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Home » Lifestyle » La badante è positiva e Maria, 88 anni, le lascia la sua casa per trascorrere la quarantena

La badante è positiva e Maria, 88 anni, le lascia la sua casa per trascorrere la quarantena

Ana Maria, 51 anni, di nazionalità rumena, è l'assistente domiciliare della signora Sabbadin. Il 24 dicembre è risultata positiva al covid ma non si aspettava certo un 'regalo di Natale' così dalla sua datrice di lavoro

Marianna Grazi
18 Gennaio 2022
Elderly woman talking with a doctor while holding hands at home and wearing face protective mask. Worried senior woman talking to her general pratictioner visiting her at home during virus epidemic. Doctor explaining about precautionary measures during virus pandemic to old lady and takes care of her.

Elderly woman talking with a doctor while holding hands at home and wearing face protective mask. Worried senior woman talking to her general pratictioner visiting her at home during virus epidemic. Doctor explaining about precautionary measures during virus pandemic to old lady and takes care of her.

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La solidarietà, l’affetto e l’aiuto disinteressato verso una persona a cui si vuole bene vanno oltre i legami di sangue o quelli riportati su un certificato. Maria Sabbadin lo sa bene e quando Ana Maria ha avuto bisogno non ha esitato a lasciarle addirittura la sua casa. Ma facciamo chiarezza. Maria è una signora di 88 anni che abita nel centro storico di Padova; Ana Maria invece, 51enne romena, è la sua badante, che ogni giorno l’aiuta a svolgere tutte le attività della sua vita quotidiana. Ma la vigilia di Natale quest’ultima è risultata positiva al Covid, diagnosi confermata da un tampone, ed è stata costretta quindi ad isolarsi, per non rischiare di contagiare l’anziana. Che però, in un gesto di amicizia ma soprattutto di profondo rispetto per la donna e per il lavoro che svolge, ha deciso di traslocare lei, “temporaneamente”, dalla sua casa, lasciandola come sede per la quarantena alla collaboratrice domestica. A raccontare il bellissimo gesto della signora Maria è il quotidiano La Repubblica, che spiega come, preso qualche abito e tutto il necessario, Sabbadin si sia trasferita per qualche giorno, fino al 5 gennaio per la precisione, tra l’abitazione della figlia e quella della nuora.

Maria Sabbadin tra la figlia e la nuora sul divano di casa e all’estrema destra la badante Ana Maria che si prende cura di lei – (Foto: la Repubblica)

“Ana Maria lavora da noi ormai da un anno a tempo pieno. La vigilia di Natale si è fatta un tampone perché era stata a contatto con un’amica positiva: diagnosi confermata anche per lei. Quindi è scattata la quarantena” racconta Rosanna Bettella, la figlia della signora Sabbadin, al quotidiano. Dopo un rapido confronto le donne sono state subito d’accordo: Ana Maria avrebbe passato i giorni di isolamento in casa di Maria. “Mia madre ha capito che era giusto aiutarla, più che altro per ragioni affettive“, racconta Bettella. Uno ‘sfratto’ che, a differenza dei casi di cronaca che si susseguono nei notiziari, è stato deciso dalla stessa ‘sfrattata’, molto legata alla sua assistente domiciliare, a cui vuole bene come se fosse una parente.

“Questi sono diritti dei lavoratori. Grazie al mio lavoro sono riuscita a fare la scelta giusta, ma ho toccato con mano il vuoto istituzionale – ha puntualizzato Rossana, che fa la sindacalista alla Cgil –. Mi chiedo che fine facciano tante collaboratrici domestiche nella stessa situazione. È un problema di cui farsi carico“. “Le amministrazioni locali dovrebbero fare qualcosa per affrontare anche situazioni di questo tipo – ragiona la donna –. Sarebbe necessario individuare strutture in grado di dare ospitalità all’assistente familiare positiva, in modo da isolarsi per la quarantena Spostare una persona anziana da casa sua – conclude – è sempre problematico, questo è a tutti gli effetti un cortocircuito del sistema”.

