Quando si soffre di intolleranze o allergie alimentari
mangiare fuori casa rischia di diventare un problema. Rischia, perché basta usare qualche accorgimento e anche la vita quotidiana diventa più semplice. Dopo aver parlato della
differenza fra allergie e intolleranze alimentari e aver
sfatato qualche luogo comune, nella terza puntata di '
Intolleranze for dummies', la rubrica settimanale di
Luce!, parliamo di cosa fare e dire al ristorante per non rischiare di stare male.
Come fare quando si ha un'intolleranza o un'allergia e vogliamo andare a mangiare fuori casa?
La guida per andare al ristorante
"Serve una guida per andare al ristorante? Veramente?": già ti vedo strabuzzare gli occhi e pensare che io sia presuntuosa e ti voglia insegnare la vita. In realtà l'esperienza insegna che spesso chi si trova ad affrontare disturbi alimentari, soprattutto intolleranze, è un po' timoroso quando si tratta di far valere i propri diritti.
Spesso si ha quasi pudore di essere perentori e quindi si tende a non palesare in modo preciso e diretto le proprie difficoltà. Non c'è nulla di più sbagliato. Anzi, è bene capire sin da subito che non c'è nulla di sbagliato in chi deve affrontare allergie e intolleranze alimentari. Non siamo sbagliati, non siamo fallati, ma siamo solo diversi. E
la diversità va protetta. Come? Anzitutto quando si mangia fuori casa bisogna stare attenti a
scegliere un posto in cui tutti i commensali possano trovare la soluzione più adatta. Io sono allergica al latte, intollerante a glutine, lieviti e nichel e quindi non andrò in una pizzeria dove la cucina non propone altri cibi se non la pizza, ad esempio.
È fondamentale selezionare prima il luogo idoneo per far sì che tutti i commensali possano avere piatti tra cui scegliere
Una volta individuato il luogo idoneo, ecco un nuovo scoglio:
l'ordinazione. Bisogna subito parlare a chi arriva al tavolo a raccogliere la comanda delle proprie allergie o
intolleranze. In modo chiaro e netto. Ribadendo più volte tutte le sostanze che non si possono ingerire. E ricordandosi - questo è fondamentale - di non minimizzare. Se ingerendo il glutine si sta male, si deve dire: "Niente glutine, perché sto male. Sono intollerante". Il motivo è presto chiarito: se io mi sento dire "niente glutine, grazie", posso pensare che si tratti di un vezzo. In Italia, a differenza di altri luoghi del mondo, è ancora molto diffusa
la convinzione che in fondo non succeda niente, non si stia poi così male. E questo deriva anche dalla scarsa chiarezza di chi sta veramente male ma non vuole esplicitarlo.
Farsi comprendere senza vergogna
A proposito di chiarezza, io sono allergica al latte e per questo motivo in ogni ristorante, pub o luogo in cui posso mangiare o bere qualcosa devo esplicitare di essere allergica al latte. In modo chiaro. E inequivocabile. Spesso, infatti, mi sono sentita dire da camerieri o inservienti: "Ah, quindi senza lattosio?". No, latte ovvero
tutto il latte. Non solo lattosio. Tutto il latte mi fa male. Però lo devo ribadire.
Se non si può mangiare qualcosa è opportuno comunicarlo immediatamente, senza vergogna
Proprio questo deve essere il principio guida: non è il mondo esterno a doversi adeguare a noi allergici o intolleranti, ma siamo noi a dover fare in modo che il mondo possa comprenderci attraverso il dialogo e il confronto. Chiaro. Senza vergogna. Perché non c'è nulla di cui vergognarsi. Diventa quindi fondamentale chiedere sempre e comunque. Informarsi sugli ingredienti di ogni piatto o bevanda che c'è sul menù e che ci può interessare. A proposito, ogni menù dovrebbe avere l'elenco degli allergeni inserito. In ogni caso è sempre bene chiedere ulteriormente al personale di sala. Molto meglio rischiare di essere considerati pedanti e scrupolosi che stare male per aver ingerito qualcosa che non va bene per il proprio corpo. E se si ha qualche dubbio,
lasciar perdere e cambiare ordine. Il criterio è sempre lo stesso: si esce a pranzo, cena o colazione per stare in compagnia e stare bene, non per finire a contorcersi, grattarsi o ad avere chissà quale altra reazione avversa a una sostanza.