Le olimpiadi di Parigi sono le più vegan ed eco friendly di sempre. Gli eventi sportivi globali tendono a lasciare dietro di sé una scia di emissioni e rifiuti, ma questi giochi avevano un obiettivo audace: dimezzare l’impronta di carbonio e rendere l'evento più verde.
Le iniziative vegan friendly
In vista dei giochi, gli organizzatori hanno lanciato due ambiziosi obiettivi. Primo, raddoppiare la quantità di cibo a base vegetale, dimezzando la quantità di proteine di origine animale in tutti gli alimenti forniti. Secondo, acquistare l’80% dei prodotti in Francia e il 25% entro un raggio di 250 km dalle sedi dei Giochi. Ma non è tutto: il 30% dei prodotti certificato biologico.
Ma trovare delle opzioni culinarie che soddisfino le diverse esigenze culturali, religiose e nutrizionali dei vari atleti è stata un’impresa tutt’altro che facile. All'inizio dell'evento, gli atleti si sono lamentati della carenza di carne e uova e della scarsa quantità di alimenti nelle sale da pranzo del villaggio. Nella seconda settimana, il nuotatore britannico Adam Peaty ha dichiarato di aver trovato vermi nel cibo e che la qualità e la quantità generale offerta erano inadeguate.
Le iniziative eco friendly
Per la prima volta, il Villaggio Olimpico ha utilizzato piatti lavabili, riducendo il consumo di plastica monouso. Anche la gestione dei rifiuti ha rappresentato una priorità, vedendo coinvolte organizzazioni di soccorso alimentare nella distribuzione degli eccessi di cibo a chi ne ha bisogno, mentre i fondi di caffè usati sono stati riutilizzati come fertilizzanti.
Il buon esempio di Londra 2012
In occasione delle Olimpiadi di Londra del 2012, erano già stati compiuti dei passi avanti verso delle opzioni più eco-consapevoli. La Food Vision di Londra richiedeva che le uova provenissero da allevamento all'aperto, che il pesce fosse pescato in natura e che il latte provenisse da aziende agricole certificate biologiche.
A distanza di oltre un decennio le Olimpiadi di Parigi hanno cercato di seguire le linee guida dei loro cugini inglesi. L'obiettivo di quest’anno era che ogni pasto generasse, in media, solo 1 kg di emissioni di CO2. Secondo la Food Vision, questo è la metà dell'impronta di carbonio dei pasti serviti ai Giochi precedenti, che era di 2 kg, e circa la metà di quella di una persona media in Francia, che è poco più di 2 kg per pasto.
Scegliendo la cucina a base vegetale e riducendo al minimo gli sprechi, i Giochi Olimpici di Parigi stabiliscono un nuovo standard per i prossimi eventi sportivi, sottolineando che un connubio tra gare internazionali e sostenibilità è possibile.