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La Nutella vegana non è ancora sugli scaffali ed è già un caso

I consumatori si dividono sulla Nutella "plant based" tra tradizionalisti e progressisti. Il Vegano Imbruttito: "Dimostrazione che è possibile fare prodotti vegetali buoni"

di CHIARA CARAVELLI -
22 dicembre 2023
nutella

nutella

Che mondo sarebbe senza Nutella. I vegani, fino a poco tempo fa, lo sapevano bene. Ma ora la crema spalmabile più famosa al mondo sarà anche in versione 100% vegetale. L'indiscrezione è arrivata dopo che Ferrero ha depositato il marchio ‘Nutella Plant Based’ all’Ufficio Italiano Brevetti (Uibm) del Ministero Made in Italy pochi giorni fa, lo scorso 1° dicembre. Una svolta epocale per la multinazionale con sede ad Alba, che l’anno prossimo festeggerà i 60 anni dall’invenzione della crema di nocciole per opera di Michele Ferrero.

L'offerta vegana dei grandi marchi

Non è una novità che l’offerta dei prodotti vegani stia crescendo in maniera esponenziale all’interno della grande distribuzione, complice anche il grande aumento dei sostenitori di un’alimentazione tutta vegetale, ma che un colosso come Ferrero decida di aprirsi al mondo vegan è sintomatico di un cambiamento quanto mai reale.

La multinazionale piemontese è pronta quindi – il prodotto dovrà ora affrontare il classico iter prima di approdare sul mercato – ad abbracciare una grossa fetta di pubblico che fino a questo momento era rimasto escluso. La nuova ‘Nutella plant based’ non riguarderà, però, solo i vegani ma anche tutte quelle persone che a causa, ad esempio, dell’intolleranza al lattosio o di un’allergia per le proteine del latte non potevano affondare i loro coltelli o cucchiai nel prodotto di punta di casa Ferrero.nutella-vegana

Cambieranno gli ingredienti, ma non il logo. Alla classica N nera seguirà la tradizionale scritta rossa, il marchio di fabbrica che da anni contraddistingue la crema alle nocciole tutta Made in Italy. Una mossa di mercato che va al passo con i tempi, nonostante la multinazionale di Alba sia arrivata in ritardo rispetto ad altre aziende che già avevano virato parte della produzione sul vegetale: in Europa, secondo i dati Nielsen, i prodotti vegani raggiungono un fatturato di quasi 6 miliardi di vendite.

Nel nostro Paese, invece, il settore pesa circa 680 milioni. Tra i prodotti, il latte vegetale è quello che ottiene il maggior successo con incassi che superano i 300 milioni di euro.

Consumatori divisi sulla Nutella vegana

La scelta del colosso piemontese, però, non ha messo tutti d’accordo. Sui social si leggono molti commenti negativi sotto la notizia della nuova Nutella plant based. L’idea di rendere accessibile la famosissima crema alle nocciole di casa Ferrero anche a tutti coloro che hanno scelto un’alimentazione vegetale, non è piaciuta ai tradizionalisti. Ma il fatto che la dieta vegana sia molto spesso snobbata non è una novità.

In merito alla Nutella, sono tanti i commenti che difendono a spada tratta la versione classica considerandola unica e inimitabile, al contrario di quella vegana che invece non si può assolutamente sentire. "La metterò subito nella lista delle cose da non comprare", scrive una signora. "Perché assecondarli fino a questo punto, comunque non la apprezzerebbero" commenta un’altra.

Per non parlare di chi ha già augurato alla Ferrero di fallire solo perché ha deciso – e visto l’ampliamento della richiesta, si tratta di una scelta non soltanto inclusiva a livello alimentare, ma quanto mai necessaria – di commercializzare un prodotto accessibile a tutti, senza ovviamente cancellare la versione originale. Pensieri figli di quel pregiudizio che è ancora molto forte, nonostante i grandissimi passi avanti che sono stati fatti, nei confronti dell’alimentazione vegana.

Al contrario l’arrivo di una crema tutta vegetale ha messo d’accordo gran parte dei vegani, ma soprattutto tutti quegli intolleranti al lattosio che finora non avevano potuto gustare una delle prelibatezze più famose al mondo: "Finalmente qualcuno pensa anche a noi intolleranti al lattosio", "Non ci vedo nulla di male, in questo modo tutti potranno mangiarla: il Medioevo è finito da un pezzo!".

Il mondo vegetale è in forte crescita, soprattutto tra i giovani che hanno deciso di approcciarsi alla tavola con una maggiore consapevolezza. E la Ferrero ha deciso, finalmente, di prendersene cura. Con qualche cucchiaiata di bontà plant based.

"Il mercato è la chiave di tutto"

Giorgio Immesi, conosciuto dai più come "Il vegano imbruttito", sui suoi social ha colto subito l'occasione per aprire un dibattito tra i suoi followers. Ma lui, cosa ne pensa? "Ferrero si adegua in ritardo rispetto ad altri marchi semplicemente perché non ne ha bisogno - spiega - E' per noi importante, quindi, che un colosso delle sue dimensioni inizi ad ascoltarci e a venirci incontro. Una scelta che è una specie di ammissione: la possibilità di fare la Nutella vegana c'è sempre stata, ma se fino ad oggi non è stata fatta è perché, molto banalmente, il siero di latte costa meno della lecitina di soia. Stesso discorso sull'olio di palma. Se non ci sarà nella nutella vegana, come spero, vorrà dire che l'azienda ha sempre potuto non usarlo. Dal nostro punto di vista - continua Immesi - è senza dubbio un passo in avanti, una dimostrazione che è possibile creare prodotti vegani buoni, se non addirittura migliori. C'è chi non apprezza questo tipo di scelte, ma poco importa. Dopotutto è difficile riuscire a sensibilizzare tutti, il modo migliore per farlo è attraverso il mercato, attraverso la creazione di prodotti vegetali che un giorno costeranno meno di quelli a base animale. A quel punto il consumatore diventerà vegano per una banale questione di risparmio, perché in fin dei conti è il portafoglio ciò che interessa di più. E la Nutella vegana, in questo senso, sarà l'ennesima apriporta per un'alimentazione vegetale".