L’onda del Pride per la prima volta a Lucca. "Vogliamo dare un segnale chiaro"

L’edizione 2024 del Toscana Pride si farà a Lucca, molto probabilmente a settembre. La presidente di Arcigay, Natascia Maesi: “Non accettiamo patrocini di facciata, ma solo adesioni solo da parte di chi prenderà impegni concreti sui nostri temi”

di TERESA SCARCELLA -
6 maggio 2024
ROMA PRIDE 2023

ROMA PRIDE 2023

Ormai è ufficiale. Come anticipato da noi il Toscana Pride invaderà le vie del centro di Lucca. Puntuale ieri l’annuncio sulle pagine social dell’organizzazione: "È Lucca la città che ospiterà il Toscana Pride 2024" e sarà la sua prima volta. I motivi che hanno spinto a puntare il dito su questo punto della mappa erano evidenti fin dall’inizio, a partire dal post dell’indovinello, pubblicato pochi giorni fa, con la pantera sulle Mura che, per un giorno, abbandonerà il suo felino manto nero per i colori dell’arcobaleno. A spiegarli meglio e a raccontare che pride sarà è Natascia Maesi, presidente nazionale Arcigay.

IMAGES
IMAGES

"La decisione ha a che fare col fatto che il Toscana Pride è itinerante - afferma - va dove c’è bisogno di pride e dove pensiamo che sia importante portare una manifestazione politica, diritti sociali e civili. Non è la prima volta che andiamo in una città amministrata dalla destra. Crediamo che sia un segnale forte".

E a Lucca non è mai arrivato e poi la città nel 2022 ha virato a destra, uscendo l’anno dopo dalla Rete Ready (rete nazionale contro le discriminazioni). Una scelta politica, ma che tradisce anche un disinteresse. "Il pride è antifascista, antirazzista e metterà al centro i diritti delle famiglie omogenitoriali, delle persone trans, soprattutto degli adolescenti, attualmente nel mirino del governo - continua Maesi – Vogliamo dare voce anche alle storie di queste persone che rischiano di vedersi tolta la possibilità di accedere ai percorsi di affermazione di genere".

Il riferimento è alla battaglia che il governo, con Forza Italia in prima linea, ha avviato all’uso della triptorelina nei casi di disforia di genere. Ma i temi che verranno portati saranno molti altri. Il Toscana Pride si fa più grande. "Sarà una manifestazione intersezionale - continua Maesi - con un concetto più ampio di inclusività, che ingloberà l’accessibilità e la sostenibilità. Porteremo in piazza la nostra favolosità e la nostra rabbia contro la violenza istituzionale di questo governo, che sta cercando di svuotare e depotenziare leggi importanti (come la legge 194) e diritti come quello della omogenitorialità. Tutti temi oggi nel mirino, che il centrosinistra non ha tutelato per imbarazzo".

Approfondisci:

Aborto, il Senato apre i consultori ai Pro Vita: la norma è legge

Aborto, il Senato apre i consultori ai Pro Vita: la norma è legge

Portavoce dell’evento sarà Monica Marcacci delle Famiglie Arcobaleno. Dopodiché mancano gli ultimi dettagli. Gli organizzatori sono in attesa di un incontro con il Comune non tanto per chiedere il permesso (che non è necessario), ma per trovare una data che stia bene anche alla città e concordare il percorso con la Questura. Si parla di settembre, forse il 7, ma per ora sono solo voci. Sicuramente non coinciderà con i momenti clou del Settembre lucchese. Anche perché immaginiamo che il corteo voglia attraversare il centro storico, magari passare sulle Mura perché no. "Speriamo di trovare una buona accoglienza" auspica Maesi. Che non vuol dire certo patrocinio del Comune. Difficile da credere che lo conceda, ma anche che il Toscana Pride lo chieda e infatti non lo chiederà. Ma non solo a Lucca, a nessuno. Da quest’anno nuove regole: "Chi vorrà sostenerci potrà farlo, ma accoglieremo le adesioni solo di chi prenderà impegni concreti sui nostri temi - conclude la presidente -. Non abbiamo bisogno di un sostegno di facciata".