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La favola dei bambini marocchini e del carabiniere: la mamma è ricoverata e il militare li 'adotta' per una settimana

di MARIANNA GRAZI -
4 giugno 2021
CarabiniereBimbi

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Quando ha accolto nella sua casa due bambini marocchini, Alessandro Latino non si aspettava certo di finire sulle pagine dei giornali. O di ricevere un premio. Il suo è stato un gesto di solidarietà e umanità, spinto dal senso del dovere per la divisa che indossa, ma soprattutto dalla voglia di non abbandonare i piccoli in un momento di difficoltà. La storia risale a marzo 2020. Anche Cicagna, piccolo centro in provincia di Genova, è in pieno lockdown dovuto all'emergenza da Covid 19. L'eroe protagonista di quella che sembra una favola è il comandante della stazione dei carabinieri cittadina, un palermitano che da circa 20 anni vive molto lontano dalla sua isola. Poi c'è una mamma, che per un grave problema di salute è costretta a chiamare il 118 in piena notte e viene ricoverata in ospedale. E infine ci sono i suoi figli, un fratellino e una sorellina, di dieci e sei anni, marocchini, rimasti improvvisamente da soli. Il papà è in Francia per lavoro, e la pandemia impedisce loro di seguire la madre. I medici, allora, chiamano la Caserma dei Carabinieri, come da protocollo. Latino risponde e decide, senza pensarci troppo, di accogliere i bambini sotto il tetto della sua casa, in attesa che le condizioni della donna migliorino. La convivenza dura per circa una settimana e tra i piccoli ospiti e la famiglia del militare si crea un legame che dura ancora oggi. "Un gesto che denota grande sensibilità - così lo definisce il tenente colonnello Angelo Gerardi, comandante della compagnia di Chiavari, da cui dipende la stazione di Cicagna - Viviamo un periodo difficile e il compito dell'Arma è stare accanto alla gente che soffre. Sono particolarmente contento che il comando generale abbia deciso di premiare Latino". Sabato 5 giugno, infatti, l'Arma dei Carabinieri premierà Alessandro come uno dei cinque migliori Comandanti di Stazione d'Italia del 2020. Ma non è finita qui: per lui c'è anche la proposta al Cavalierato della Repubblica, onorificenza che viene conferita dal Capo dello Stato a persone che si sono distinte in campo politico, artistico, lavorativo, sociale o militare. Forse però, il premio più grande per Latino, è stato veder sorridere i due piccoli ospiti che hanno trovato in lui e nella sua famiglia l'amore e l'affetto necessari in quel momento di sofferenza.

Famiglie oltre i legami di sangue

Quella di Cicagna e dell'accoglienza dei due bambini marocchini richiama alla memoria un altro episodio (o un'altra favola, e questa volta c'è persino una principessa, o meglio, una regina) di solidarietà 'familiare'. È quella di Regina, arrivata dalla Nigeria un quarto di secolo fa, a soli 13 anni. Un viaggio lunghissimo, compiuto senza la famiglia, rimasta nel Paese d'origine. In Italia viene collocata in una struttura per minori ad Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. Lì conosce l'ispettore di Polizia Antonio D'Amore e grazie a lui la vita di Regina cambia per sempre. Antonio infatti, interessatosi al suo caso, le fa conoscere sua moglie e le sue due figlie, all'epoca bambine. Il tempo passa e la ragazza diventava sempre più parte integrante della famiglia, tanto che per lei i coniugi D'amore diventano mamma e papà e le bambine sorelle. Nel frattempo inizia a lavorare con Intersos, un'organizzazione umanitaria che opera sulla 'pista' di Borgo Mezzanone. Li conosce Daniel, i due si innamorano e decidono di sposarsi. E ad accompagnare Regina all'altare, il 22 maggio scorso, è stato proprio colui il quale, 25 anni fa, scelse di prendersi cura di lei come una figlia.