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Home » Lifestyle » Mascherine, vaccini, scuola, ufficio, multe: cinque esempi di come rivolgersi con gentilezza e ricevere gentilezza

Mascherine, vaccini, scuola, ufficio, multe: cinque esempi di come rivolgersi con gentilezza e ricevere gentilezza

Come accostarsi a chi non rispetta le regole sull'obbligo di indossare dispositivi anticovid, o che non si vaccina, al prof che sta per interrogarti, al vigile che ti ha colto in fallo e al capo sempre scortese? Ecco i consigli della Scuola di Comunicazione Gentile

Sofia Francioni
10 Settembre 2021
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La gentilezza produce fiducia, crea consenso, include, non esclude e rende le comunicazioni più efficaci: scegliere di essere gentili è sempre la scelta giusta. Il modo in cui diciamo le cose influenza l’esito della conversazione e potrebbe aiutarci anche in situazioni difficili, magari quando abbiamo commesso un errore”, dicono le fondatrici della Scuola di comunicazione gentile. Ma come si fa a essere gentili in tutte le occasioni?

Abbiamo provato a domandarglielo per le situazioni più scomode di tutti i giorni:

 

1) Come dire al professore che ti sta chiamando per interrogarti, che non hai studiato?

 

 

“Davanti all’impossibilità di presentarsi a lezione preparati potremmo giocare d’anticipo (se davvero non si è preparati per un motivo specifico lo si sa in anticipo) e chiedere “Professore/Professoressa potrei parlarle?”. Utilizziamo il condizionale, una delle forme verbali più gentili poiché, a differenza dell’imperativo, lasciano all’interlocutore la possibilità di scegliere. Detto questo, ribaltando il rapporto, lo studente presentandosi a lezione senza aver studiato, viene meno ad uno dei suoi doveri, ma ciò non autorizza il professore a formulare giudizi che esulano dal fatto oggettivo”.

 

2) Come dire a chi non indossa la mascherina sul bus, che deve indossarla?

 

“Davanti a chi non indossa la mascherina evitiamo frasi d’effetto, piuttosto invitiamo la persona a metterla. Possiamo utilizzare l’imperfetto attenuativo che, come ci ricorda Treccani: “Esprime una richiesta o un desiderio nel presente, in modo educato e dimesso”. E allora potremmo dire: “Mi scusi, volevo chiederle di indossare correttamente la mascherina”.

 

3) Come affrontare con un no vax, la questione “vaccinazione”?

 

“Davanti a persone che hanno scelto di non sottoporsi al vaccino, poniamo le basi per un confronto costruttivo e cerchiamo di capire le motivazioni. “Volevo sapere come mai hai fatto questa scelta, hai trovato dei dati che ti hanno portato a non vaccinarti?”, potrebbe essere questo il modo per dare vita ad una conversazione delicata che richiede la conoscenza dell’argomento, dati alla mano”.

 

 

 

4) Come dire al vigile che ci ha appena multati, che avevamo un’urgenza?

 

“Davanti al vigile che ci ha multati per un nostro errore dovuto ad una situazione di urgenza abbiamo due possibilità. Da una parte viene in nostro soccorso il condizionale, dall’altra l’utilizzo di parole alterate. “Mi scusi, potrei rubarle solo un minuto del suo tempo?” E proviamo a spiegare quanto accaduto senza la pretesa di uno sconto di pena”.

 

 

5) Come dire al tuo capo che dovrebbe essere più gentile?

 

 

“Intanto, i leader gentili permettono ai loro dipendenti di lavorare più volentieri e quindi meglio. In generale, invitiamo coloro che subiscono la mancanza di gentilezza a non amplificare l’accaduto e a non rispondere in modi altrettanto non gentili. Non solo non avrebbero il risultato sperato, ma finirebbero per inasprire la situazione confermando nell’altra persona che quella della “non gentilezza” è l’unica strada possibile. Questo non significa restare in silenzio, al contrario l’invito è quello di far notare il comportamento sbagliato focalizzando l’attenzione sul fatto oggettivo e non sulla persona. Istintivamente si è portati a rivolgere il proprio disprezzo verso la persona, magari utilizzando anche delle parole che feriscono e che non hanno alcun legame con quanto accaduto”.