Per Maria Sabbadin, che ascolta la figlia raccontare la ‘disavventura’ natalizia di cui la madre è stata protagonista, c’è però solo il lato positivo della vicenda: “All’inizio ero un po’ spaesata, poi mi sono ambientata. Abbiamo giocato a tombola come non facevamo da tanto. È stato un modo per passare un po’ di tempo insieme“. E siamo sicure che la sua assistente domiciliare Ana Maria, invece, un regalo come quello non se lo sarebbe mai aspettato, ma anche che difficilmente potrà dimenticarlo.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
La solidarietà, l'affetto e l'aiuto disinteressato verso una persona a cui si vuole bene vanno oltre i legami di sangue o quelli riportati su un certificato. Maria Sabbadin lo sa bene e quando Ana Maria ha avuto bisogno non ha esitato a lasciarle addirittura la sua casa. Ma facciamo chiarezza. Maria è una signora di 88 anni che abita nel centro storico di Padova; Ana Maria invece, 51enne romena, è la sua badante, che ogni giorno l'aiuta a svolgere tutte le attività della sua vita quotidiana. Ma la vigilia di Natale quest'ultima è risultata positiva al Covid, diagnosi confermata da un tampone, ed è stata costretta quindi ad isolarsi, per non rischiare di contagiare l'anziana. Che però, in un gesto di amicizia ma soprattutto di profondo rispetto per la donna e per il lavoro che svolge, ha deciso di traslocare lei, "temporaneamente", dalla sua casa, lasciandola come sede per la quarantena alla collaboratrice domestica. A raccontare il bellissimo gesto della signora Maria è il quotidiano La Repubblica, che spiega come, preso qualche abito e tutto il necessario, Sabbadin si sia trasferita per qualche giorno, fino al 5 gennaio per la precisione, tra l'abitazione della figlia e quella della nuora.
Maria Sabbadin tra la figlia e la nuora sul divano di casa e all'estrema destra la badante Ana Maria che si prende cura di lei - (Foto: la Repubblica)
"Ana Maria lavora da noi ormai da un anno a tempo pieno. La vigilia di Natale si è fatta un tampone perché era stata a contatto con un'amica positiva: diagnosi confermata anche per lei. Quindi è scattata la quarantena" racconta Rosanna Bettella, la figlia della signora Sabbadin, al quotidiano. Dopo un rapido confronto le donne sono state subito d'accordo: Ana Maria avrebbe passato i giorni di isolamento in casa di Maria. "Mia madre ha capito che era giusto aiutarla, più che altro per ragioni affettive", racconta Bettella. Uno 'sfratto' che, a differenza dei casi di cronaca che si susseguono nei notiziari, è stato deciso dalla stessa 'sfrattata', molto legata alla sua assistente domiciliare, a cui vuole bene come se fosse una parente. "Questi sono diritti dei lavoratori. Grazie al mio lavoro sono riuscita a fare la scelta giusta, ma ho toccato con mano il vuoto istituzionale – ha puntualizzato Rossana, che fa la sindacalista alla Cgil –. Mi chiedo che fine facciano tante collaboratrici domestiche nella stessa situazione. È un problema di cui farsi carico". "Le amministrazioni locali dovrebbero fare qualcosa per affrontare anche situazioni di questo tipo – ragiona la donna –. Sarebbe necessario individuare strutture in grado di dare ospitalità all'assistente familiare positiva, in modo da isolarsi per la quarantena Spostare una persona anziana da casa sua – conclude – è sempre problematico, questo è a tutti gli effetti un cortocircuito del sistema". Per Maria Sabbadin, che ascolta la figlia raccontare la 'disavventura' natalizia di cui la madre è stata protagonista, c'è però solo il lato positivo della vicenda: "All'inizio ero un po' spaesata, poi mi sono ambientata. Abbiamo giocato a tombola come non facevamo da tanto. È stato un modo per passare un po' di tempo insieme". E siamo sicure che la sua assistente domiciliare Ana Maria, invece, un regalo come quello non se lo sarebbe mai aspettato, ma anche che difficilmente potrà dimenticarlo.
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