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Home » Lifestyle » Valerio Catoia, il ‘supereroe’ con la sindrome di Down, diventa poliziotto ad honorem

Valerio Catoia, il ‘supereroe’ con la sindrome di Down, diventa poliziotto ad honorem

A 17 anni aveva salvato una bambina che stava affogando in mare a Sabaudia. Nuotatore provetto, ballerino, capo scout, Alfiere della Repubblica. Una vitalità instancabile, che ora lo porterà a combattere, a fianco della Polizia, contro l'odio in Rete

Marianna Grazi
30 Settembre 2021
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Quando ha visto che la bambina rischiava di annegare, a largo della Bufalara a Sabaudia, un nuotatore esperto come lui non ci ha pensato due volte a buttarsi in mare per salvarla. A spingerlo, però, non è stata solo la consapevolezza delle sue capacità atletiche, ma il senso del dovere. Per questo Valerio Catoia, 21enne di Latina affetto da sindrome di Down, da mercoledì 29 settembre è un poliziotto ad honorem, per aver dato prova, appena 17enne, come si legge nella nota ufficiale della Polizia di Stato, di “grande forza, coraggio e generosità”.

L’acqua infatti, per lui che macina ogni giorno vasche su vasche come nuotatore paralimpico agonistico, non fa certo paura, ma non tutti, al suo posto, si sarebbero lanciati nell’impresa. Ma per Valerio l’attività fisica è anche impegno civile, è spendersi per gli altri. Accanto al nuoto c’è la passione per la zumba, è un capo scout, lavora in un’azienda che vende energia pulita ed è un ballerino provetto di musica afro-caraibica. Inoltre è Alfiere della Repubblica e, adesso, anche poliziotto.

Il 21enne è stato infatti coinvolto dalla Polizia in una campagna per la sensibilizzazione delle persone sull’uso consapevole della rete contro l’odio. Lo stesso odio che, purtroppo, ha toccato anche lui. Sui social, dopo il suo eroico gesto e il riconoscimento del suo coraggio, sono stati tanti i messaggi velenosi di derisione, sarcasmo e addirittura ferocia. All’inizio i suoi genitori lo hanno tenuto all’oscuro degli insulti, cercando anzi di contattare gli amministratori di alcuni gruppi più attivi negli attacchi, ma ricevendo in risposta un’altra scarica di improperi. Il papà del ragazzo, intervistato su Repubblica, non si spiega questa violenza gratuita: “La noia? La stupidità? Ho pensato perfino che il fisico scolpito di Valerio possa avere dato fastidio, magari non te lo aspetti, no?”. Infine la scelta, condivisa con Valerio, di denunciare alla Polizia postale. Con “intelligente distacco”.

Nella sua vita Valerio, ha sempre seguito le sue passioni, con impegno e una forza di volontà straordinarie. Perché non è la sindrome di Down a caratterizzarlo o fermarlo, lui è “argento vivo”, dice orgoglioso suo padre. Una vitalità incredibile, sempre supportata dai genitori; stargli dietro è un privilegio ma anche molto faticoso, raccontano sorridendo. Non per la sua condizione, ma perché non si ferma mai. “In realtà è sempre più autonomo, e lo dimostra, oltre al fatto che lavora, anche la fresca nomina a capo scout. Il che vuol dire parecchio. Se te ne stai dieci giorni in tenda da solo significa che sai cavartela”, spiegano.

“Ha molti amici – aggiungono – anche se forse tra i ragazzi, chiamiamoli così, ‘normodotati’, un po’ meno di quelli che potrebbe avere”. Ma se il pregiudizio rimane, purtroppo, Valerio vanta invece molti ammiratori illustri: Francesco Totti gli ha regalato una maglia autografata, il presidente del Coni Giovanni Malagò l’ha ricevuto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha insignito di una onorificenza. Insomma, non è certo da tutti vantare tra i propri contatti queste personalità.