 

Empatia al centro

Per concludere, dice la Scuola di comunicazione gentile: “Adottare un modello comunicativo basato sulla gentilezza significa cambiare l’approccio alle relazioni, mettendo al centro l’empatia. E, se da una parte è vero che non possiamo prevedere il comportamento degli altri, dall’altra possiamo sicuramente preparare un terreno fertile quando ci troviamo a relazionarci con le altre persone. Bisogna essere gentili, anche quando non si riceve gentilezza, perché in questo modo si fornisce una risposta alternativa alla non gentilezza e si contribuisce a fare cultura”.

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  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy

La gentilezza produce fiducia, crea consenso, include, non esclude e rende le comunicazioni più efficaci: scegliere di essere gentili è sempre la scelta giusta. Il modo in cui diciamo le cose influenza l’esito della conversazione e potrebbe aiutarci anche in situazioni difficili, magari quando abbiamo commesso un errore”, dicono le fondatrici della Scuola di comunicazione gentile. Ma come si fa a essere gentili in tutte le occasioni?

Abbiamo provato a domandarglielo per le situazioni più scomode di tutti i giorni:

 

1) Come dire al professore che ti sta chiamando per interrogarti, che non hai studiato?

    “Davanti all’impossibilità di presentarsi a lezione preparati potremmo giocare d’anticipo (se davvero non si è preparati per un motivo specifico lo si sa in anticipo) e chiedere “Professore/Professoressa potrei parlarle?”. Utilizziamo il condizionale, una delle forme verbali più gentili poiché, a differenza dell’imperativo, lasciano all’interlocutore la possibilità di scegliere. Detto questo, ribaltando il rapporto, lo studente presentandosi a lezione senza aver studiato, viene meno ad uno dei suoi doveri, ma ciò non autorizza il professore a formulare giudizi che esulano dal fatto oggettivo”.  

2) Come dire a chi non indossa la mascherina sul bus, che deve indossarla?

  “Davanti a chi non indossa la mascherina evitiamo frasi d’effetto, piuttosto invitiamo la persona a metterla. Possiamo utilizzare l’imperfetto attenuativo che, come ci ricorda Treccani: “Esprime una richiesta o un desiderio nel presente, in modo educato e dimesso”. E allora potremmo dire: “Mi scusi, volevo chiederle di indossare correttamente la mascherina”.  

3) Come affrontare con un no vax, la questione “vaccinazione”?

  “Davanti a persone che hanno scelto di non sottoporsi al vaccino, poniamo le basi per un confronto costruttivo e cerchiamo di capire le motivazioni. “Volevo sapere come mai hai fatto questa scelta, hai trovato dei dati che ti hanno portato a non vaccinarti?”, potrebbe essere questo il modo per dare vita ad una conversazione delicata che richiede la conoscenza dell’argomento, dati alla mano”.      

4) Come dire al vigile che ci ha appena multati, che avevamo un’urgenza?

  “Davanti al vigile che ci ha multati per un nostro errore dovuto ad una situazione di urgenza abbiamo due possibilità. Da una parte viene in nostro soccorso il condizionale, dall’altra l’utilizzo di parole alterate. “Mi scusi, potrei rubarle solo un minuto del suo tempo?” E proviamo a spiegare quanto accaduto senza la pretesa di uno sconto di pena”.    

5) Come dire al tuo capo che dovrebbe essere più gentile?

    “Intanto, i leader gentili permettono ai loro dipendenti di lavorare più volentieri e quindi meglio. In generale, invitiamo coloro che subiscono la mancanza di gentilezza a non amplificare l’accaduto e a non rispondere in modi altrettanto non gentili. Non solo non avrebbero il risultato sperato, ma finirebbero per inasprire la situazione confermando nell’altra persona che quella della “non gentilezza” è l’unica strada possibile. Questo non significa restare in silenzio, al contrario l’invito è quello di far notare il comportamento sbagliato focalizzando l’attenzione sul fatto oggettivo e non sulla persona. Istintivamente si è portati a rivolgere il proprio disprezzo verso la persona, magari utilizzando anche delle parole che feriscono e che non hanno alcun legame con quanto accaduto”.  

Empatia al centro

Per concludere, dice la Scuola di comunicazione gentile: “Adottare un modello comunicativo basato sulla gentilezza significa cambiare l’approccio alle relazioni, mettendo al centro l’empatia. E, se da una parte è vero che non possiamo prevedere il comportamento degli altri, dall’altra possiamo sicuramente preparare un terreno fertile quando ci troviamo a relazionarci con le altre persone. Bisogna essere gentili, anche quando non si riceve gentilezza, perché in questo modo si fornisce una risposta alternativa alla non gentilezza e si contribuisce a fare cultura”.
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