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Parigi punta a diventare "Capitale della bici": da Montmartre alla Tour Eiffel... pedalando

di DOMENICO GUARINO -
16 gennaio 2022
ParigiBici

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Da “Ville lumiere” a capitale della bicicletta: il progetto della sindaca di Parigi Anne Hidalgo è quantomai ambizioso e va sotto il nome “Parigi città ciclabile”. Un obiettivo tanto determinato quanto fortemente caratterizzante dal punto di vista politico, che Hidalgo, eletta per la prima volta nel 2014, nel marzo 2021 ha reso uno dei capisaldi della propria campagna elettorale e, dopo la conferma al vertice della città, dei successivi impegni amministrativi.

Parigi ha una rete di percorsi ciclabili di oltre mille chilometri

Le piste ciclabili

Già ora Parigi ha una buona rete di piste ciclabili: più di mille di chilometri (al 2021) di percorsi con una popolazione di poco più di 2 milioni di abitanti nel territorio comunale. Per fare un paragone, Roma, che per altro è la città italiana con la maggiore estensione complessiva delle piste ciclabili, su una popolazione di poco meno di 2 milioni e 8mila abitanti, può vantare solo 250 chilometri di percorsi riservati alle bici. Per altro, nella capitale francese, il balzo in avanti dal 2001 ad oggi è stato di ben 800 kilometri. Quindi in quasi 5 lustri Parigi ha quintuplicato la rete di ciclabili. In particolare, tra il 2015 e il 2020 ha messo in campo un investimento di più di 150 milioni di euro per raddoppiare la lunghezza delle piste ciclabili, migliorare l’integrazione della bicicletta nella ristrutturazione di piazze e dei progetti urbani, finanziare il programma estensione delle zone con velocità limitata 30 km/h e realizzazione, in tali zone, dei percorsi ciclabili a doppio senso; e ancora il parcheggio delle biciclette, l’acquisto di velocipedi, la creazione di una Rete Express Bike (REVe), ovvero sistemazioni protette a doppio senso, continue ed omogenee, come, ad esempio la pista ciclabile di via Georges Pompidou (Christophe Belin/Mairie de Paris). A livello di città metropolitana, poi, Parigi può poi vantare altri 2800 km di piste ciclabili.

La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, nel primo mandato aveva incentivato la mobilità ciclabile, puntandovi anche per la ricandidatura

La mobilità parigina

Che impatto hanno avuto queste infrastrutture sulla mobilità complessiva dell’area metropolitana? Nel 2018, secondo l’indagine globale sui trasporti, 840mila spostamenti quotidiani sono stati effettuati in bicicletta nell’Ile-de-France – la regione di Parigi – (ossia 1,9% di quota modale per la regione), il 26% di questi spostamenti erano realizzati entro i limiti di Parigi e il 13% tra la città e la piccola corona. La bicicletta è utilizzata anche come complemento ai trasporti pubblici. La sindaca ha quindi previsto un investimento di oltre 250 milioni di euro, ovvero 100 milioni di euro in più rispetto al piano bici del precedente mandato, per realizzare altri 180 km di nuove piste sicure, 130 km di nuove piste ciclabili, 52 km di piste “corona” (piste ciclabili sviluppate nella città in parallelo delle linee della metropolitana). E ancora, la generalizzazione dei doppi sensi ciclabili e lo sviluppo della rete diffusa, per 450 km entro la fine del mandato (di cui 60 km sono già stati realizzati), e la messa in sicurezza di incroci e porte, eliminando le divisioni urbane tra Parigi e la metropoli. La strategia si basa su un approccio concertato che permette di mettere in collegamento la polizia, la RATP, Île-de-France Mobilités, le associazioni ciclistiche parigine e le associazioni di commercianti. E punta a dare priorità alla circolazione delle biciclette e dei trasporti collettivi.

Nuovi posti, più sicurezza

A Parigi la rete ciclabile si estende per oltre 1000 chilometri

Per incentivare l’uso della bici si intende lavorare anche sulla sicurezza dai furti che sono una piaga anche nella capitale Transalpina. In questo senso l’obiettivo è quello di aggiungere agli attuali 60mila ulteriori 130mila posti bici, con 30mila nuovi “archi”, di cui 1.000 posti riservati alle cargo bike. Poi 40mila nuovi posti in prossimità delle stazioni, o ai punti intermodali, in libero accesso e sicuri, entro il 2030, 10mila nuovi posti sicuri su spazi pubblici esclusi i punti di intermodalità, 50mila nuovi posti nel settore privato (locatori sociali e condomini, imprese…). In più si prevede l’obbligo di parcheggio garantiti per ogni nuova costruzione/ristrutturazione di edifici privati, uffici, strutture pubbliche e incentivi nel caso in cui non siano previsti grandi cantieri. La creazione di parcheggi temporanei per adattarsi alla domanda specifica di grandi eventi. La realizzazione di un Codice della strada che permetta di facilitare la convivenza tra tutti gli utenti, con un controllo rafforzato assicurato dalla polizia municipale. Limiti di velocità: 30 km/h in tutta la città eccetto poche vie di scorrimento. Insomma, la bici si appresta a diventare il perno delle politiche della mobilità nella capitale francese. Sperando che, anche dalle nostre parti, si sollevi il velo delle ‘timidezze’ che fin qui si sono frapposte alla reale promozione della ciclabile. Un tipo di mobilità che, va detto, produrrebbe un beneficio immediato sia in termini di qualità dell’aria, sia di salute e naturalmente migliorerebbe la vivibilità dei nostri centro urbani.