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John potrà riabbracciare il padre: la storia del migrante a cui l'Italia regala l'ultimo desiderio

di CAMILLA PRATO -
7 febbraio 2022
VATICAN-POPE-ANGELUS

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Quello dei migranti è un tema che accompagna ormai da anni, se non da decenni, la cronaca italiana. Migliaia e migliaia di persone che fuggono da povertà, fame, conflitti e che cercano di approdare sulle nostre coste (così come in altri Stati affacciati sul Mare Nostrum) per riuscire a crearsi una nuova vita. Se molti perlomeno riescono ad arrivare altrettanti sono coloro che, in questo viaggio disperato, perdono la vita.

John, migrante ghanese di 25 anni, accolto a Vignale Monferrato dove lavorava in un'azienda vinicola

A ricordare questo terribile dramma, dato che "il Mediterraneo sia il cimitero più grande d’Europa" è Papa Francesco, che più volte nel suo pontificato ha voluto lanciare appelli alla comunità italiana e internazionale sulla questione dell'immigrazione e sul dovere di non chiudere gli occhi davanti a questo fenomeno ma di accogliere l'altro. Lo ha ribadito anche domenica sera, 6 febbraio, intervistato da Fabio Fazio a Che Tempo che Fa: "Quello che si fa con i migranti è criminale, in Libia ci sono dei lager". Per questo, sottolinea Bergoglio, “Il migrante va sempre accolto, accompagnato, promosso e integrato”. Nella stessa giornata, però, il Pontefice aveva già trattato la questione, durante l'angelus domenicale. E lo ha fatto svelando una storia toccante e bellissima, che racconta la vicenda di un giovane migrante ghanese che, gravemente malato, ha chiesto di potere riabbracciare il padre, che vive a 7mila chilometri di distanza, nel suo paese d'origine. John, 25 anni, era sbarcato qualche anno fa a Lampedusa dopo un viaggio su un barcone partito dalla Libia. Una vicenda come tante, all'apparenza, ma che questa volta avrà un lieto fine, anche se nel dolore di chi sa che per lui non ci sarà un viaggio di ritorno nel Paese che tanto gli aveva donato.

John è potuto tornate a casa dalla sua famiglia grazie alla solidarietà del paese di Vignale Monferrato

John "per arrivare qui ha sofferto tutto quello che soffrono tanti migranti - ha detto Francesco - e alla fine si è sistemato nel Monferrato, ha incominciato a lavorare, a fare il suo futuro". Il ghanese, infatti, arrivato in Italia aveva trovato lavoro in un'azienda vinicola di Vignale Monferrato (Alessandria). Ma non sono bastati i travagli di un viaggio della speranza, la voglia di costruirsi un futuro migliore, l'impegno nel farsi accettare. A mettergli i bastoni tra le ruote ci si è messa la malattia, un cancro che l'ha costretto a fermarsi. "Poi si è ammalato di un cancro terribile. È in fin di vita. E quando gli hanno detto la verità, cosa avrebbe voluto fare, [ha risposto:] 'Tornare a casa per abbracciare mio papà prima di morire'", racconta Papa Francesco ai fedeli riuniti in piazza San Pietro. Il 25enne ghanese, infatti, dopo la diagnosi di carcinoma al fegato, era stato ricoverato nell'hospice 'Monsignor Zaccheo' di Casale Monferrato, visto l'aggravarsi repentino delle sue condizioni di salute.

John, 25 anni, era ricoverato in un  hospice per un cancro al fegato

Ma le terapie, purtroppo, non sono riuscite a fermare l'avanzare del tumore e così John, credente, di fede cattolica, a tutti coloro che in quei giorni sono stati impegnati ad alleviare le sue sofferenze, ha confidato di voler tornare a casa per riabbracciare la famiglia, il padre e i fratelli. Un desiderio tanto puro, in punto di morte, che ha subito toccato  i cuori di tanti. E il paese che l'ha accolto, in Italia, ha voluto realizzarlo, in silenzio, con la massima discrezione possibile, mobilitandosi in una gara di solidarietà. La piccola Vignale si è mobilitata, organizzando il viaggio in aereo direzione Ghana, per lui e un accompagnatore. È stato raccolto il denaro necessario sia per i voli che per i medicinali necessari a John per il tragitto. E una volta arrivato ne suo Paese, John ha voluto mandare subito un messaggio vocale al sindaco di Vignale, Tina Corona, e al consigliere Gian Mario Cotti. Non poteva dimenticare i suoi benefattori, che ha voluto rassicurare: "Sto bene. Un po' meglio sì. Siamo arrivati. Grazie, grazie tanto. Salutami tutta Vignale, la famiglia, la casa e tutto. Ok? Ciao ciao, Mario". Un saluto commosso, che veniva da cuore, di riconoscenza per quel gesto di amore, di umanità che era stato fatto per lui. "Tutti uniti per un ragazzo e una storia che non possono non rimanerti nel cuore. E quando oggi - fanno sapere dall'hospice 'Monsignor Zaccheo' - ci siamo riconosciuti nelle parole di Papa Francesco non potevamo che essere orgogliosi e lusingati del lavoro fatto".