Pagelle e valutazioni: come affrontarle insieme ai nostri figli

Al via il countdown per la fine della scuola. La pedagogista Giovanna Giacomini spiega ai genitori come gestire l’ansia da pagella

di CATERINA CECCUTI
28 maggio 2024
Giovanna Giacomini

Giovanna Giacomini

La fine della scuola per gli studenti di tutta Italia si avvicina, e con essa anche la temuta valutazione delle proprie prestazioni da parte degli insegnanti. In poche parole: è tempo di pagelle e di somme da tirare. Un momento non per tutti semplice da affrontare, intendendo con questo non soltanto gli studenti giudicati, ma anche i loro genitori, anche perché, si sa, parlare di quello che accade a scuola durante l’anno è difficile. Le informazioni riportate dai nostri figli sono spesso poche, svogliate, tendenzialmente generiche. Alla classica domanda “Come è andata?”, molti rispondono semplicemente con “tutto bene” oppure “al solito”. Come comportarsi, quindi, ora che il countdown per la fase finale dell’anno scolastico si è inesorabilmente innescato? Lo abbiamo chiesto alla pedagogista e formatrice Giovanna Giacomini.

I consigli dell’esperta

“Innanzitutto occorre evitare il terzo grado, non approcciarsi ai nostri figli con un atteggiamento indagatore, inquisitorio o punitivo, ma sfruttare questo momento come spunto di riflessione. Ricordiamoci che la pagella e le valutazioni possono essere visti come un punto di partenza, non solo di arrivo.” Insomma. L’occasione può essere buona per dare vita ad un’occasione di confronto costruttivo… “Esatto. Possiamo riflettere insieme su quali sono state le difficoltà riscontrare nella pagella e utilizzare queste informazioni per riorganizzare il metodo di studio, il luogo dove avviene e la distribuzione del tempo da dedicare, nonché l’eventuale coinvolgimento di un professionista a supporto. La pagella e le valutazioni devono diventare strumenti di crescita per aiutare i ragazzi a migliorare non solo il rendimento ma anche e soprattutto la motivazione.”

Si avvicina la fine della scuola e il tempo delle pagelle
Si avvicina la fine della scuola e il tempo delle pagelle

Che succede se le valutazioni sono negative?

“L’importante è non parlare di fallimento e non focalizzarsi sulla pagella e sui voti, che sono semplicemente una fotografia, un istante nel percorso della vita di una persona e, di conseguenza, dicono ben poco del vissuto a scuola. Possiamo prenderlo come un elemento base dal quale partire per poterne discutere con i bambini, i ragazzi, le insegnanti e la scuola. Di fronte a un voto o a una pagella negativa evitiamo di mettere in atto punizioni o castighi che difficilmente portano da qualche parte e che sicuramente non aiutano a sollecitare i ragazzi a impegnarsi maggiormente. Spesso gli studenti non si preoccupano eccessivamente del brutto voto, arrivano a percepirlo come un fallimento perché è la famiglia a viverlo come tale.”

Intende dire che sono i genitori a interpretarlo male?

“Sì, e ciò è dovuto al fatto che gli adulti hanno delle difficoltà a porsi alla giusta distanza, quella che gli permetterebbe di vedere i propri figli come persone diverse da loro e non come estensioni di loro stessi. Questa visione diventa ovviamente un problema nel momento in cui il bambino o il ragazzo prende decisioni diverse da quelle che avremmo preso noi o se dovesse incontrare una frustrazione o un fallimento. Quando le cose non vanno per il verso giusto utilizzare frasi come “da te non me lo sarei aspettato” va assolutamente evitato perché non fanno altro che porre il focus su quello che sta succedendo, sulle nostre di emozioni e non su quelle dei ragazzi che già vivono un disagio, aumentando così il carico con la nostra delusione. È quindi necessario mettere da parte le proprie emozioni e focalizzare l’attenzione sul vissuto dei propri figli. Riflettiamo sul fatto che non si può tornare indietro e non ha senso rimuginare sul passato. È più utile partire dal qui e ora, cercando di tracciare nuove linee per il futuro insieme a nostri ragazzi e facendogli sapere che ci siamo e che siamo sempre pronti a sostenerli.”

Sfatiamo dunque il mito della performance a ogni costo…

“Sicuramente la società attuale non è di grande aiuto. Oggi viviamo in un’epoca dove, la performance è tutto. La società ci ripete a gran voce che dobbiamo essere performativi e non contempla tempi morti. I nostri giovani sono impegnati in tante attività extra-scolastiche. Come esseri umani, abbiamo invece bisogno di uno spazio contemplativo, frasi d’uso comune come ad esempio “il tempo è denaro” sono un po’ esemplificative della nostra società. La lingua mostra sempre la realtà che ci circonda e questo spinge verso l’equivalenza che la felicità si raggiunga con il successo. Ma c’è una grande differenza tra essere felici e raggiungere quel successo dettato da qualcosa che sta al fuori di noi. In realtà la felicità va ritrovata e ri-collocata dentro di noi e non è assolutamente detto che coincida per forza con gli obiettivi prefissati dall’esterno. La soluzione è normalizzare il fallimento e prendersi maggior tempo per ripensare al proprio benessere, altrimenti i più giovani si sentiranno sempre più sopraffatti.”

Valutazione o giudizi
Valutazione o giudizi

Voto e giudizio non sono la stessa cosa?

“No, voto e giudizio sono due cose ben distinte. Il voto è una valutazione e nell’ambito scolastico formativo possiamo immaginarcelo come un lavoro diagnostico che serve a fotografare l’apprendimento, i progressi e le capacità sviluppate dallo studente nell’anno scolastico. Misura le competenze che il bambino o il ragazzo ha raggiunto nelle materie di studio e serve per fornire un feedback che sia di facile comprensione per tutti. Il giudizio va oltre le valutazioni. È un concetto molto più ampio ed è di natura qualitativa più che numerica, consente di descrivere in qualche maniera quello che stiamo osservando. In questo caso occorre fare attenzione a distinguere il giudizio rispetto a un comportamento o una situazione dal giudizio rispetto alla persona. È importante aiutare i bambini e i ragazzi a capire questa differenza e spiegare loro che il giudizio sulle pagelle si riferisce sempre al loro ruolo di studenti e non a loro come persone.”

E nel caso la pagella fosse positiva?

“Di fronte ad un successo dei nostri figli ricordiamoci che è importante sostenere la visione positiva di se stessi, senza però caricarli con le nostre aspettative. È una linea sottile sulla quale ci muoviamo come equilibristi. Possiamo focalizzarci sull’impegno e non lodare solo i risultati, riconosciamo loro lo sforzo, la dedizione e la perseveranza. L’obiettivo è promuovere una mentalità di crescita continua. Possiamo usare un linguaggio che enfatizzi il miglioramento e l’apprendimento continuo, utilizzando frasi come “Sei migliorato molto in questo aspetto o hai fatto un ottimo lavoro.”