico non hanno nulla. Ma Jeff Landry ha affermato che non teme la Corte, se ci si arriverà, e il motivo è presto detto: il supremo organo giudiziario attualmente ha una colorazione in maggioranza conservatrice, quindi l'esito di un ricorso non è affatto scontato.