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Home » Lifestyle » Onda solidale sui social: “Nessuno mi ha chiesto che problema ha mio figlio, tutti ci hanno aiutato”

Onda solidale sui social: “Nessuno mi ha chiesto che problema ha mio figlio, tutti ci hanno aiutato”

Il figlio sedicenne di Claire Rowan soffre di gravi allergie alimentari e problemi di salute. Quando la Food and Drug Administration ha ritirato alcuni lotti dell'unica sostanza con cui il ragazzo si nutre la madre ha lanciato un disperato appello su Facebook

Marianna Grazi
1 Marzo 2022
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Claire Rowan e suo figlio Will, 16 anni

Cosa fareste se vostro figlio dipendesse da una sostanza (un particolare latte in polvere) come unica fonte di nutrimento e questa venisse improvvisamente ritirata dal mercato? È quello che è accaduto a Claire Rowan, una 45enne della Virginia, Stati Uniti, che pochi giorni fa si è svegliata con un messaggio spaventoso sul suo telefono: la Food and Drug Administration ha ritirato tre famose formule di latte in polvere per neonati, una delle quali è quella da cui dipende suo figlio, il 16enne Will, come sua unica fonte di nutrimento a causa di gravissime allergie alimentari. “È fondamentalmente allergico a tutti gli alimenti“, ha detto Rowan, 45 anni, aggiungendo che il ragazzo ha un tubo di alimentazione permanente e consuma circa 10 tazze di latte artificiale ogni giorno. “Questo è il suo unico mezzo di sostentamento”, ha aggiunto disperata.

Così ha deciso di condividere il grave problema in cui si trovava la sua famiglia su Facebook e ha pubblicato un appello nel gruppo della sua città, nella remota possibilità che un vicino potesse avere una lattina di latte in polvere in più. Quello che non si aspettava è che non solo tantissimi sconosciuti iniziassero a perlustrare i supermercati locali alla ricerca di lattine non ritirate, ma anche che diverse persone, leggendo il post, chiamassero la Abbott Nutrition – la società che produce quella particolare formula – così come altri produttori di latte artificiale per informarsi sulle alternative per il giovane Will.

Will soffre di gravi allergie alimentari e di alcune patologie che gli consentono di nutrirsi solo con un sondino

Qualche giorno fa la FDA ha avvertito i consumatori di smettere di usare tre tipologie di latte in polvere prodotte dalla Abbott Nutrition a Sturgis, Michigan, dopo che gli investigatori hanno scoperto che i composti erano collegati a casi di infezione. Nell’ambito dell’indagine l’industria ha avviato un richiamo volontario dei prodotti interessati, che includevano le formule Similac, Alimentum ed EleCare.
Tuttavia, come ha recentemente spiegato su Facebook Claire Rowan, un’insegnante della James Madison High School in Virginia, suo figlio Will, 16 anni, si nutre “esclusivamente con la formula EleCare Jr” e ne ha estremo bisogno. “La FDA ha appena richiamato tonnellate di latte artificiale a causa di un batterio pericoloso”, ha scritto in un post su Facebook il 18 febbraio.
“Ho appena controllato e tutte le 62 lattine che abbiamo sono state richiamate. A partire da questo momento, quindi, non ha cibo. Niente”. La madre, disperata, ha anche scritto che la famiglia è disposta a pagare chiunque abbia “anche solo una lattina o due” che potrebbero acquistare, e che sono disposti a recarsi ovunque. “Sto cercando di procurarmi nuove provviste, ma lo stanno facendo anche tutti in America”, ha continuato. “Le nostre scelte sono due: o niente cibo o probabile anafilassi, quindi stiamo chiedendo alla nostra comunità tutto l’aiuto possibile”.

In un’intervista al Washington Post, Rowan ha spiegato che suo figlio Will, che ha diversi problemi di salute tra cui la malattia di Crohn, l’esofagite eosinofila e la gastroenterite, è “fondamentalmente allergico a tutti gli alimenti” e che si affida a un tubo di alimentazione permanente per consumare circa 10 tazze di formula ipoallergenica agli aminoacidi ogni giorno. Sui social l’appello della donna è stato accolto da un’ondata di sostegno da parte dei membri della comunità, che hanno iniziato a offrire alla famiglia le loro scorte di latte in polvere e a condividere il post in altri gruppi sulla piattaforma.

