Michela Murgia, l'ultima battaglia sociale contro i vigilantes al cimitero di Ventimiglia

Contraria all'istituzione di un servizio di vigilanza fuori dal camposanto per impedire l'accesso dei migranti soliti usare le toilette e sostare tra le tombe. "E' fascismo" aveva tuonato la scrittrice

di EDOARDO MARTINI -
11 agosto 2023
Michela Murgia scomparsa a 51 anni, il 10 agosto (Instagram)

Michela Murgia scomparsa a 51 anni, il 10 agosto (Instagram)

L'ultima battaglia per i diritti di Michela Murgia è stata contro l'istituzione di un servizio di vigilanza fuori dal cimitero di Roverino. La scrittrice, 51 anni, scomparsa la notte di San Lorenzo, era contraria al servizio di vigilanza per impedire l'accesso dei migranti soliti usare le toilette e sostare tra le tombe. L'autrice sarda aveva parlato di un "regime fascista" a Ventimiglia.
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"Tutto questo è fascismo", l'attacco social della scrittrice (Instagram)

Michela Murgia e la sua ultima battaglia sociale

"E' normale che faccia schifo chi nega agli esseri viventi il diritto ai bisogni più elementari. Che poi una amministrazione possa pensare di rivolvere il problema del degrado urbano lasciando le persone ad agosto senza acqua - cioè più esposte alle infezioni - è un idiozia tale che ci arriva anche chi non ha il pollice opponibile, cosa che credo serva persino per diventare sindaci con la Lega", questo l'attacco social della scrittrice sarda. E ancora: "Ma l'elemento più rivelatori del tempo in cui viviamo è ancora più sottile e me lo danno i giornalisti stessi. La notizia doveva essere: 'sindaco leghista attacca i migranti, niente acqua per loro'. Invece è diventato: 'Michela Murgia attacca il sindaco'". "Così il fatto umanitario di non dar da bere a qualcun* diventa un fatto personale tra me e il sindaco, uno che non ho mai visto in vita mia. Io divento un dobermann che attacca e il fatto centrale - la negazione dell'acqua - scompare completamente".

"Tutto questo è fascismo"

Michela Murgia aveva poi rincarato la dose: "Se dovessi fare una scaletta per capire in che punto ci troviamo direi questo: 1) negare acqua è disumano; 2) dare la colpa a chi vuole l'acqua è propaganda; 3) esporre chi denuncia la violazione umanitaria, mi dispiace ribadirlo ma le cose hanno un nome, è fascismo". Infine l'attacco al sindaco Flavio Di Muro: "Il racconto della realtà che fai è il modo in cui vedi la realtà. Se davanti ad un uomo che ha sete tu - giornalista - vedi solo Michela Murgia che attacca un sindaco, il problema sei tu e il tuo rapporto con il potere e la realtà, non il sindaco. In questo caso però ci tengo a ribadire che il problema è anche il sindaco".
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Il sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro (Instagram)

La risposta del sindaco

Alle parole della donna, il primo cittadino Flavio Di Muro aveva replicato: "I ventimigliesi sono accoglienti, sono persone di cuore. Lo hanno dimostrato in tanti anni di emergenza. Ora sono esasperati dal comportamento maleducato e irrispettoso di chi profana anche luoghi sacri e, soprattutto, da chi pontifica senza aver mai vissuto situazioni del genere". L'uomo aveva anche invitato la scrittrice a Ventimiglia, per toccare con mano la situazione: un incontro che, purtroppo, non sarà più possibile.

Le reazioni del mondo della politica

Alla scrittrice aveva risposto anche anche il senatore di Fratelli d'Italia Giovanni Berrino: "In tutte le civiltà, anche in quelle meno evolute, il culto, il rispetto, il ricordo dei defunti è sacro. Ovunque". "E' incommentabile l'esternazione di Michela Murgia su Ventimiglia e sul sindaco" aveva aggiunto. E aveva ricordato che il primo cittadino per "garantire il decoro, la quiete e, anche la sicurezza, nel cimitero ha predisposto un servizio di guardiania per evitare che quel luogo, sacro a tutte le religioni, diventi un bivacco di migranti pronti a espatriare in Francia".
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La consigliera regionale della Lega Mabel Riolfo (Instagram)

Sulla vicenda era intervenuta pure la consigliera regionale della Lega Mabel Riolfo, con una lettera indirizzata alla scrittrice e a difesa del sindaco Di Muro: "Vedi cara Murgia, io capisco che sia facile emettere sentenze per chi non vive e non conosce la realtà cittadina, che sia facile tacciare di essere "fascista" il sindaco leghista che non la pensa come te". "Vedi, a questo noi leghisti siamo abituati da sempre: ogni volta che tentiamo di difendere la nostra identità, le nostre tradizioni, ciò che ci caratterizza e ci differenzia come popolo, ci dite che siamo fascisti. Ce lo dite con la superiorità ideologica di chi pretende di sapere la verità e di essere nel giusto" ancora le parole della leghista. "E invece l'ingiustizia la subiamo noi, ma andiamo avanti con la testa alta perché sai, da sempre, il nostro essere italiani ci contraddistingue nel mondo ed è quello che ci permette di avere delle radici ben salde e determinate e ci permette di essere: sì, di essere fieramente italiani", concludeva Riolfo.