L’ostetrica 86enne in prima linea per le donne: Maria Barletta premiata a Mantova

Nata in Calabria, adottata dalla città lombarda dove ha studiato ed è diventata una professionista, oggi ha ricevuto un riconoscimento per aver accresciuto, col suo lavoro e impegno, il prestigio della città. “La legge 194 fu una rivoluzione epocale”

2 luglio 2024
Maria Barletta premiata dal comune di Mantova (Fnopo)

Maria Barletta premiata dal comune di Mantova (Fnopo)

Maria Barletta, ostetrica di 86 anni, ha ricevuto oggi dal comune di Mantova uno dei riconoscimenti che ogni anno conferisce ai professionisti che, con il loro impegno e il loro lavoro, accrescono il prestigio della città.

“Sono l'unica donna che quest'anno ha ricevuto il premio (in tutto quattro) e, soprattutto, la prima ostetrica in assoluto”, sottolinea Barletta, che si definisce “terrona”, anche se il premio odierno dimostra che è ha conquistato il cuore dei mantovani e che può ritenersi “mantovana a tutti gli effetti”.

L’impegno per la salute delle donne 

Maria Barletta, che anni fa ha ricevuto un altro importante riconoscimento – “Sono stata premiata dal Presidente della Repubblica con il titolo di Cavaliere al merito del lavoro” – ci tiene in primis a ringraziare la Fnopo, federazione nazionale degli ordini della professione ostetrica che “con le sue rappresentanze nazionali e territoriali, che mi ha permesso di arrivare fin qui, sostenendomi ad ogni mio passo”. E che le dedica, oggi, una medaglia ed una pergamena consegnate personalmente dalla presidente, Silvia Vaccari, e dalla segretaria Elsa Del Bo, entrambe presenti anche durante il conferimento del premio mantovano.

Nonostante abbia ‘conquistato’ l’età della pensione già da diverso tempo, l’86enne continua ad essere in prima linea a sostegno delle donne e della loro salute. “In questo periodo sono impegnata in un progetto dedicato alla terza età: oggi si vive più a lungo grazie ai progressi della scienza. Ma questo non basta – dice l'ostetrica –. Bisogna non solo aspirare alla longevità, ma anche a vivere gli ultimi anni della propria vita nelle migliori condizioni di salute possibili”.

L’ostetrica Maria Barletta 

Maria Barletta (al centro) premiata dal comune di Mantova (Fnopo)
Maria Barletta (al centro) premiata dal comune di Mantova (Fnopo)

Barletta, originaria di Villapiana di Cosenza, è arrivata a Mantova nel 1957, quando aveva appena 19 anni, per frequentare la scuola di ostetricia. Da quel momento la città lombarda è diventata la sua casa, pur viaggiando spesso per motivi professionali. Ha ricoperto incarichi internazionali, in primis come delegata alla professione ostetrica per l'Unione Europea, sin dal 1990. Un impegno attraverso il quale ha dato vita a ben 38 gruppi di studi ed a diverse pubblicazioni: “Non ho mai scritto libri per guadagno – assicura –. Tutti i miei testi sono fruibili gratuitamente, concepiti proprio per diffondere conoscenza in qualsiasi strato della società, compresi quelli più svantaggiati”. La sua carriera, dunque, attraversa quasi un secolo di storia a cavallo tra due diversi millenni: “Da quando ho conseguito il titolo di ostetrica ad oggi la professione è profondamente cambiata, anche se lo spirito che deve guidare le professioniste di oggi deve essere lo stesso di allora: avere a cuore la salute di ogni essere umano e prendersene cura”.

La rivoluzione epocale della 194 e il sogno nel cassetto

Tra le tante rivoluzioni che hanno attraversato la sua professione quella che Maria Barletta definisce ‘epocale’ è la legge 194: “Prima che l'interruzione volontaria di gravidanza fosse legalizzata erano tante, troppe le donne che giungevano in ospedale in gravi condizioni, con forti emorragie in corso causate da un aborto clandestino. E il numero di coloro che per questo perdevano la vita era inaccettabile. I reparti di patologia ostetrica erano tra i più affollati. Ora per fortuna, grazie alla legge 194, casi simili sono più che rari”. Barletta infine si rivolge alle nuove leve dell’ostetricia ed a chi non ha ancora chiare le idee sul percorso da intraprendere: “Sceglierei sempre ed ancora una volta questa professione, perché è nei panni di ostetrica che ho vissuto le emozioni più belle e profonde della mia vita”. Anche se il suo camice lo ha appeso al chiodo, almeno sulla carta, l’anziana ha ancora un sogno da realizzare: “Vorrei che a Mantova nascesse una Casa delle Salute della Donna e del Bambino, un luogo a conduzione ostetrica/o, che accolga tutte le gravidanze e le nascite fisiologiche”.