Claire Rowan ha detto che era “sopraffatta” da questo sostegno, aggiungendo di essere ” più che grata” per tutti coloro che l’hanno contattata. “Piangere al lavoro di solito è scortese… ma sono molto commossa“, ha scritto, prima di chiarire che la famiglia è alla ricerca di “100 per cento ipoallergenico EleCare Jr” e che “purtroppo nessun’altra formula funziona”. “A questo punto, con l’aiuto della comunità, abbiamo recuperato quattro lattine – ha scritto in aggiornamento – Stiamo ancora aspettando di capire dal dottore se possiamo provare qualcos’altro. E intanto una mamma dello Utah che ha anche lei il sondino dell’alimentazione ci sta inviando sei confezioni!”.

Le lattine di latte in polvere EleCareJr che sono state ritirate dal mercato ma che sono necessarie a molte famiglie come quella di Claire e Will

La 45enne ha anche provato a contattare la Abbott, che le ha assicurato di stare lavorando per produrre più formule. “La nostra assicurazione, i medici e gli addetti alle forniture sanitarie stanno lavorando per approvare un’alternativa, quindi siamo sulla strada giusta”, ha spiegato l’azienda alla mamma, ancora preoccupata per le sorti del figlio Will. Intanto il giovane sta sperimentando una nuova formula ipoallergenica a base di aminoacidi. Ma la cosa più bella è stata l’ondata di solidarietà che si è creata su Facebook a partire dall’appello di Rowan.

Mentre le persone continuavano ad offrirle suggerimenti, la sezione commenti del post si è trasformata in un’ancora di salvezza per altri genitori che avevano bisogno di altri prodotti difficili da trovare. “Se trovate ancora qualche EleCare per favore contattatemi”, ha scritto l’insegnate in risposta a una persona che ha rivelato di essere in un altro gruppo Facebook che aveva localizzato la soluzione in polvere. “Stiamo spedendo a famiglie bisognose in tutto il Paese. Grazie mille”. Ripensando sull’assistenza ricevuta, Claire ha detto al Washington Post che non poteva “credere a come fosse passata dall’essere preoccupata all’essere sopraffatta dagli aiuti”. “Nessuno ha chiesto cosa c’è di sbagliato in mio figlio. Hanno solo chiesto: ‘Cosa possiamo fare?’ per aiutarlo?“.

