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Hijab-Apertura
Rawdah Mohamed dice basta. A chi vieta alle donne musulmane di indossare il loro capo più tradizionale, il velo. Basta a chi strumentalizza il loro corpo con politiche distanti dalla realtà che vivono. Basta agli stereotipi che condizionano l'esistenza delle ragazze islamiche. La modella somalo-norvegese ha pubblicato sui social un post, diventato virale, in cui critica la proposta di divieto dell'hijab alle minori di 18 anni in Francia. Grazie a un selfie su Instagram, con "hands off my hijab" (giù le mani dal mio hijab) scritto sulla mano, ha aperto una campagna che ha fatto tendenza anche su Twitter e TikTok.
Su Instagram, canale social sempre più scelto per lanciare campagne trasversali in tutto il mondo, la modella ha tuonato: "Il divieto dell'hijab è una retorica odiosa, che viene dal più alto livello del governo e passerà come un enorme fallimento dei valori religiosi e dell'uguaglianza". E ha poi raccontato un episodio che le è capitato quando andava a scuola, quando le fu detto che non avrebbe dovuto indossare il velo per tutelarsi da fenomeni di bullismo. "Sedersi in una stanza piena di adulti che discutevano del mio corpo e di ciò che potevo e non potevo indossare da ragazza mi ha lasciato più cicatrici del bullismo stesso - ha spiegato -. Ho perso il conto delle molte volte che sono stata rifiutata per un lavoro a causa del mio hijab e non per la mia mancanza di abilità". Proprio parlando della sua esperienza nell'industria della moda, Rawdah Mohamed ribadisce al Guardian di essere stata scartata per molti lavori, perché i clienti temevano un contraccolpo politico o mediatico per aver presentato una donna in hijab nelle campagne pubblicitarie. "Devo costantemente combattere contro la rappresentazione imprecisa e le percezioni distorte che provengono dai piani alti della politica, ulteriormente perpetuata con il pubblico in generale e la moda", ha concluso.
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Rawadah Mohamed ha lanciato la sua campagna sui social Instagram, Twitter e Tik Tok
La campagna contro il divieto e le migliaia di adesioni
Dalla schermitrice olimpica Ibtihaj Muhammad alla deputata statunitense Ilhan Omar, l'hashtag #Handsoffmyhijab, insieme alla sua controparte francese #PasToucheAMonHijab, è stato ripreso da migliaia di donne a livello internazionale. Tutte loro protestano contro la proposta del Parlamento francese. "Ho lanciato l'hashtag perché sentivo il bisogno di 'umanizzare' il movimento - ha detto Mohamed al quotidiano inglese Guardian - Le donne delle minoranze etniche sono sempre "chiaccherate". Volevo riprendere il controllo delle nostre narrazioni e raccontare le nostre storie". La modella ha aggiunto che la legislazione proposta "deriva dalla discriminazione e dagli stereotipi profondamente radicati contro le donne musulmane". La Francia è stato il primo Paese a vietare il niqab (il velo che copre il volto della donna e che, nella maggior parte dei casi, lascia scoperti gli occhi) negli spazi pubblici, nell'aprile 2011. Alcune città francesi, invece, hanno vietato il burkini, avviando un dibattito nazionale intorno al nazionalismo, all'identità e al femminismo. "Volevo che i miei oppressori vedessero la mia faccia e le donne che mi assomigliano - ha aggiunto Rawdah - Non possono nascondersi nei loro lussuosi uffici del Parlamento e regolare il corpo delle donne senza combattere".La testimonianza della modella contro la retorica politica francese
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