“Sono emozionato e felicissimo di ricevere questo premio, per me un grande onore far parte della Polizia!”, racconta Valerio emozionato dopo la cerimonia che si è tenuta nel meraviglioso parco archeologico del Colosseo a Roma mercoledì pomeriggio. Un altro sogno che si realizza e va ad aggiungersi a quelli già conquistati dal giovane. Tra cui, ovviamente, c’è anche il supereroe.

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
Quando ha visto che la bambina rischiava di annegare, a largo della Bufalara a Sabaudia, un nuotatore esperto come lui non ci ha pensato due volte a buttarsi in mare per salvarla. A spingerlo, però, non è stata solo la consapevolezza delle sue capacità atletiche, ma il senso del dovere. Per questo Valerio Catoia, 21enne di Latina affetto da sindrome di Down, da mercoledì 29 settembre è un poliziotto ad honorem, per aver dato prova, appena 17enne, come si legge nella nota ufficiale della Polizia di Stato, di "grande forza, coraggio e generosità". L'acqua infatti, per lui che macina ogni giorno vasche su vasche come nuotatore paralimpico agonistico, non fa certo paura, ma non tutti, al suo posto, si sarebbero lanciati nell'impresa. Ma per Valerio l'attività fisica è anche impegno civile, è spendersi per gli altri. Accanto al nuoto c'è la passione per la zumba, è un capo scout, lavora in un'azienda che vende energia pulita ed è un ballerino provetto di musica afro-caraibica. Inoltre è Alfiere della Repubblica e, adesso, anche poliziotto. Il 21enne è stato infatti coinvolto dalla Polizia in una campagna per la sensibilizzazione delle persone sull'uso consapevole della rete contro l'odio. Lo stesso odio che, purtroppo, ha toccato anche lui. Sui social, dopo il suo eroico gesto e il riconoscimento del suo coraggio, sono stati tanti i messaggi velenosi di derisione, sarcasmo e addirittura ferocia. All’inizio i suoi genitori lo hanno tenuto all’oscuro degli insulti, cercando anzi di contattare gli amministratori di alcuni gruppi più attivi negli attacchi, ma ricevendo in risposta un'altra scarica di improperi. Il papà del ragazzo, intervistato su Repubblica, non si spiega questa violenza gratuita: "La noia? La stupidità? Ho pensato perfino che il fisico scolpito di Valerio possa avere dato fastidio, magari non te lo aspetti, no?". Infine la scelta, condivisa con Valerio, di denunciare alla Polizia postale. Con "intelligente distacco". Nella sua vita Valerio, ha sempre seguito le sue passioni, con impegno e una forza di volontà straordinarie. Perché non è la sindrome di Down a caratterizzarlo o fermarlo, lui è "argento vivo", dice orgoglioso suo padre. Una vitalità incredibile, sempre supportata dai genitori; stargli dietro è un privilegio ma anche molto faticoso, raccontano sorridendo. Non per la sua condizione, ma perché non si ferma mai. "In realtà è sempre più autonomo, e lo dimostra, oltre al fatto che lavora, anche la fresca nomina a capo scout. Il che vuol dire parecchio. Se te ne stai dieci giorni in tenda da solo significa che sai cavartela", spiegano. "Ha molti amici - aggiungono - anche se forse tra i ragazzi, chiamiamoli così, 'normodotati', un po' meno di quelli che potrebbe avere". Ma se il pregiudizio rimane, purtroppo, Valerio vanta invece molti ammiratori illustri: Francesco Totti gli ha regalato una maglia autografata, il presidente del Coni Giovanni Malagò l'ha ricevuto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha insignito di una onorificenza. Insomma, non è certo da tutti vantare tra i propri contatti queste personalità. "Sono emozionato e felicissimo di ricevere questo premio, per me un grande onore far parte della Polizia!", racconta Valerio emozionato dopo la cerimonia che si è tenuta nel meraviglioso parco archeologico del Colosseo a Roma mercoledì pomeriggio. Un altro sogno che si realizza e va ad aggiungersi a quelli già conquistati dal giovane. Tra cui, ovviamente, c'è anche il supereroe.
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