I
prodotti per l’igiene femminile, uno su tutti gli
assorbenti, sono da quasi sessant’anni il
motore di una rivoluzione discreta che ha permesso a milioni di donne di conseguire una maggiore parità, tanto nel lavoro quanto nella vita di tutti i giorni. Fater, azienda il cui nome forse non suonerà familiare a molti, produce il marchio di assorbenti Lines, oltre che Pampers e Ace (da oltre 30 anni costituisce una joint venture paritetica con Angelini Industries e Procter&Gamble). A capo della produzione, nello stabilimento di Pescara, lavora
Lucia Monaco, ingegnera ambientale classe 1974, che dal 2001 porta la sua competenza e la sua passione nell’azienda, unendo la sua conoscenza tecnica, la capacità di coordinamento del personale e la conoscenza sui bisogni delle donne.
Breve storia degli assorbenti
Gli assorbenti sono nati negli anni Sessanta, subendo negli anni una serie di trasformazioni
Oggi, forse soprattutto tra gli uomini,
si dà per scontata la presenza di questi strumenti, ma in verità il loro utilizzo è stato davvero rivoluzionario e la tecnologia per realizzarli è in continuo sviluppo: "Gli assorbenti sono
un'invenzione degli anni ’60 – spiega Monaco, Fem Care e Adult Care Operations Director di Fater –. All’epoca si trattava di prodotti spessi, fatti in cellulosa. Nel tempo c’è stata un'
innovazione sui materiali, più sottili e maggiormente assorbenti, ma anche un importante sviluppo per quanto riguarda la vestibilità anatomica. Fater, negli anni, ha sviluppato la tecnologia produttiva in tal senso, ma lo sviluppo è stato fatto ascoltando le consumatrici". Negli ultimi decenni sono tantissimi i modelli di questo prodotto che si sono affacciati sugli scaffali dei negozi e dei supermercati, moltiplicandosi per soddisfare le più diverse necessità: "Nel '92 Fater è stata la prima azienda a lanciare il prodotto Ultra Assorbente, seguito poi dalla linea Lines Intervallo – prosegue sempre Lucia –. Nel 2010 è stato lanciato Lines È, infine nel 2023 è uscito Lines Seta Ultra con le ali a incastro perfetto. Abbiamo sostituito le linee di produzione per sviluppare un
controllo maggiore sul prodotto: oggi, ad esempio, abbiamo sensori e sistemi di visione che ci permettono di evitare che ne arrivino sul mercato di difettosi". L’innovazione tecnica però non si ferma qui. L’ingegner Monaco ci rivela che anche le ultime novità digitali possono essere un motore di cambiamento per la produzione in fabbrica: "Stiamo studiando come
implementare l’intelligenza artificiale nella produzione, non per togliere spazio alle persone, quanto per efficientare il lavoro e
ridurre gli sprechi".
Ingegnera per un cambiamento
La conoscenza tecnica a questo livello, unita alla capacità organizzativa del personale, sono condizioni imprescindibili, ma il
settore dell'ingegneria rimane un ambiente dove le
donne in Italia costituiscono ancora una
minoranza.
Monaco è Fem Care e Adult Care Operations Director di Fater
Lucia Monaco è un esempio controcorrente, ma anche incoraggiante: nata a Sulmona e formatasi nel liceo classico della sua città, scopre alle superiori la passione per la matematica e decide, contro il parere di amici e parenti, di iscriversi ad Ingegneria Ambientale, laureandosi all’Università di Roma Sapienza: "Ho scoperto che mi piaceva la matematica grazie alla nostra professoressa del liceo. Quando ho deciso di frequentare Ingegneria sono stati
in molti a dirmi 'ma cosa vai a fare!' e frasi simili. Mi è piaciuto molto studiare, ma dopo la laurea mi sono accorta che molti miei colleghi uomini venivano preferiti a me, nonostante avessero una media più bassa della mia, ma questo non mi ha mai fatto pensare di aver fatto la scelta sbagliata". La svolta è arrivata con l’esperienza in
Fater: "Lavorando qui ho avuto la possibilità di tornare a vivere in Abruzzo. Ho fatto un lungo percorso prima di arrivare dove sono ora, ho ricoperto la posizione di Technical manager e poi Iws manager. Questo ruolo era più di supporto e molti mi suggerivano di continuare così, perché sarebbe stato
più adatto a me in quanto donna. Ho deciso invece di ritornare alla produzione perché mi affascinava l’idea di coinvolgere il personale per ottimizzare il lavoro. Il mio ruolo attuale è direttore delle produzioni del reparto marchio Lines e Lines Specialist. Coordino un team di 140 persone.
Il cambiamento è avvenuto grazie a programmi strutturati e attività non solo lavorative: per esempio lo scorso anno nel reparto Lines abbiamo allestito un teatro con tanto di spettacolo per il 25 novembre contro la
violenza sulle donne.
In Fater, dice l'ingegnera, "la nostra realtà industriale è a maggioranza maschile"
Anche la nostra
realtà industriale è a maggioranza maschile, ma io non ho mai incontrato pregiudizi sul fatto che ci siano figure femminili a ricoprire ruoli da responsabili. Questo modello è stato utile perché molte figlie dei dipendenti hanno voluto seguire percorsi manageriali”. Nel Team di Lucia lavorano anche 5 donne che ricoprono posizioni diversi: da line operator a line leader a ingegnere di processo. Primi passi che denotano la volontà aziendale di
superare qualsiasi pregiudizio su ruoli in passato
ritenuti esclusivamente maschili.
Il caso di Lucia e il divario di genere
Monaco ha due figli, nel tempo libero ama cucinare, viaggiare e fare giardinaggio. Condivide con il marito una forte passione per il cinema e con famiglia e amici organizza ogni anno un viaggio a Venezia per la Mostra del cinema. La sua storia non dovrebbe essere un caso isolato o minoritario, ma nel nostro Paese ancora la
disparità di genere nel mondo del lavoro è forte e la forbice si allarga man mano che si sale verso posizioni e cariche di maggiore responsabilità o di più alto profilo. Secondo un rapporto pubblicato da Confcommercio del 2023 solo il 49% delle donne tra i 15 e 74 anni partecipa al mercato del lavoro. In parole semplici: in Italia
una donna su due non ha un impiego. Stando invece a un rapporto pubblicato da Manageritalia, risalente a marzo 2023 ma con dati Inps riferiti al 2021, la percentuale di donne dirigenti su tutto il territorio nazionale si attesta sul 20,5%. Una su cinque.
La forbice del divario di genere nel mondo del lavoro si allarga man mano che si sale di livello verso ruoli di vertice e responsabilità
Come la tecnologia degli assorbenti, anche il mondo del lavoro si è evoluto molto nel corso degli anni, ma il problema del divario di genere è lungi dall’essere risolto. Lucia Monaco però non perde la speranza e offre
due consigli a tutte le giovani donne: "Il primo è quello di
essere le prime a credere in noi stesse, non farsi ostacolare dai pregiudizi e dai luoghi comuni. Non esiste qualcosa di adatto a una donna o a un uomo, esiste solo qualcosa che ci appassiona e che ci piace. La seconda cosa è non pensare che questo percorso e il lavoro lo faccia qualcun altro. Bisogna impegnarsi per
creare nella società le condizioni per una reale parità. Ognuno deve fare la sua parte per se stessa, per quelle donne che subiscono condizionamenti, per le nostre figlie”.