Aumentano i reati ambientali, il nostro mare è a rischio

Dal report di Legambiente emerge un aumento dei reati ambientali nel 2022: dall'abbandono dei rifiuti all'abusivismo edilizio

di DOMENICO GUARINO -
12 settembre 2023
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Cemento illegale, inquinamento, maladepurazione, pesca di frodo: il 2022 ha visto un aumento preoccupante dei reati ambientali lungo le coste italiane, mettendo in seria difficoltà il nostro mare e le zone costiere. A rivelarlo è il rapporto Mare Monstrum redatto da Legambiente. Nel corso dello scorso anno ne sono stati accertati ben 19.530, con un incremento del +3,2% rispetto all’anno precedente.

Quali sono i reati ambientali più comuni

L’elenco delle attività ai danni del nostro mare è lungo e articolato. Si parte dall’occupazione di demanio marittimo, alle cave illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche, per arrivare all’abusivismo edilizio: da sole queste fattispecie rappresentano il 52,9%, pari a 10.337 casi. 4.730 illeciti penali sono poi legati a fenomeni come la maladepurazione e lo smaltimento dei rifiuti, che contribuiscono ulteriormente a inquinare le nostre acque costiere e marine.
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Tra i reati ambientali più comuni c'è l'abbandono di rifiuti

Infine la pesca di frodo, con 3.839 casi registrati e un impatto significativo sulla conservazione delle risorse marine e sull’equilibrio degli ecosistemi marini. Riguardo al ciclo illegale del cemento. Legambiente sottolinea che  le forze dell’ordine hanno effettuato 664.175 controlli, un aumento del 27,7% rispetto al 2021, e denunciato 10.689 persone, il 29,6% in più rispetto all’anno precedente. Ma sebbene il numero di sequestri sia diminuito, le sanzioni amministrative sono aumentate in modo significativo, superando i 90 milioni di euro.

Al sud il maggior numero di attività illegali

La Campania è la regione con il maggior numero di reati, seguita da Puglia e Sicilia. Le regioni con presenza mafiosa concentrano una parte significativa di queste attività illegali. Nel 2022, l’Italia ha visto una riduzione del 32,9%, ma un aumento del 24,2% degli illeciti amministrativi. Il totale delle illegalità legate all’inquinamento marino ha superato le 13.000 infrazioni, corrispondenti a 1,8 violazioni per ogni chilometro di costa. Le forze dell’ordine hanno denunciato e arrestato il 43,6% persone in meno di rispetto al 2021, e i sequestri sono diminuiti del 51,7%. Tuttavia, il valore complessivo dei beni sequestrati ha superato i 385 milioni di euro. Gli illeciti amministrativi sono cresciuti del 24,2%, con un aumento del 47,7% delle sanzioni amministrative rispetto all’anno precedente.
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La Campania è la regione con il maggior numero di illeciti

In questa speciale classifica, il primo posto tra le regioni italiane va alla Campania che mette insieme  il 26,3% del totale nazionale. La Puglia è al secondo posto, seguita dal Lazio. Tuttavia, il Lazio è al secondo posto per il numero di persone coinvolte e i sequestri. La Calabria è al quarto posto, mentre la Sicilia scende di due posizioni rispetto all’anno precedente. A livello nazionale, l’Emilia-Romagna si colloca al sesto posto per numero. In particolare, fa sapere Legambiente, l’incidenza nelle regioni con presenza mafiosa è aumentata dal 51,8% nel 2021 al 52,5% nel 2022. Ciò evidenzia la persistente influenza dei fenomeni criminali in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sulle questioni ambientali lungo le coste italiane.

La pesca di frodo: sequestrate 400 tonnellate

Sono invece 3.839 i reati e 9.933 gli illeciti amministrativi registrati contro la pesca di frodo, fenomeno che persiste nonostante i controlli e la repressione, e la cui portata, secondo Legambiente, è largamente sottostimata in quanto molta pesca illegale continua a eludere i sistemi di sorveglianza. Inoltre, nel 2022, sono state sequestrate oltre 400 tonnellate di prodotti ittici, con la Sicilia in testa con oltre 129 tonnellate. Se però consideriamo il rapporto tra i sequestri e i chilometri di costa, la classifica cambia notevolmente, e vede il Veneto e la Liguria al primo posto. Complessivamente, sono stati confiscati oltre 9.000 attrezzi e reti da pesca, ma sono stati accertati solo 3.839 illeciti penali, con una media nazionale di circa 0,5 illeciti penali per chilometro di costa. Se si considerano solo gli illeciti penali, il primato va alla Sicilia con 660 casi, seguita da Puglia, Liguria, Lazio, Campania, e Toscana. Per gli illeciti amministrativi, la Sicilia guida con 1.646 infrazioni, seguita da Puglia, Liguria, Toscana, e Calabria. In quest’area, anch’essa concentrandosi nelle regioni a più alta presenza mafiosa, si registra il 45,2% dei reati del 2022.

Le violazioni al codice della navigazione

Il report di Legambiente evidenzia un aumento preoccupante degli illeciti legati alla navigazione di diporto che mettono in pericolo le aree marine protette e l’ambiente naturale. Queste violazioni del Codice della navigazione rappresentano il 3,2% del totale degli illeciti ma possono minacciare seriamente habitat naturalistici di pregio.
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Contestati 624 illeciti in seguito ai controlli di Capitaneria di porto e Guardia di Finanza

Nel 2022, grazie all’attività di controllo delle Capitanerie di Porto e della Guardia di Finanza, sono stati contestati 624 illeciti, in netta crescita rispetto ai 210 del 2021 (+197,1%), con 286 persone denunciate/arrestate e 329 sequestri. Gli illeciti amministrativi sono stati 8.983, per un totale di 9.607 infrazioni, equivalenti a 26 al giorno. La regione Lazio guida la classifica regionale con 151 reati, seguita da Sicilia (141) e Puglia (134). La Campania è quarta con 67, mentre la Liguria è la prima regione del nord con 30 casi.