Pionieri Queer. Filippo Buonaccorsi e le avventure gay in Polonia

A seguito di uno scandalo a fosche tinte fu cacciato dal paradiso romano e, così, l'attività di Callimaco si svolse soprattutto in Polonia

di LUCA SCARLINI -
10 luglio 2023
Filippo Bonaccorsi detto Callimaco

Filippo Bonaccorsi detto Callimaco

Filippo Buonaccorsi, o Callimaco (in latino Philippus Callimachus Experiens, in polacco Filip Kallimach, nato Filippo Buonaccorsi) è stato un umanista e scrittore italiano, naturalizzato polacco, appartenente alla corrente filosofica dell'Umanesimo. San Gimignano nel ‘400 era alla fine della sua storia gloriosa di centro propulsore: entrata nell’area medicea, stava diventando un luogo di provincia, ma ancora restava qualcosa della passata aura. Non era rimasto in auge il celebrato zafferano medievale, che ora cercano in ogni modo di riprodurre. Nemmeno se la passava meglio l’industria del vino: Filippo Buonaccorsi (1437-1496) decise, quindi, che avrebbe dovuto trasferirsi a Roma per poter entrare dalla porta principale nel mondo grande della cultura e dell’entertainment a cui mirava come argomento primo della sua vita.
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Busto di Filippo Buonaccorsi nel Collegium Maius di Cracovia

Gayissimo, effeminato, amava essere chiamato con nomi di donna; da subito trovò ospitalità nella casa vicino al Colosseo di Pomponio Leto, assai ospitale con i bei ragazzi di provincia. I suoi epigrammi latini spiegano senza infingimenti i suoi amori: Antonio Lépido era il suo phrygius amor, ossia il suo bel tesoro, mentre Lucio Fazini, che in seguito avrebbe ricoperto il ruolo di vescovo di Segni, aveva l’aggraziato nomignolo di Lucidus Phosphorus, ossia il portatore di luce. Nel 1468 la sua dulcis vita romana finì di colpo, perché si ritrovò coinvolto in uno scandalo a fosche tinte, venne costretto all’esilio immediato. Anche perché, nella perquisizione in casa, vennero trovati poemi che inneggiavano clamorosamente all’omosessualità, attitudine che alla corte papale era diffusa assai, ma si doveva tenere segreta. Invece, Callimaco-Buonaccorsi diceva che i ragazzi erano l’unica sessualità possibile, e che a quindici anni erano già vecchi, da sostituire con altri efebi, bellissimi e perfetti.
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Un ritratto di Filippo Buonaccorsi

Filippo Buonaccorsi, l'esperienza in Polonia

Scacciato dal paradiso romano, dalla raffinatezza estenuata della corte papale, come molti altri in quell’epoca turbata si apprestò a una vita in viaggio. Sempre ramingo, come molti altri intellettuali pronti sempre a riciclarsi in altre collocazioni e a vendersi dove era maggiore la prospettiva di guadagno, scelse una meta esotica, per mettere assai miglia tra se stesso e i suoi castighi. Nel 1472 giunse infatti a Cracovia e il re Jagello lo pose nel ruolo di precettore dei suoi rampolli. L’amore per i potenti, la capacità di incensarli, andava di pari passo per lui con un notevolissimo intuito diplomatico. Il suo cursus honorum è perciò stesso incredibile: fu ambasciatore della corte di Polonia a Venezia e a Roma, infine a Costantinopoli.
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La tomba di Filippo Buonaccorsi a Cracovia

Poi, nel 1492, il suo amato allievo Jan Olbracht diventò re e a quel punto, Callimaco fece l’esperienza di una influenza quasi totale, a trecentosessanta gradi, sulla corte polacca e non soltanto nella imposizione dello stile rinascimentale. Il suo compito divenne a quel punto celebrare il ruolo del re contro l’aristocrazia, suggerendo al suo discepolo di assumere un ruolo autocratico sempre più preciso. Fu Callimaco a fornirgli i modelli di antichi imperatori romani che il suo allievo fece propri.