Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

“Gli adulti? Alcuni buoni educatori, altri andrebbero rinchiusi finché i figli non sono diventati grandi”

Beniamino Deidda ospite di un incontro pubblico a San Casciano Val di Pesa: l’ex Procuratore generale della Corte di appello interviene sul tema dei giovani e della genitorialità

di CINZIA DUGO -
18 aprile 2024
Beniamino Deidda

Beniamino Deidda

San Casciano Val Di Pesa, 17 aprile 2024 – Si è concluso con la partecipazione di un ospite d’eccezione, l’ex Procuratore generale della Corte di appello Beniamino Deidda, il ciclo di incontri “Essere genitori”, a sostegno della genitorialità promosso e organizzato dal Comune di San Casciano in Val di Pesa (Firenze).

L’obiettivo delle conferenze era quello di offrire alle famiglie un’occasione di approfondimento sul difficile ruolo di madri e padri e sui temi e quesiti che si legano alla gestione quotidiana del rapporto con i figli. La rassegna, realizzata in collaborazione con il coordinatore pedagogico Paolo Borin, ha visto intervenire negli appuntamenti precedenti, allestiti negli spazi del museo e della biblioteca comunale, vari esperti tra cui neuropsichiatri, docenti di sociologia e psicoterapeuti.

I ragazzi in un mondo di regole degli adulti

La chiusura, nella sala conferenze della biblioteca comunale “Lucia Bagni”, è stata invece affidata all’ex magistrato, nonché autore di numerose pubblicazioni in materia di diritti e di uguaglianza, chiamato ad esprimersi sul tema “I ragazzi in un mondo di regole degli adulti”. 

Le regole sono importanti?

“Certo, le regole sono importanti, ma vanno tenute distinte dai ‘principi’. I principi sono i valori di fondo che ispirano le azioni degli uomini. Le regole sono uno strumento di attuazione dei principi. Sulle regole si può essere elastici, sui valori no”.

Di cosa ha bisogno un giovane per imparare a rispettare le regole e avere dei punti di riferimento nel mondo degli adulti?

“I giovani hanno bisogno di esempi, anche silenziosi. Le parole sono inutili a meno che non diventino ‘cose’, cioè momenti importanti di una testimonianza di vita. Allora le parole diventano fatti; se no, sono parole al vento”.

Quanto è efficace educare con e senza il NO?

“I no rappresentano un momento essenziale della formazione. I no responsabilizzano i ragazzi e li abituano alle difficoltà della vita. Per il resto, i giovani non vanno educati all’obbedienza, ma alla disobbedienza ragionata. Quando è il momento, i cittadini devono sapere dire di no: alle leggi ingiuste, alla violenza, alla prepotenza del potere, ecc”.

Lei crede che gli adulti sappiano educare?

“Alcuni adulti sono buoni educatori, altri andrebbero rinchiusi in una stanza finché i giovani non sono diventati adulti. Sono gli adulti che deformano, violano, non rispettano le regole, non possiamo educare al rispetto dei diritti inviolabili e violarli con le leggi. In generale sono buoni educatori solo quelli che sono stati educati bene”.

Secondo la sua esperienza i ragazzi tendono a rispettare le regole?

“Dipende. Sono portati a rispettare solo le regole che sono compatibili con i valori in cui credono. Rifuggono i comandi autoritari o le imposizioni gratuite. A volte non osservano regole utili e di evidente significato: ma questo è il segno di una serie di difficoltà che vanno indagate e capite. I giovani hanno necessità di rifiutare le regole degli adulti per affermarne altre più avanzate, create da loro”.

Il non rispetto delle regole può sfociare in atti illegali da parte dei giovani. Come affrontare questa problematica?

“Il rimedio alle violazioni delle legalità non è creare un nuovo reato o aumentare le pene, la criminalità si combatte attraverso la politica, non attraverso la galera, solo con il confronto e l’aumento di democrazia si risolve il problema, tutto questo ha a che fare con la nostra Costituzione, che non dovrebbe essere solo letta e conosciuta, ma applicata quotidianamente nella realtà, e i temi che riguardano i modelli e le radici di cittadinanza di cui occorre sentirsene parte, questa è la forza della politica da mettere in pratica”.