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Natale in famiglia: quando ti fidanzi? La laurea? Il lavoro? Ma quando lo fate un figlio?

Ridiamoci su, ma le feste di Natale spesso regalano pressioni sociali, stereotipi da abbattere e discussioni calde in casa: e tu quale domanda imbarazzante hai ricevuto?

di ELEONORA ROSI -
25 dicembre 2023
Il pranzo di Natale, momento di gioia o di disagio? Dalle discussioni politiche alla checklist sociale, gli stereotipi nascosti dietro domande comuni.

“Ma il fidanzatino ce l'hai?”

Quante volte abbiamo sentito questa domanda nel corso degli estenuanti pranzi natalizi, quelli con le tavolate piene di parenti che magari non vediamo da un anno? Di solito è un argomento che viene toccato dopo di “ma quindi ti sei laureata/hai trovato lavoro?” e prima dei discorsi sull’Europa, i vaccini, la famiglia tradizionale sotto attacco e ovviamente i migranti. Eppure, nonostante sia ormai un grande classico, quella sullo status sentimentale è una domanda che può creare non poco disagio e ansia sociale. Soprattutto nel caso di giovani donne sulle quali vengono proiettate spesso e volentieri aspettative su una maternità da raggiungere il prima possibile.

Sotto l'albero: Il single shaming e le pressioni familiari

Il pranzo di Natale rischia quindi di essere un momento di disagio soprattutto per chi si trova in una situazione di vita che non corrisponde ai canoni tradizionali. Per questo motivo è stata coniata l’espressione “single shaming” nei confronti di chi si ritrova nella condizione di doversi vergognare a causa del suo status di single. In una società in cui la famiglia è ancora considerata un nucleo fondamentale, nonché un obiettivo da conseguire entro una certa età, essere single può essere visto come una condizione non desiderabile, di debolezza, svantaggio.
 
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Sui social in questi giorni stanno spopolando meme e contenuti che puntano l’attenzione o ironizzano sul disagio e l’ansia che in molti provano seduti al tavolo per le feste, segno che si tratta di un problema condiviso da un’ampia fetta della popolazione.

Gli stereotipi sono serviti

Insomma, le feste di Natale, con la fine dell’anno vicina e la tradizione di riunire le famiglie, sembrano essere un po’ la bilancia della vita di ciascuno, il banco sopra cui anno per anno siamo chiamati a dar conto degli obiettivi sociali conseguiti o meno, facendo riferimento ad una scala di valori e priorità che probabilmente non è la nostra, ma quella di chi è seduto accanto a noi. Normalmente genitori, nonni, zii e zie (autentici boomer, termine da intendere non in senso dispregiativo, ma come segno d’appartenenza alla generazione del baby boom), ancora figli di una cultura e di valori patriarcali e stantii su cui misurare al millimetro le nostre vite. Sì, perché si è parlato tanto di patriarcato nel corso degli ultimi mesi, a causa dell’omicidio di Giulia Cecchettin e dei tanti femminicidi avvenuti nel 2023, ma spesso si sottovalutano altri meccanismi sociali che questo tipo di cultura ci ha inculcato fin dalla tenera età. L’ansia spasmodica dei parenti per la ricerca di un partner non è dovuta certo alla necessità di trovare l’anima gemella, quanto piuttosto ha a che fare con lo stereotipo della donna come angelo del focolare perpetrato dalla cultura patriarcale. Secondo questa mentalità, se una donna non si sposa con un “buon partito” (come si diceva una volta) e non fa figli entro i trenta o massimo i quarant’anni, significa che qualcosa è andato storto. natale-single-laurea-lavoro

Dal giudizio alla comprensione: il Natale come momento di condivisione autentica

Il fidanzato e i figli: elementi senza i quali una donna, secondo i canoni della società patriarcale, non potrebbe essere considerata tale. Oggi alla lista bisogna aggiungere anche la laurea e il lavoro. Ma proprio perché negli ultimi cinquant’anni le donne hanno ottenuto importanti rivendicazioni sociali, sarebbe utile fare un ulteriore passo avanti e capire che non servono per forza un marito e dei figli per essere una persona realizzata. Sarebbe bello se riuscissimo a rendere le feste un periodo di incontro e non di scontro con i propri cari. La sensibilità e il rispetto per le diverse situazioni di vita potrebbero contribuire a rendere il Natale un'esperienza più piacevole per tutti. Forse, in futuro, potremmo imparare a concentrarci sulle connessioni umane piuttosto che sulle convenzioni sociali, e rendere le feste un momento di autentica condivisione e comprensione.