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pianista Davide Martello profughi
Davide Martello al confine tra Germania e Polonia
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Il pianista Davide Martello, 40 anni, è andato al confine tra Germania e Polonia trainando il suo pianoforte per suonare per tutti i rifugiati della guerra tra Russia e Ucraina che stanno cercando di raggiungere i Paesi dell'Unione Europea. (ANSA)
Questa non è la prima missione 'di pace' del musicista: nel 2013 ha incantato Gezi Park, a Istanbul, la sera prima dello sgombero voluto dal presidente turco Erdogan, quando centinaia di persone, poliziotti compresi, si fermarono ad ascoltare Imagine e 'Let it be, ma anche Bella Ciao, suonati da Martello per 12 ore di fila, fino a quando i poliziotti non portarono via il suo piano e lui divenne l'eroe di piazza Taksim. Ancora, un anno dopo, la prima esibizione in terra ucraina durante la rivoluzione di Maidan e la guerra civile nel Donetsk. È stato vicino ai francesi dopo gli attentati di Parigi del 2015 portando il suo pianoforte in uno dei luoghi simbolo della tragedia, il teatro Bataclan, dove ancora una volta ha suonato quell'inno di pace che è Imagine di John Lennon, commuovendo tutti. Insomma la sua è una vera e propria scelta: portare note di solidarietà e di armonia laddove ce n'è più bisogno.Ukrainians arriving at the Polish border were serenaded by 'Piano Man' Davide Martello, who travelled from Germany to bring some musical joy to the refugees pic.twitter.com/s3b5CCBbRH
— Reuters (@Reuters) March 4, 2022
Maksym suona in fuga dalle bombe
![Bambino ucraino piano](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/03/Schermata-2022-03-05-alle-19.14.07-241x300.png)
Maksim, un bambino ucraino di 9 anni ha trovato rifugio con la sua famiglia in un auditorium dove ha improvvisato un concerto al piano
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Davide Locatelli davanti al consolato ucraino in Italia
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Il pianista e compositore Davide Locatelli
L'eclettico musicista, che nella sua carriera si è posto l'ambizioso obbiettivo di far avvicinare un pubblico giovane alla musica strumentale, provando quindi a demolire la convinzione che la musica classica sia “roba vecchia”, racconta che poco dopo aver iniziato a suonare dal consolato sono uscite alcune persone ucraine, che nel sentire quell'omaggio si sono commosse, così come il pubblico adunatasi intorno a Locatelli stesso. "Tra tutta la gente che piangeva è scattato un bellissimo applauso alla fine e poi... io non volevo più andarmene, loro mi volevano trattenere con sé per tutta la giornata. Si è creato un bellissimo momento. È una delle cose più belle che ho fatto penso negli ultimi anni, che sicuramente mi porterò dietro per un sacco di tempo", aggiunge durante la trasmissione "Che succ3de" su Rai3.
L'armonia della resistenza
Sono tanti, tantissimi i giovani, soprattutto, che cercano tra i tasti di un pianoforte, nell'inno nazionale, nel rimbombo di tamburi la forza di resistere e di dire basta a questa follia. L'urlo "нет войне" ("No alla guerra") ha portato in Russia all'arresto di migliaia di persone, sin dalle prime ore del conflitto. "Peace", "Stop War", "Pace", "Myr", "Zupynyty viynu". Le lingue si confondono, l'appello è lo stesso, unanime, gridato da milioni di voci.Visualizza questo post su Instagram
Anche un piccolo gesto, come improvvisare un brano, una canzone, anche se simbolico, è potente: perché la vicinanza, il legame che si crea in questi momenti, come la musica ci insegna, è capace di unire cuori, menti e anime in uno spirito unico, dell'umanità, che travalica confini e che vuole includere e non dividere con la violenza, la guerra e la morte.