La storia di Giorgio, pittore 15enne con autismo: in 500 alla sua mostra

“La prima esposizione personale è stata un successo, ne faremo altre” dice entusiasta la madre. Lei e il figlio vivono a Firenze, in un alloggio trovato grazie all’aiuto di Auser Laboratorio Casa aps

23 ottobre 2024
Giorgio, pittore 15enne con autismo

Giorgio, pittore 15enne con autismo, e una delle sue opere in mostra

Un talento scoperto quasi per caso, seguendo l’istinto, e poi premiato dal successo della prima esposizione lo scorso febbraio a Sesto Fiorentino: alla mostra “Unico e inimitabile Giorgio” sono arrivate 500 persone. E in tantissimi hanno deciso di acquistare i suoi quadri, frutto di estro innato, coloratissimi e pure tattili.

È la storia di Giorgio, artista 15enne con autismo, e di sua madre, Tomie, la prima a credere in lui e a scommettere su quel talento di dipingere che aveva solo intravisto, prima che esplodesse. E pensare che i due, fino a poco tempo prima, non avevano nemmeno una casa. Ora invece, visto l’exploit, l’adolescente e la mamma pensano ad altre esposizioni delle sue opere nel corso di tutto l’anno: “La prima esposizione personale è stata un successo, ne faremo altre”, dice Tomie.

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Dall’arrivo a Firenze alla perdita dell’abitazione

La storia inizia nel Duemila, quando la donna dal Giappone arriva a Firenze insieme al marito. Qui trascorrono oltre vent’anni felici insieme, coronati dalla nascita del figlio Giorgio. Ma nel 2022 le strade dei coniugi si dividono e Tomie improvvisamente si trova in gravi difficoltà economiche: i soldi non bastano e deve prendersi cura di Giorgio, che “è autistico e iperattivo”. Il giovane ha una grande passione per la pittura ma quando ha finito il liceo artistico, a Sesto Fiorentino, la mancanza di risorse rischia di tarpargli le ali.

“Ricordo che con gli ultimi soldi gli ho comprato pennelli e colori acrilici: venti euro in tutto. Lui ha iniziato ad esprimersi creando un quadro dopo l’altro. Era felice, ma la nostra situazione era critica”. Senza più la possibilità di sostenere l’affitto di una casa, madre e figli vivono momenti di profonda disperazione.

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Parte delle opere di Giorgio esposte alla mostra di Sesto Fiorentino

Il social housing

Poi, grazie ai servizi sociali del Comune di Firenze, la madre entra in un programma di abitare temporaneo sperimentale gestito dall'associazione Auser Laboratorio Casa aps e da quel momento le cose iniziano a cambiare. L’associazione trova un alloggio temporaneo per madre e figlio, accogliendoli nell’ambito di un progetto di housing sociale sperimentato all'interno del network Urban Housing Coop Net, che ha l’obiettivo di accompagnare le persone che utilizzano questi servizi verso l'autonomia, a trovare una casa stabile e integrarli nel contesto sociale di prossimità. “Il network Urban Housing Coop.net nasce proprio dalla consapevolezza dei soggetti promotori, Auser Laboratorio Casa e le coop Sociolab, G. Di Vittorio e COOB, che non è possibile prendersi cura delle città, rigenerandole, se prima non costruiamo delle comunità coese che abitano le città – dice Tancredi Attinà, amministratore delegato di Abitare Toscana – e se ne prendono cura, attraverso un sistema di rapporti solidali e collaborativi tra abitanti, e tra questi e gli spazi ed i servizi urbani e di prossimità”.

“Il nostro progetto complessivo – aggiunge vuole creare una strettissima connessione tra le varie forme di abitare contemporaneo e polifunzionale con elementi cardine per il benessere urbano: la qualità del verde e la sostenibilità ambientale, la creazione di servizi di comunità, comprese forme evolute di welfare culturale”.

La rinascita di Giorgio 

La cultura, l’arte, sono proprio i vettori di rinascita per l’adolescente con disturbo dello spettro autistico. “Quando l’educatore di mio figlio è venuto a trovarci a casa per la prima volta – ricorda Tomie – non sapevamo quasi dove sederci. C’erano quadri ovunque, dal divano alle sedie di cucina. Lui li ha guardati e ci ha detto che dovevamo assolutamente organizzare una mostra”. 

“Fin dalla prima volta che sono andato a trovarli – aggiunge dalla sua Luca Dreoni, l’educatore di Auser Laboratorio Casa – mi sono accorto di quelle spiccate attitudini artistiche. Aiutarli ad organizzare una mostra che ha visto la partecipazione di 500 persone e accompagnarli in un percorso di rinascita ci ha ricordato, ancora una volta, il senso profondo del nostro lavoro”.

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Le opere del 15enne sono coloratissime e tattili

La mostra 

Con il supporto di Auser l’esposizione viene allestita nei locali della parrocchia di San Martino, a Sesto Fiorentino, a febbraio 2024. “Giorgio compone quadri dalle forme tridimensionali e molto colorati: con questa mostra ha invitato tutti quanti ad entrare nel suo mondo. L’arte – dice ancora la madre – è una porta mediante la quale riesce a comunicare tutto quello che ha dentro. Le sue sono opere tattili, si possono guardare e toccare, perché gli stimoli sensoriali sono tanti. Moltissime persone hanno comprato i suoi lavori”.

Una nuova casa

E, proprio mentre la mostra è in corso, arriva un’altra bella notizia: Auser Laboratorio Casa aps e il servizio sociale professionale del Comune di Firenze hanno trovato un alloggio fisso a Tomie e Giorgio, una casa popolare non lontano dal Nuovo Pignone. “Queste forme di residenza temporanea – commenta Gabriele Danesi, presidente di Auser Laboratorio Casa – sono concepite per generare un passaggio da un social housing tradizionale, rivolto solo alla residenza stabile, ad uno che sperimenta più funzioni abitative in grado di affrontare con maggior dinamicità e plasticità i vari bisogni connessi alla gravissima crisi alloggiativa che stiamo vivendo".

“Tutto questo – aggiunge – sfruttando un elemento di forza formidabile reso possibile dai servizi di residenza sociale diffusa, ossia le relazioni positive, normalizzanti con il contesto di vicinato. Tomie e Giorgio non sono stati inseriti solo in una casa, ma hanno ricevuto supporto psicologico, ascolto, la possibilità di realizzare anche sogni più o meno grandi, di riscoprire la bellezza del rapporto con l'altro. Il cerchio si è chiuso con la ricerca di un’abitazione di edilizia pubblica, per portarli gradualmente verso un ritorno all’autonomia. È un processo complesso – conclude Danesi –, faticoso, ma che tende a produrre un’inclusione autentica”.