Psicologo di base: “Richiesta altissima, soprattutto dei giovani. Il male principale? La solitudine”

La presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino, fa il punto sulla sperimentazione nelle case di comunità avviata in alcune Regioni. “Manca personale nel servizio pubblico. Per una prima diagnosi bastano 3/5 sedute”

di RICCARDO JANNELLO -
7 maggio 2024
Maria Antonietta Gulino

Maria Antonietta Gulino

La legge che istituisce lo psicologo di base non c’è ancora, ma qualcuno ha già recepito ciò che la Commissione affari sociali della Camera ha definito come testo base: “Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”.

Alcune Regioni hanno fatto passi avanti e addirittura alcune, come Campania, Piemonte e Abruzzo, hanno preceduto lo Stato, mentre Lombardia, Puglia, Sicilia e Toscana lo stanno sperimentando nelle case di comunità. Ma di cosa si tratta? Ne parliamo con la dottoressa Maria Antonietta Gulino, presidentessa dell’Ordine degli psicologi della Toscana e componente del Consiglio nazionale.

Dottoressa Gulino, che cosa è lo psicologo di base?

“In senso comune si può dire che abbia la stessa valenza del medico di base. Si tratta di un intervento di primo livello, per una valutazione del disagio di natura psicologica, che sia in un adolescente o in un adulto e perfino in una coppia”.

L’attuazione del servizio è vicina?

“Purtroppo nei nostri servizi pubblici i dirigenti psicologi sono molto pochi a fronte di una richiesta diventata altissima. Pensi che i colleghi degli studi privati ci dicono che in un anno l’aumento è stato del 73%. Per questo è ancor più necessario l’aumento della presenza degli psicologi nel servizio pubblico”.

La dottoressa Maria Antonietta Gulino
La dottoressa Maria Antonietta Gulino

Come funzionerebbe l’assistenza primaria sul territorio?

“Il paziente sarà indirizzato al servizio di prossimità, nelle case di comunità, dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. Il professionista psicologo lo visiterà e lo potrà inviare ai servizi del territorio per un intervento di secondo livello”.

In quante sedute si può definire una diagnosi?

“Tre-cinque sedute. Si potrebbe anche riuscire a intervenire prima di affidare il paziente a un secondo livello”.

Anche nel caso della malattia psicologica la prevenzione è importante?

“Senz’altro. Si può capire da un attento esame che cosa non funziona e questo può servire anche, ad esempio, ad evitare accessi ai pronto soccorso. Ma tutto questo sempre in grande collaborazione col medico di base o il pediatra”.

È ottimista sull’esito della sperimentazione?

“Bisogna mettere a sistema i nuovi protocolli, ma io penso che quando tutto verrà tarato sarà un servizio molto utile”.

Lei ha parlato di uno smisurato aumento di richieste: questo che cosa significa? Ci deve fare preoccupare?

“Parte della nostra popolazione, soprattutto la fascia fra i 13 e i 20 anni, stava soffrendo moltissimo già prima della pandemia di Covid. Il lockdown ha creato ulteriori problemi, soprattutto aumento dell’ansia e delle paure, per i giovani le lezioni in Dad (didattica a distanza) sono state frustranti. Invece gli adulti si sono trovati poi a combattere con i problemi legati al lavoro e ne è venuto fuori un panorama difficile. Soprattutto perché, per quanto riguarda i giovani, il confronto personale è un nutrimento essenziale della crescita che non può avere alternativa nel mondo digitale parallelo”.

Questo è un rifugio in negativo?

“Un qualcosa che può diventare una trappola, perché l’equazione social uguale sociale non è vera e non toglie certo lo stress di tutti i giorni”.

La presidente dell'Ordine degli psicologi della Toscana Maria Antonietta Gulino
La presidente dell'Ordine degli psicologi della Toscana Maria Antonietta Gulino

Questo lo possono fare i farmaci?

“Il farmaco toglie il sintomo, ma bisogna capire a monte quale sia il problema, come mai soffro d’ansia, da cosa ha origine, in che cosa mi sento instabile, precario. La psicoterapia impatta ridando all’individuo le opportunità per affrontare lo stress, capire il dolore da dove proviene se dalla scuola o dalla famiglia o sta nelle relazioni sentimentali o altro. Il primo livello di psicologia permette all’individuo di trovare risorse per affrontare i suoi problemi”.

Non è che lo psicologo induca qualche timore, costringa il giovane a sentirsi “malato”?

“No, la terapia con un professionista competente soprattutto per la fascia di età fra i 15 e i 30 anni alleggerisce la situazione, fa condividere le proprie ansie. Fa dire: rimetto in moto le sorti che non riesco a far funzionare”.

La famiglia non può essere uno psicologo più conveniente?

“Nella famiglia troviamo molta solitudine. I genitori vanno di corsa anche loro, l’ascolto è più fugace come lo è quello di un amico. Non è lo stesso di chi è per mestiere competente nella materia”.

Ma la terapia risolve proprio tutto?

“Ti indirizza nel trovare una tua strada, ti aiuta a scoprire il modo personale di gestire la situazione”.

E qual è il male principale di questa società che influisce sulla nostra psiche?

“La solitudine”.