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Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
Claire Rowan e suo figlio Will, 16 anni
Cosa fareste se vostro figlio dipendesse da una sostanza (un particolare latte in polvere) come unica fonte di nutrimento e questa venisse improvvisamente ritirata dal mercato? È quello che è accaduto a Claire Rowan, una 45enne della Virginia, Stati Uniti, che pochi giorni fa si è svegliata con un messaggio spaventoso sul suo telefono: la Food and Drug Administration ha ritirato tre famose formule di latte in polvere per neonati, una delle quali è quella da cui dipende suo figlio, il 16enne Will, come sua unica fonte di nutrimento a causa di gravissime allergie alimentari. "È fondamentalmente allergico a tutti gli alimenti", ha detto Rowan, 45 anni, aggiungendo che il ragazzo ha un tubo di alimentazione permanente e consuma circa 10 tazze di latte artificiale ogni giorno. "Questo è il suo unico mezzo di sostentamento", ha aggiunto disperata. Così ha deciso di condividere il grave problema in cui si trovava la sua famiglia su Facebook e ha pubblicato un appello nel gruppo della sua città, nella remota possibilità che un vicino potesse avere una lattina di latte in polvere in più. Quello che non si aspettava è che non solo tantissimi sconosciuti iniziassero a perlustrare i supermercati locali alla ricerca di lattine non ritirate, ma anche che diverse persone, leggendo il post, chiamassero la Abbott Nutrition - la società che produce quella particolare formula - così come altri produttori di latte artificiale per informarsi sulle alternative per il giovane Will.
Will soffre di gravi allergie alimentari e di alcune patologie che gli consentono di nutrirsi solo con un sondino
Qualche giorno fa la FDA ha avvertito i consumatori di smettere di usare tre tipologie di latte in polvere prodotte dalla Abbott Nutrition a Sturgis, Michigan, dopo che gli investigatori hanno scoperto che i composti erano collegati a casi di infezione. Nell'ambito dell'indagine l'industria ha avviato un richiamo volontario dei prodotti interessati, che includevano le formule Similac, Alimentum ed EleCare. Tuttavia, come ha recentemente spiegato su Facebook Claire Rowan, un'insegnante della James Madison High School in Virginia, suo figlio Will, 16 anni, si nutre "esclusivamente con la formula EleCare Jr" e ne ha estremo bisogno. "La FDA ha appena richiamato tonnellate di latte artificiale a causa di un batterio pericoloso", ha scritto in un post su Facebook il 18 febbraio. "Ho appena controllato e tutte le 62 lattine che abbiamo sono state richiamate. A partire da questo momento, quindi, non ha cibo. Niente". La madre, disperata, ha anche scritto che la famiglia è disposta a pagare chiunque abbia "anche solo una lattina o due" che potrebbero acquistare, e che sono disposti a recarsi ovunque. "Sto cercando di procurarmi nuove provviste, ma lo stanno facendo anche tutti in America", ha continuato. "Le nostre scelte sono due: o niente cibo o probabile anafilassi, quindi stiamo chiedendo alla nostra comunità tutto l'aiuto possibile". In un'intervista al Washington Post, Rowan ha spiegato che suo figlio Will, che ha diversi problemi di salute tra cui la malattia di Crohn, l'esofagite eosinofila e la gastroenterite, è "fondamentalmente allergico a tutti gli alimenti" e che si affida a un tubo di alimentazione permanente per consumare circa 10 tazze di formula ipoallergenica agli aminoacidi ogni giorno. Sui social l'appello della donna è stato accolto da un'ondata di sostegno da parte dei membri della comunità, che hanno iniziato a offrire alla famiglia le loro scorte di latte in polvere e a condividere il post in altri gruppi sulla piattaforma. Claire Rowan ha detto che era "sopraffatta" da questo sostegno, aggiungendo di essere " più che grata" per tutti coloro che l'hanno contattata. "Piangere al lavoro di solito è scortese... ma sono molto commossa", ha scritto, prima di chiarire che la famiglia è alla ricerca di "100 per cento ipoallergenico EleCare Jr" e che "purtroppo nessun'altra formula funziona". "A questo punto, con l'aiuto della comunità, abbiamo recuperato quattro lattine - ha scritto in aggiornamento - Stiamo ancora aspettando di capire dal dottore se possiamo provare qualcos'altro. E intanto una mamma dello Utah che ha anche lei il sondino dell'alimentazione ci sta inviando sei confezioni!".
Le lattine di latte in polvere EleCareJr che sono state ritirate dal mercato ma che sono necessarie a molte famiglie come quella di Claire e Will
La 45enne ha anche provato a contattare la Abbott, che le ha assicurato di stare lavorando per produrre più formule. "La nostra assicurazione, i medici e gli addetti alle forniture sanitarie stanno lavorando per approvare un'alternativa, quindi siamo sulla strada giusta", ha spiegato l'azienda alla mamma, ancora preoccupata per le sorti del figlio Will. Intanto il giovane sta sperimentando una nuova formula ipoallergenica a base di aminoacidi. Ma la cosa più bella è stata l'ondata di solidarietà che si è creata su Facebook a partire dall'appello di Rowan. Mentre le persone continuavano ad offrirle suggerimenti, la sezione commenti del post si è trasformata in un'ancora di salvezza per altri genitori che avevano bisogno di altri prodotti difficili da trovare. "Se trovate ancora qualche EleCare per favore contattatemi", ha scritto l'insegnate in risposta a una persona che ha rivelato di essere in un altro gruppo Facebook che aveva localizzato la soluzione in polvere. "Stiamo spedendo a famiglie bisognose in tutto il Paese. Grazie mille". Ripensando sull'assistenza ricevuta, Claire ha detto al Washington Post che non poteva "credere a come fosse passata dall'essere preoccupata all'essere sopraffatta dagli aiuti". "Nessuno ha chiesto cosa c'è di sbagliato in mio figlio. Hanno solo chiesto: 'Cosa possiamo fare?' per aiutarlo?".
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