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Home » Lifestyle » Festa della mamma, riapertura delle rsa. Con il green pass due persone per visite e abbracci

Festa della mamma, riapertura delle rsa. Con il green pass due persone per visite e abbracci

Il ministro Speranza ha datoi il via libera. Necessari i documenti sanitari, il tampone negativo nelle 48 ore precedenti e ingresso di massimo due persone a volta

Federico Martini
9 Maggio 2021
Elderly woman talking with a doctor while holding hands at home and wearing face protective mask. Worried senior woman talking to her general pratictioner visiting her at home during virus epidemic. Doctor explaining about precautionary measures during virus pandemic to old lady and takes care of her.

Elderly woman talking with a doctor while holding hands at home and wearing face protective mask. Worried senior woman talking to her general pratictioner visiting her at home during virus epidemic. Doctor explaining about precautionary measures during virus pandemic to old lady and takes care of her.

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Il giorno della festa della mamma porta per gli italiani l’annuncio dell’apertura delle rsa che permetterà a anziani ospiti e parenti di tornare a dare il via libera un’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha effetto immediato ed è valida fino al 30 luglio. «Condividiamo la gioia di chi potrà finalmente rivedere i propri cari dopo la distanza indispensabile per proteggerli», dice Speranza. L’ingresso nelle strutture è consentito solo a visitatori in possesso del ‘green pass’, la Certificazione Verde Covid-19 che documenta la vaccinazione, un tampone nelle 48 ore precedenti o la presenza degli anticorpi da malattia. Le Rsa devono garantire una programmazione degli accessi nell’arco della giornata, con modalità utili a evitare gli assembramenti, da preferire gli spazi all’aperto. Di norma non più di due visitatori per ospite, eccetto casi particolari come caregiver o situazione di fine vita.

Massimo rigore, poi, sui dispositivi di protezione, dalle mascherine (almeno Ffp2) ai dispenser per l’igienizzazione delle mani. Il contatto fisico con l’ospite può avvenire, «in particolari condizioni di esigenze relazionali e affettive», solo se questo è vaccinato o con infezione negli ultimi sei mesi. Prevista per gli ospiti delle strutture anche la possibilità del rientro in famiglia dopo «specifica regolamentazione da parte delle direzioni sanitarie o del medico curante in accordo con la direzione». Quanto ai nuovi ingressi, poi, il documento stabilisce che se la persona non è vaccinata o ha già avuto la prima dose ma da meno di 14 giorni deve osservare un periodo di quarantena di dieci giorni, oltre che un test all’ingresso e a dieci giorni. Nel caso invece abbia ricevuto entrambi le dosi di vaccino, nessuna quarantena e nessun test.

L’ordinanza prevede infine che le misure «potranno essere rimodulate» in base all’evoluzione dello scenario epidemiologico «anche in senso più restrittivo» dal direttore sanitario o l’autorità sanitaria. Il documento, si sottolinea, pone le regole «nel rispetto del documento adottato dal la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, come integrato e validato dal Comitato tecnico scientifico».

«E’una notizia straordinaria, che oltre 2 milioni e mezzo di italiani aspettano da tanto, troppo tempo. Sono stati 14 mesi infernali, durante i quali circa 350.000 anziani hanno interrotto completamente ogni rapporto con i propri cari ospiti nelle Residenze sanitarie assistenziali», commenta Dario Francolino, presidente del comitato Open Rsa Now che insieme a Rsa Aperte aveva lanciato appelli al governo e al Presidente della Repubblica Mattarella.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
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